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Trump e il complotto contro l’Europa: le due strategie per dare l’assalto all’euro (e nascondere le fragilità Usa)
19 Febbraio 2025
“Offerta inadeguata” il patto Mediobanca si schiera con Nagel su Monte Paschi
20 Febbraio 2025I soci storici di Piazzetta Cuccia a favore della linea dell’ad Nagel. Falck e Aspesi entrano con lo 0,46%
Il prezzo proposto dal Monte dei Paschi per acquisire Mediobanca (per ora) non è giusto. I soci storici di piazzetta Cuccia, riuniti nel patto di consultazione, per il momento si schierano con il consiglio di amministrazione che ha bocciato l’offerta formulata da Luigi Lovaglio giudicandola «inadeguata». Nel contempo la versione leggera del vecchio patto di sindacato si allarga e rafforza la presa sulla banca guidata da Alberto Nagel, arrotondando la quota all’11,87% del capitale.
L’amministratore delegato Alberto Nagel e il direttore generale Francesco Saverio Vinci hanno dettagliato agli azionisti la posizione del consiglio di amministrazione, trovando una condivisione di vedute. «Il patto è d’accordo con il board», ha detto ai cronisti in piazzetta Cuccia un socio, in cambio di anonimato. Quelli offerti da Mps, ha aggiunto, «sono dei valori completamente non adeguati: lei venderebbe sottocosto?», si è chiesto con un velo di ironia. Su cosa fare, ha chiosato, «vedremo quando l’offerta ci sarà, se ci sarà», lasciando intendere che i 13,3 miliardi, per ora solo carta contro carta, non possono essere sufficienti per considerare sul serio la proposta di Siena e si è in attesa di un ritocco. Se il problema è il prezzo, lo scenario può infatti cambiare con un rilancio di Rocca Salimbeni: ai valori di Borsa servono circa due miliardi per permettere all’offerta di Mps di pareggiare la capitalizzazione di Mediobanca, ma per assicurare un premio agli azionisti bisogna spendere qualcosa in più.
Nagel e i suoi, che difendono l’indipendenza di piazzetta Cuccia, confidano di avere dalla loro parte il 35% dell’azionariato che è in mano ai fondi (primo fra loro Blackrock al 4,23%), contano anche sulla gran parte dei soci storici e su un nocciolo di imprenditori-clienti-azionisti di Mediobanca che non hanno conferito le loro azioni nel patto. Sull’altra sponda, insieme a soci più piccoli quali casse di previdenza (come l’Enpam) e le Poste, ci sono la Delfin della famiglia Del Vecchio, al 19,81%, e Francesco Gaetano Caltagirone, che controlla il 7,66% di piazzetta Cuccia. Sono loro anche i principali soci privati di Montepaschi: gli eredi del fondatore di Luxottica hanno il 9,78% di Siena, mentre l’imprenditore romano è un soffio sopra il 5%.