Fondazione Giorgio Cini AGENDA | FEBBRAIO 2025
2 Febbraio 2025Seaside surrealism, a techno Man Ray and new paintings from Billy Childish
2 Febbraio 2025Kinds of kindness è stato girato negli ultimi mesi del 2022, durante la post-produzione di Povere creature!, in una New Orleans periferica, liberata dai soliti cliché che in genere ritroviamo nella sua rappresentazione, e con un cast ridotto all’osso. Strutturato in tre episodi, in ognuno figurano sostanzialmente gli stessi attori (Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Defoe, Margaret Qualley e Hong Chau), che in ogni storia interpretano personaggi diversi.
Per questo lungometraggio il regista greco è tornato a lavorare con lo sceneggiatore Euthymīs Filippou, in passato al suo fianco per Dogtooth, Alps, The lobster, Il sacrificio del cervo sacro e il cortometraggio Nimic. Dopo due pellicole più accessibili al grande pubblico per scrittura (affidata all’australiano Tony McNamara) e messa in scena, come La favorita e Povere creature!, Lanthimos ha scelto di riprendere con Filippou uno stile essenziale in un’ambientazione contemporanea, in cui le dinamiche di potere e di manipolazione tra i personaggi mettono in moto situazioni estreme e disturbanti, sollevate solo da una dose considerevole di umorismo nero.
Ai ritmi frenetici imposti dalle riprese, Lanthimos contrappone l’attività di fotografo, con cui riesce a riflettere ed espandere i temi e gli immaginari delle sue opere. In particolare per gli ultimi due film, ha concepito dei veri e propri progetti che sono poi diventati dei libri. A Povere creature! era seguito infatti il volume Dear God, the Parthenon is still broken (Void, 2023) realizzato con una fotocamera di grande formato, che costringe a fermarsi per concentrarsi sulle pose, sulla luce e sulla composizione. Al lavoro ha collaborato anche Emma Stone, che dopo le riprese lo aiutava a sviluppare le pellicole. Il risultato è elegante e prezioso, pensato per essere un libro d’artista.
Con Kinds of kindness è nato invece i shall sing these songs beautifully (Mack, 2024), una serie di scatti più rigorosa della precedente, soprattutto in bianco e nero, come a richiamare i momenti onirici del film in cui la narrazione sembra scollegarsi dalle vicende dei protagonisti. Nella loro ricercata staticità, le foto hanno una capacità evocativa in grado di proiettare nella testa dello spettatore altre storie possibili. Ogni immagine è attraversata da una tensione palpabile, che conduce in luoghi misteriosi dove i personaggi cercano connessioni umane, esattamente come nel film. I versi scritti da Lanthimos – un omaggio alla poeta Saffo, da cui prende in prestito il titolo del libro – rafforzano la carica di questa tensione perturbante.
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