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27 Ottobre 2023I dati della Regione: quasi una su 10 è sfitta, l’81% per mancata manutenzione. Ma non ci sono risorse
Giulio Gori
In Toscana ci sono cinquantamila case popolari. Ma più del 10% o è vuoto, a causa delle ristrutturazioni che tardano, o non è assegnato a legittimi proprietari, per colpa delle occupazioni. Sono infatti 45.309 le famiglie ospitate nei 49.924 appartamenti Erp esistenti. Con una media di 2,38 persone a famiglia, il totale degli inquilini arriva a 107.744: significa che nelle 4.615 case popolari non utilizzate, potrebbero vivere altre undicimila persone, a fronte di quasi diciottomila famiglie, ovvero quarantaduemila persone, in lista d’attesa. E un ulteriore 2% degli alloggi Erp è occupato da chi non ne ha titolo o abusivamente.
I numeri emergono dal rapporto «Abitare in Toscana 2023», presentato ieri dalla Regione. Delle case popolari sfitte, l’81% lo è a causa della necessità di manutenzione e per metà di queste non ci sono le risorse, mentre un 14% è disponibile e non assegnato per motivi burocratici. Grazie al Pnrr era prevista la riqualificazione di 2.750 alloggi, più la possibilità di rimetterne a posto altri 1.642 in caso di economie di gara sul primo elenco. Ma la guerra in Ucraina e il rincaro dei prezzi — recita il rapporto — ha fatto sì che i numeri debbano essere rivisti, con almeno un centinaio di interventi in meno.
In Toscana, chi sta meglio è Livorno, con 26,4 alloggi Erp ogni 100 famiglie con reddito Isee sotto i 16.500 euro. Fanalino di coda è Pistoia con 8,7, mentre Firenze è a metà strada, a 19,4. La media regionale si ferma a 16,5, contro il 18 del 2021 e il 19 del 2020: la tendenza è il dato più importante, che dà il segnale dell’impoverimento della popolazione. La Regione lancia l’allarme e punta l’indice contro Roma: «Il governo — dice l’assessora al sociale Serena Spinelli — nel 2023 ha azzerato il fondo per i contributi agli affitti e per la morosità incolpevole, che in Toscana consentivano a più di ventimila nuclei familiari di attenuare le difficoltà. E non si vedono segnali nella prossima manovra di bilancio: nessun investimento significativo è previsto per l’edilizia residenziale pubblica, né per nuove costruzioni né per le ristrutturazioni, così come per la rigenerazione urbana. I temi dell’abitare, invece, dovrebbero stare al centro dell’agenda politica del Paese, per contrastare la povertà e le marginalità sociali».
Il rapporto spiega che per il sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole in Toscana nel 2022 le risorse disponibili erano state pari a 27 milioni, di cui le 23,3 milioni provenienti dallo Stato azzerate per il 2023. Di contro gli sfratti erano già in aumento l’anno scorso con un più 163% rispetto al 2021 (più 200% di richieste). «In Toscana persiste un’emergenza che si aggrava, davanti all’indifferenza del governo — è il j’accuse del segretario toscano del Pd, Emiliano Fossi, e di Francesco Battistini, responsabile Politiche abitative del partito — Serve un nuovo grande Piano Casa organico, che passi anche dal rilancio dell’edilizia popolare pubblica».
Dopo la pandemia, il mercato immobiliare era tornato a volare: nel 2022 ha fatto segnare un più 6,8% di compravendite (contro il più 4,7% nazionale), malgrado l’aumento del 4,5% del costo dei mutui. Secondo i dati di Tecnocasa nel secondo trimestre del 2023 c’è stato un crollo delle compravendite in tutta la regione (a Firenze il 12,7% in meno) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’apparente paradosso, secondo il rapporto della Regione, è che dal 2016 al 2022 i prezzi medi degli affitti sono calati del 7%, addirittura del 25% a Firenze città. Significa che il fenomeno degli Airbnb non traina i prezzi verso l’alto? «Al contrario — spiega al nostro giornale Tommaso Frangioni, che ha curato questa parte del rapporto — Ad essere stato trasformato in locazioni turistiche brevi è il patrimonio edilizio in migliori condizioni, quindi quel dato significa solo che a disposizione delle famiglie e degli studenti sono rimaste le case in condizioni peggiori».
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