
Piancastagnaio. Inaugurazione dello “Spazio Dante Cappelletti”
14 Luglio 2025
Monte dei Paschi di Siena ha lanciato un’offerta pubblica di scambio per acquistare Mediobanca, una delle istituzioni finanziarie più importanti del Paese. L’operazione è già al centro di forti polemiche. Il management di Mediobanca, guidato da Alberto Nagel, ha definito l’offerta ostile e inadeguata, sottolineando che il valore proposto sottostima Mediobanca di circa il 32%. Nagel ha parlato di un’operazione piena di anomalie: tra queste, l’ingresso contemporaneo in MPS dei grandi azionisti Delfin e Caltagirone nel novembre 2024, che fa pensare all’esistenza di un piano già studiato per prendere il controllo di Mediobanca. Un altro punto critico è il ruolo del governo, che secondo Nagel avrebbe partecipato alla regia dell’operazione.
L’obiettivo di MPS, sostenuto implicitamente dal governo, è creare un terzo grande polo bancario italiano accanto a Intesa Sanpaolo e UniCredit. Mediobanca però non intende cedere e ha annunciato un piano per restituire 4,9 miliardi di euro agli azionisti in tre anni, nel tentativo di rafforzare la propria posizione. Inoltre, il consiglio d’amministrazione ha rinviato a fine settembre la decisione sull’acquisizione di Banca Generali, mossa strategica per evitare di trovarsi scoperta in questa fase.
L’offerta di MPS resterà aperta fino all’8 settembre. La banca senese punta a raggiungere almeno il 35% di Mediobanca per avere il controllo di fatto, ma restano incerte le posizioni dei soci storici e dei grandi fondi pensione. Intanto la Procura di Milano sta indagando sulle modalità di ingresso di Delfin e Caltagirone in MPS, mentre la Banca Centrale Europea dovrà verificare la solidità patrimoniale dell’operazione.
Al di là dei dettagli finanziari, questa vicenda racconta una partita di potere che intreccia finanza, politica e controllo strategico sul sistema bancario italiano.