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I Inizia oggi a Milano una due giorni sul diritto alla casa organizzata dal comitato ‘Abitare in via Padova’. Qui l’aumento dei prezzi delle case rischia di espellere gli abitanti, molti di origine straniera, con redditi bassi e in affitto, di una zona storicamente popolare. Ma la questione abitativa ormai non riguarda solo loro. «L’obiettivo è costruire una piattaforma ampia, metropolitana, a partire dalla rete di quartiere, per aprire un’interlocuzione con il Comune» spiega Alessandro Coppola, urbanista del Politecnico di Milano che ha coordinato la redazione di un opuscolo, pubblicato per l’iniziativa, su alcune politiche abitative possibili.
IL COMITATO è nato nel 2021 proprio con l’obiettivo di elaborare e proporre nuove politiche pubbliche per la casa; ci sono stati poi una petizione al Comune, un’assemblea e una manifestazione nel quartiere, l’apertura di uno sportello, la redazione di una “Carta dei diritti dell’abitare” e una due giorni di discussione. Tra febbraio e giugno 2023 una serie di incontri con ricercatori internazionali ha illustrato le politiche abitative di alcune città in Europa (Barcellona, Vienna, Berlino, Parigi e Amsterdam). «Si tratta di misure ragionevolissime, anche se in Italia sono ancora bollate come sovversive» racconta Coppola. Questi incontri sono serviti a elaborare le proposte al centro della due giorni del 1 e 2 luglio.
Si parte con un panel sulla regolamentazione degli affitti brevi turistici con i promotori della proposta di legge Alta Tensione Abitativa. A Milano sono 20mila le case su Airbnb. In Italia solo il Comune di Venezia può limitare gli affitti brevi ma non lo ha ancora fatto, e la proposta di legge del governo di un soggiorno minimo di due notti è insufficiente. In Europa, invece, molte città hanno normato il fenomeno: si va dall’obbligo di licenza e il divieto di nuove aperture in alcune zone come Barcellona, al tetto di 120 notti l’anno a Parigi che ha prodotto un calo di 10mila annunci turistici.
UN ALTRO TEMA affrontato è la necessità di regolare il mercato privato dell’affitto, che in Italia è libero: gli enti pubblici non possono regolare il canone di affitto o limitarne l’aumento, e il canone “concordato” che prevede un affitto calmierato in cambio di facilitazioni fiscali, è volontario e poco utilizzato. A Barcellona, Amsterdam e Berlino, invece, esistono norme che fissano i canoni di locazione e le percentuali di aumento. Ancora: limitare i comportamenti speculativi, come tenere vuoti gli immobili, magari riqualificati con fondi pubblici. In Europa diverse misure come la costruzione di alloggi sociali su terreni pubblici a Vienna, i prelievi sugli incrementi di valore immobiliare a Parigi, il divieto di acquisto di case a uso investimento ad Amsterdam, limitano la speculazione immobiliare. «Chiediamo più pubblico: un ruolo più forte e l’incremento del patrimonio, anche attraverso acquisizioni» spiega Coppola. A Milano e in Italia non solo non si acquisisce patrimonio residenziale, ma lo si vende. Questo rende l’attore pubblico debole e incapace di contrastare i processi di gentrificazione.
UN SECONDO strumento per aumentare le case a prezzi accessibili è abbassare la soglia oltre la quale i costruttori privati devono realizzare alloggi sociali. «A Milano quella attuale è di 10mila metri quadri; a Vienna è di 5mila» spiega Coppola. Abbassare la soglia produrrebbe più alloggi sociali anche senza grandi trasformazioni ma con interventi minori in aree già densamente edificate come via Padova. Si parlerà, infine, di come ridurre il mercato nero dell’affitto che riguarda soprattutto gli stranieri e le persone più vulnerabili. «È importante ragionare su che cosa è possibile fare, quali politiche si possono immaginare per ridurre il peso del mercato nero e per aumentare l’affitto sociale per tutti, superando le distinzioni tra categorie di abitanti» spiega Coppola.
LE PROPOSTE del comitato sono la base per una rete cittadina sulla casa, ma serviranno anche a informare il dibattito nazionale. L’emergenza abitativa non riguarda solo Milano ed è al centro di iniziative in molte città in Italia. A Bologna Luna (Laboratorio universitario d’autogestione) ha organizzato un ‘campeggio urbano’ per il diritto alla città dal 14 al 16 luglio nel piazzale di fronte l’ex caserma Masini. Gli attivisti discuteranno delle trasformazioni urbane che stanno cambiando la città e propongono una serie di azioni concrete come l’auto-recupero di una porzione dell’ex caserma, da destinare all’abitare sociale e cooperativo.