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1 Febbraio 2025
di Daniela Polizzi
Siena: Delfin e Caltagirone non in conflitto. Il Leone: cda più internazionale
«Profili con esperienza in ambiti geografici diversificati e in mercati in cui è più marcata la presenza del gruppo», professionisti che sappiano tenere il timone in un contesto complesso e dei suoi rischi. Dopo la presentazione del piano strategico a Venezia, sono arrivate le indicazioni del consiglio uscente di Generali sulla composizione delle per l’assemblea di maggio chiamata a rinnovare il board. Il presidente Andrea Sironi e il ceo Philippe Donnet — che hanno dato disponibilità a un nuovo mandato — mercoledì, assieme al cda, avevano preso atto che l’incertezza procedurale legata ai regolamenti sull’attuazione della Legge capitali non consentiva di stilare una lista del cda uscente.
Ora spetta ai soci muovere le pedine. Mediobanca, con il 13,1% del Leone, potrebbe lavorare a una lista di maggioranza candidando Donnet e Sironi e attingere a profili tra gli istituzionali componendo un elenco che assomigli il più possibile a quello della lista del cda per convincere il mercato. Il cda del Leone ribadisce l’importanza di un consiglio con 13 componenti indipendenti e «suggerisce di incrementarne il numero di membri di nazionalità diversa». Anche da Caltagirone e Delfin — azionisti del Leone con, rispettivamente, il 7% e il 9,9% circa — sono attese le candidature.
Si entra nel vivo della partita che ha molti fronti. Non ultimo quello dell’ops annunciata dal Monte dei Paschi su Mediobanca e degli intrecci azionari tra soci. Di Mediobanca Delfin ha il 20% e Caltagirone oltre il 7%. Nel Monte Delfin ha il 9,9%, mentre Caltagirone è sopra il 5%.
I rating di Moodys
Outlook al ribasso per il credito Mediobanca Mps beneficerebbe dell’operazione
Ieri è stato reso pubblico il documento scritto dal comitato Parti correlate del Monte, alla vigilia dell’ops, che ha escluso «vantaggi particolari» per Delfin e Caltagirone, che sono appunto parti correlate, su Mediobanca. Un’operazione strutturata «unicamente sulla base di valutazioni effettuate dal management di Mps in totale autonomia».
Scrive il comitato che i consiglieri non indipendenti — Elena De Simone e Alessandro Caltagirone, espressione dell’omonimo gruppo romano — «per ragioni di opportunità, non hanno partecipato alla votazione» sull’ops. Che ha ricevuto il voto unanime dai consiglieri del ministero dell’Economia (11,7% del Monte), così come da quello indicato da Delfin e dai due espressi da Anima holding, nominati consiglieri indipendenti di Mps. Gli esponenti dei privati erano entrati nel cda di Siena dopo che Caltagirone e Delfin avevano acquistato a novembre dal Mef. Nella nuova entità (adesione al 66,7%), avrebbero il 15% Delfin e il 6,6% Caltagirone.
I titoli delle due banche ieri sono rimasti appena sotto la parità e l’ops di Mps si è confermata anche ieri a sconto del 10%. È arrivato anche il giudizio di Moody’s che dà una valutazione sulle due banche. Sul fronte del credito, Mediobanca con l’ops verrebbe penalizzata per cui l’agenzia ha cambiato l’outlook da stabile a negativo pur confermando i rating. Per contro il profilo finanziario di Mps beneficerebbe dell’operazione (l’outlook da stabile a positivo) «dato il più forte merito di credito standalone di Mediobanca».