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Ad aprile prosegue il trend positivo: il numero di posti è aumentato di 84mila unità (+0,4%) rispetto al mese precedente, la disoccupazione è scesa al 6,9% (il livello più basso da 15 anni) mentre per i giovani resta stabile al 20,2%
Milano
Anche ad aprile prosegue il lungo trend che vede in progressivo miglioramento i dati macroeconomici relativi al mercato del lavoro. Dal report dell’Istat emerge che lo scorso mese sono aumentati gli occupati, sono diminuiti i disoccupati, mentre sono rimasti sostanzialmente stabili gli inattivi. Rispetto a marzo, l’occupazione è cresciuta di 84mila unità (+0,4%) portando il tasso di occupati (calcolato sul totale della popolazione in età lavorativa) al 62,3% e facendo segnare così un nuovo record. L’aumento riguarda tutte le classi di età ad eccezione della fascia 25-34enni che registra un calo.
Nello stesso mese il tasso di disoccupazione ad aprile è sceso al 6,9%, livello più basso da dicembre 2008, quando si fissò alla stessa soglia. Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è rimasto stabile al 20,2%, stessa percentuale registrata a marzo, al livello più basso da febbraio del 2008 (20,2%).
La tendenza di un andamento positivo sul lavoro risulta ancora più evidente con un confronto sull’anno. Rispetto ad aprile 2023, infatti, si contano 516mila occupati in più. Entrando nel dettaglio dei rapporti di lavoro, a crescere sono soprattutto i contratti a tempo indeterminato (+444mila) e gli indipendenti (+154mila), mentre calano i dipendenti a termine (-82mila). Gli occupati complessivi nel mese sfiorano i 24 milioni, toccando quota 23 milioni 975mila unità. Rispetto ad aprile del 2022 si conta quasi un milione di occupati in più (+911mila) mentre rispetto ad aprile del 2021 l’aumento è di 1,61 milioni di unità. Insomma, dal post-Covid è stata una salita progressiva.
Le donne occupate ad aprile del 2024 sono cresciute di 247mila unità sullo stesso mese dell’anno scorso, a fronte di un aumento di 270mila occupati maschi, toccando quota 10 milioni 194mila unità. Nel mese di aprile la crescita del lavoro tra le donne è maggiore con un aumento di 62mila occupate su marzo per le femmine e un aumento di 22mila unità tra gli uomini.
La stabilità del numero di inattivi (33%), sottolinea Istat, è la sintesi dell’aumento registrato tra gli uomini e i 25-34enni e della diminuzione osservata tra le donne e le altre classi d’età. I numeri diffusi dall’Istat vengono accolti con soddisfazione dal governo. In particolare la ministra Marina Calderone definisce una «bella notizia» il nuovo primato degli occupati al 62,3% e sottolinea l’elemento «ancora più incoraggiante» che vede scendere la disoccupazione sotto il 7%: «Nel complesso, è l’intero mercato del lavoro che si sta muovendo».
Certo, alcune criticità restano. Come il paradosso che vede, con una disoccupazione giovanile al 20% e un numero elevato di Neet, il forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro che si traduce con il cosiddetto “mismatch”. Dai dati elaborati nelle ultime ore da Fondazione Altagamma e Unioncamere in Italia saranno 276mila le persone ricercate tra il 2024 e il 2028 nelle filiere dell’alto di gamma nei settori Motori, Alimentare, Ospitalità, Moda e Design. E si prevede che un’impresa su due avrà difficoltà a reperire le figure professionali di cui avrebbe bisogno.
A segnalare alcune storture del mercato del lavoro è l’Adapt (Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali) che evidenzia come l’occupazione cresca, ma in un mercato del lavoro che continua ad invecchiare. «Su 516 mila nuovi lavoratori, 29 mila sono tra 15 e i 24 anni, 84mila sono tra i 25 e i 34 anni, 44mila sono tra i 35 e i 49 anni, 289mila sono tra i 50 e i 64 anni e 70 mila sono over 65 – analizza Francesco Seghezzi, presidente Adapt –. Questi dati devono far riflettere, perché accompagneranno la nuova normalità del mercato del lavoro e non possiamo non domandarci cosa accadrà quando la generazione degli over 50 andrà in pensione, oltre che chiederci quali siano le ragioni di un numero così elevato di nuovi assunti over 65».
Non a caso l’Inapp, nell’ultimo rapporto Plus che fotografa i cambiamenti nel mercato del lavoro a distanza di dieci anni, fa luce su un fenomeno che colpisce soprattutto i più giovani: in Italia nel 2022 il 43,5% dei nuovi ingressi in occupazione si concretizza in accordi informali, lavoro intermittente o addirittura nella non conoscenza del contratto. La percentuale è in deciso aumento rispetto a quella del 2011, quando si attestava al 18,7%. A quel 43,5% si aggiunge poi un 22,3% (23,8% nel 2011) di occupazioni a tempo determinato. Gli ingressi a tempo indeterminato si attestano invece sul 30,5% (erano al 26,2% nel 2011).