Andiamo sul quotidiano russo Izvestia, vicino al Cremlino: “Il gruppo di truppe del Dnepr non ha permesso alle forze armate ucraine di sbarcare nell’area di Kinburn Spit”
È il momento di agire con decisione”: Zelenskiy lancia un appello dopo “uno dei più grandi attacchi”. Le sue parole vengono riprese con un certo spazio dal Guardian e da altri quotidiani della stampa occidentale
Ma guardando alla gerarchia delle notizie, per esempio sul @nytimes, non troviamo il conflitto in Ucraina in apertura bensì l’arresto di Durov: “Come il fondatore di Telegram si è trasformato da Mark Zuckerberg russo in ricercato”
Troviamo anche un secondo pezzo che sottolinea il ruolo dell’applicazione nel conflitto in Ucraina: “Le turbolenze di Telegram minacciano la cronaca dominante della guerra in Ucraina”
Circolava la voce di un incontro tra Durov e il presidente russo Putin, smentita però con dichiarazioni riprese da Novaya Gazeta: “Il Cremlino nega che Putin abbia incontrato il fondatore di Telegram Pavel Durov a Baku la settimana scorsa”
Il caso Durov è molto presente sulla stampa, soprattutto la francese, che però apre sulla crisi politica interna: “Emmanuel Macron chiude la porta a un governo del Nuovo Fronte Popolare”
Riprendiamo allora la collera, la rabbia che arriva da sinistra. Melanchon ha annunciato una mozione di destituzione di Macron mentre @libe titola: “Matignon: Macron crea un pasticcio senza nome”