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Le ragioni di una astensione
12 Luglio 2023
NEWS
12 Luglio 2023di Pierluigi Piccini
Per fortuna c’è la diretta che consente di seguire il Consiglio comunale. Le inquadrature puntuali mettono in risalto aspetti, espressioni che stando in aula non sempre si possono cogliere. La questione che merita di essere sottolineata, che ci riguarda direttamente come movimento, è il fastidio costante e ripetuto del Pd nei confronti di Per Siena. La campagna elettorale appena conclusasi qui da noi, propio non è servita a nulla per il partito della Schlein. La Mazzarelli ha dato il meglio di sé nella polemica, proprio come la Ferretti. Del resto, come dicono alcuni del loro stesso partito, i riferimenti di entrambe, nel Pd, sono gli stessi. Si è anche sentito bofonchiare l’ex capogruppo Masi, ma non si è capito cosa volesse dire e se il suo “dire” fosse rivolto all’interno del suo gruppo o altrove. Sembra che non abbia gradito l’essere stato declassato a favore della Mazzarelli né l’aver dovuto rinunciare a far parte della commissione urbanistica. Il gruppo del Pd, evidentemente, ha avuto paura di misurarsi con il voto segreto. Viceversa l’intervista della Ferretti merita delle considerazioni più puntuali, specie sul fatto che il Polo Civico si sarebbe accontentato dei nove punti inseriti dalla Fabio nella mozione programmatica. Il Polo civico si sarebbe accontentato anche nel caso in cui lo avesse fatto lei se avesse vinto e si sarebbe astenuto allo stesso modo. Piccolo particolare: la Ferretti avrebbe dovuto inserirli tali e quali, così come ha fatto il nuovo sindaco. Per Siena non si sarebbe accontentata se le richieste fossero state diluite nel programma più generale del Pd, così come è stato risposto al Pacciani durante il ballottaggio: “noi abbiamo già tutti i punti programmatici che voi sollevate”. Bene, come si vede il Pd proprio non riesce a comprendere come si costruiscono le alleanze: tutto deve sempre passare da loro, nella loro autoreferenzialità fatta di recinti ideologici compatibili, meglio se identici. Tra l’altro non ci risulta che nel programma del Pd ci fosse né la Fondazione per il turismo, né il distretto culturale evoluto, ma tira via. Comunque anche alla Ferretti, sempre nel caso che avesse vinto, avremmo detto che non ci sarebbero bastate le affermazioni programmatiche ma avremmo verificato, passo passo, le loro applicazioni fattuali. Perché noi intendiamo il ruolo del civismo nelle amministrazioni in questo modo, fatto di contenuti e di verifiche costanti, che possono arrivare ad un giudizio positivo come negativo. Evidentemente alla Ferretti, come al Pd, non interessa il civismo quello vero, quello che può creare anche delle conflittualità, anche perché il civismo “civettuolo” se lo costruiscono in casa dopo aver sentito il segretario provinciale (quello comunale non c’è) e la stessa segretaria nazionale, che nella fattispecie prende il nome di S.i.e.n.a..