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19 Novembre 2023L’opera è alta quasi 2 metri. Gli archeologi: «Il corpo ancora caldo, sembrava vivo»
Aldo Tani
san casciano dei bagni (siena) «La ricerca è una macchina inarrestabile che produce conoscenza» esordisce la dottoranda dell’Università di Pisa Helga Maiorana, archeologa del team che lavora agli scavi di San Casciano dei Bagni (Siena). Una macchina capace di regalare anche meraviglie, come la statua di quasi due metri di un giovane Apollo, impegnato a cacciare una lucertola. È l’ultimo tesoro rinvenuto nell’area di scavo senese. Quattordici settimane di intervento e un team di oltre cinquanta studenti, provenienti da Paesi differenti.
L’ennesimo miracolo proveniente dal Bagno grande degli scavi a San Casciano dei Bagni, posizionato questa volta non all’interno della vasca, ma a un livello più alto, in corrispondenza del muro di epoca medicea. «Più si scava, più si va avanti, più si conosce — sottolinea ancora Helga Maiorana — Se lo scavo si fosse fermato dopo la prima campagna, nel 2019, oggi non avremmo questi risultati». Se il manufatto in marmo, copia di un originale in bronzo del greco Prassitele, è la punta dell’iceberg, nonché motivo di grande emozione — «fra le nostre braccia quel corpo di marmo era caldo tanto da sembrare vivo», ha dichiarato a proposito il direttore scientifico Jacopo Tabolli — il resto delle scoperte non è a da meno.
«La peculiarità di questo scavo è che queste opere così importanti siano state ritrovate in un’area archeologica — sottolinea Maiorana — I reperti nel loro contesto di rinvenimento ci raccontano di più che considerati se provenienti da altri luoghi. Ci sono delle relazioni tra gli oggetti. La vera eccezionalità è che tutti questi pezzi possono essere recuperati nel loro luogo di origine». La testimonianza è nell’epigrafe rinvenuta nel muro perimetrale della vasca, dove è presente sia una scritta in etrusco che in latino.
Conferma di ciò che gli studiosi hanno sempre sostenuto: il santuario è stato un crocevia tra due epoche. E lo dimostrano anche i reperti che di volta in volta accompagnano le scoperte principali. A questo giro piccoli oggetti in bronzo, terracotta e persino cristallo che aprono affascinanti squarci sulla quotidianità del tempo. Frutto anche della diversificazione delle ricerche. Quest’anno ci siamo concentrati sull’area perimetrale del tempio — racconta Claudia Petrini, dottoranda alla Scuola Imt di Lucca — Stiamo definendo la planimetria. Pensavamo l’ingresso avesse due colonne, invece ne abbiamo trovata una terza. La forma non è circolare, ma allungata».
Restano adesso da recuperare le parti mancanti della statua, che a differenza dei manufatti in bronzo ritrovati nel 2022, non è integra ed è priva delle braccia e di parte della testa. «Pezzetti della nuca era stati trovati precedentemente. Abbiamo fatto le prove e combaciano», osserva Petrini, consapevole tuttavia «di non cedere troppo spazio all’emozione, ma di bilanciarla sempre con la raccolta del dato». Per l’archeologa non è semplice. Lei, nativa di San Casciano, sta vedendo rifiorire il paese. A breve dovrebbe essere completato uno studio sull’impatto economico delle scoperte: «Diverse case nel centro storico sono state vendute, così come alcune attività. È un orgoglio fare parte di tutto questo, anche per il futuro di questi luoghi».
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