
RASSEGNA INTERNAZIONALE – n.1 | 30 giugno 2025
30 Giugno 2025
RASSEGNA INTERNAZIONALE – n.2 | 1 luglio 2025
1 Luglio 2025
Dopo 25 anni, si chiude una lunga alleanza: Mediolanum ha deciso di vendere la propria partecipazione in Mediobanca, uscendo così definitivamente dal capitale dell’istituto di Piazzetta Cuccia. La cessione riguarda il 3,5% delle azioni, collocate ieri presso investitori istituzionali attraverso un’operazione rapida coordinata da Morgan Stanley. Il prezzo, pari a 18,85 euro per azione, ha fruttato oltre 548 milioni di euro. La vendita è avvenuta con uno sconto rispetto alle quotazioni di Borsa, ma in un momento in cui Mediobanca è ai massimi storici, con un guadagno del 40% da inizio anno.
L’uscita di Mediolanum arriva in una fase delicata, segnata dall’attesa Ops lanciata da Monte dei Paschi su Mediobanca. Una sfida che rischia di cambiare profondamente gli equilibri nella finanza italiana e su cui gli attori principali si stanno posizionando. Con questa scelta, Mediolanum – e indirettamente anche Fininvest, che detiene il 30% del gruppo – si chiama fuori da un confronto che coinvolge anche il governo. Non sarà costretta a decidere se sostenere o meno l’offerta, perché, semplicemente, non sarà più azionista.
La partecipazione risaliva al 2000, quando Mediobanca e la famiglia Doris avevano siglato un’alleanza nel settore del private banking. Insieme avevano fondato Banca Esperia, poi riassorbita da Mediobanca. Negli anni, Mediolanum è rimasta tra i soci più rilevanti e fedeli, partecipando anche al patto di consultazione che raccoglieva una parte importante del capitale. Ma da tempo quella quota era considerata non più strategica, e la vendita era nell’aria.
Oltre all’aspetto finanziario, la mossa ha un chiaro significato politico. Marina Berlusconi, presidente di Fininvest, aveva già dichiarato nei mesi scorsi che l’intenzione era restare “spettatori” di questa partita, lasciando che fosse il mercato a decidere. E infatti, oggi, Mediolanum sceglie di non schierarsi né con Mediobanca né con Mps. Una decisione che rafforza l’idea che la futura proprietà di Piazzetta Cuccia si giocherà tra investitori istituzionali e fondi, più che tra grandi famiglie imprenditoriali.
Il segnale è forte anche sul piano simbolico. Dopo l’uscita, mesi fa, di altri soci storici come il gruppo Gavio e la Vittoria Assicurazioni della famiglia Acutis, ora anche la famiglia Doris chiude il proprio capitolo. Un ciclo si è concluso. E se il passato di Mediobanca è stato segnato dalla stabilità del “salotto buono”, il futuro sarà molto più aperto, e probabilmente più turbolento.
Nel frattempo, Siena si prepara a fare la sua mossa. Il prospetto per l’offerta pubblica di scambio è pronto e potrebbe ricevere l’autorizzazione della Consob proprio il 2 luglio, giorno del Palio. A quel punto, il consiglio di amministrazione di Mediobanca si riunirà per definire la strategia. L’offerta di Mps potrebbe partire il 14 luglio e concludersi a settembre. Il conto alla rovescia è iniziato, e la posta in gioco è alta.