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Li accompagneremo fin dentro la Cappella Sistina. Li vedremo pronunciare, a uno a uno, il solenne giuramento. E poi quando la porta dell’extra omnes si sarà chiusa alle loro spalle li lasceremo da soli. Con il Vangelo, la propria coscienza e con le grandiose visioni di quei muri che parlano. Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius. «Tutto è scoperto e palese davanti ai Suoi occhi», scriveva san Giovanni Paolo II, che in quella Cappella entrò due volte da elettore e ne uscì la seconda da eletto. Tutto è palese davanti agli occhi di Dio, anche la coscienza di ogni cardinale, che a noi deve doverosamente restare riservata. Ma quella coscienza, da oggi pomeriggio e fino al raggiungimento del quorum e all’accettazione dell’eletto, si nutrirà anche delle grandiose visioni impresse nella Sistina dal genio di grandi artisti, Michelangelo soprattutto. Si vedrà, «la stirpe cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi», cioè in questo Conclave i 133 cardinali elettori, stretta «tra il Giorno della Creazione e il Giorno del Giudizio». E per individuare il volto di chi poi uscirà da lì vestito di bianco dovrà tenere fisso lo sguardo sul volto di Cristo giudice, il vero spartiacque del bene e del male sulla parete di fondo.
La visione. Il lascito delle chiavi e il Giudizio da una parte. Il volto. Quello del Buon Pastore e del nuovo Papa dall’altra. Il più possibile coincidenti. Il tutto filtrato attraverso la coscienza di ognuno. « Non dimenticate – ammoniva san Giovanni Paolo II nel suo Trittico Romano – Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius.Tu che penetri tutto – indica! Lui additerà». E come fare per seguire la traiettoria indicata dal dito dello Spirito? Nelle dodici Congregazioni di questi giorni i cardinali, anche i non elettori, hanno per così dire fatto le prove generali del compito che i soli elettori andranno ad assolvere da oggi pomeriggio in poi. Ed è interessante mettere a confronto il loro lavoro con gli scenari disegnati, spesso con logica binaria e semplificatoria, dai mass media di tutto il mondo. Sarà progressista o conservatore? Sarà Francesco II o no? Verrà eletto dal Congresso di Vienna o dai guardiani della rivoluzione? Cambierà la dottrina o rimarrà nel solco della cosiddetta tradizione? Darà più peso alle questioni sociali o a quelle spirituali? Queste le domande più ricorrenti in televisione, alla radio, sui giornali e sul web. La risposta dei cardinali è stata a suo modo perentoria. Sarà «una figura presente, vicina, capace di fare da ponte e guida, di favorire l’accesso alla comunione a un’umanità disorientata e segnata dalla crisi dell’ordine mondiale. Un pastore vicino alla vita concreta delle persone». Con l’ulteriore postilla della «natura missionaria della Chiesa: una Chiesa che non si deve ripiegare su sé stessa, ma accompagnare ogni uomo e ogni donna verso l’esperienza viva del mistero di Dio». E qui, sia detto per inciso, è molto interessante l’esplicita indicazione della direttrice dell’accompagnamento. Viene in mente un passo del Vangelo in cui Gesù dice: «Cercate prima il regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in più».
Ecco, il mistero, nei giorni della Sistina che cominciano oggi, oltre ad averlo davanti agli occhi nella grandiosa visione michelangiolesca, i cardinali potranno e dovranno cercarlo proprio nella Parola di Dio, non a caso ricordata nelle Congregazioni generali come lampada ai loro e ai nostri passi. Dai brani più attinenti al ministero petrino (citati nell’omelia dei funerali di papa Francesco dal cardinale decano, Giovanni Battista Re) – « Pietro, mi ami tu più di costoro? ». «Signore, lo sai ti amo». « Pasci le mie pecorelle» – a quelli che sottolineano l’abbandono filiale anche del nuovo Papa al Dio di Gesù Cristo – «Sulla tua parola, Signore, getterò le reti» – fino a quelli più inquietanti: «Ma il Figlio dell’uomo, quando tornerà, troverà ancora la fede sulla Terra?». Perché è innegabile che il check up della fede oggi (ed è emerso anche nelle Congregazioni generali) dovrà essere uno dei primissimi temi nell’agenda papale.
Tutto è scoperto e palese davanti ai Suoi occhi. Mentre li accompagneremo nella Sistina, mentre ascolteremo il loro giuramento, mentre rimarremo in trepidante attesa dietro a quella porta chiusa, preghiamo e speriamo che lo sia, scoperto e palese il disegno di Dio, anche davanti agli occhi dei 133 cardinali elettori. Affinché possano individuare il volto di quello fra loro più somigliante al volto di Cristo che avranno di fronte. E il resto verrà di conseguenza.