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12 Marzo 2025Bufera sul ministro Giuli. Il professore: «Sostituito da uno senza esperienza»
Giorgio Bernardini
Tomaso Montanari non è più il presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori. Almeno per il momento, vista la miriade di scudi che il centrosinistra toscano ha levato per ribellarsi alla scelta del ministro della Cultura Alessandro Giuli. Che ha deciso di non riconfermare il critico d’arte: il nome designato a succedergli è quello dell’avvocato Marco Corsini, sindaco di Rio nell’Elba.
Milanese, vissuto a lungo a Roma, il suo avvicinamento alla Toscana è dovuto proprio alla passione per l’isola, dove guida il Comune di Rio da tre mandati. Curriculum d’esperienza — dall’avvocatura dello Stato alla partecipazione alla giunta romana di Gianni Alemanno — il suo nome ha però causato la protesta immediata. Prima di tutto dei diretti interessati. La Fondazione è infatti costituita da Ministero, Regione e Comune di Sesto. Le guide di questi ultimi, Eugenio Giani e Lorenzo Falchi, hanno replicato all’unisono. «È una procedura anomala, chiediamo la sospensione di ogni atto e un chiarimento», dice il governatore. «Giuli deve spiegare qual è il motivo, perché altrimenti questo è un atto miserabile», rincara la dose il sindaco Falchi.
L’antefatto: l’iter deciso negli scorsi mesi doveva portare alla riapertura del Museo Ginori e alla sua collezione, che custodisce quasi 10 mila oggetti in porcellana e maiolica databili dal 1737 al 1990. Lo statuto della Fondazione prevede che la nomina del presidente venga proposta dal Ministro della Cultura «sentiti la Regione Toscana ed il Comune di Sesto».
Negli ultimi mesi — spiegano dalla Regione e conferma Montanari — era stata raggiunta un’intesa «più volte confermata dai ministri Sangiuliano e Giuli», sul nome del professor Montanari, che negli ultimi anni aveva curato da vicino tutte le vicende legate alla riapertura del museo, ai finanziamenti ed alla tutela del patrimonio artistico che conserva. Nonostante il fatto che il ministero non finanzi direttamente la Fondazione — che gode di stanziamenti di circa 300 mila euro l’anno dal dalla Regione e di 100 dal Comune — Giuli ha deciso unilateralmente di cambiare il presidente.
Il non detto del centrosinistra è il sospetto che siano stati gli attacchi televisivi del critico d’arte al governo e al ministro a determinare il cambio di passo improvviso. «La lettera di ieri (lunedì per chi legge, ndr ) è stata un fulmine a ciel sereno. Poi mi chiedo — dice Montanari — come sia stata individuata questa persona che non ha nessuna competenza in tema di fondazioni culturali e di patrimonio artistico». Ipotizza un collegamento tra la decisione e una denuncia-querela presentata mesi fa nei suoi confronti dal ministro dell’Agricoltura e del Made in Italy Francesco Lollobrigida per un suo articolo. A difesa di Montanari sono intervenuti chiedendo spiegazioni al ministro — oltre che di ripensare la decisione — la Consigliera regionale Cristina Giachi e il segretario generale della Cgil di Firenze Bernardo Marasco. Il segretario del Pd Emiliano Fossi ha annunciato un’interrogazione al ministro Giuli alla Camera.
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