Ma nell’estate in cui l’overtourism, ovvero l’eccesso di turismo, ha invaso i media come mai prima d’ora da noi, c’è mezza Italia che si lamenta che i turisti siano troppo pochi. Non solo a causa dell’eterna lotta tra chi col turismo guadagna e chi vorrebbe farne a meno, ma anche perché i flussi turistici in questo agosto hanno subito frenate più o meno inattese, a macchia di leopardo, in diverse aree del Paese. I motivi si capiranno meglio nel tempo, ma si può dire fin d’ora che le abitudini stagionali dei turisti, stranieri e non solo, stanno cambiando (si viaggia meno in luglio e agosto, di più in primavera e autunno) e soprattutto che tanti italiani in vacanza non ci vanno più o ci vanno per meno giorni per via dell’aumento dei prezzi.
Il caso meno atteso è quello di Napoli, che dopo un quindicennio di boom si è scoperta fragile: -20% di presenza a cavallo di Ferragosto, giù sia gli alberghi che i B&B. “Per consolidare Napoli come capitale turistica – dice Salvatore Naldi di Federalberghi Napoli – resta fondamentale la programmazione di eventi di spessore”. È quello che aveva fatto l’anno scorso Roma, con una sequenza senza precedenti di concerti al Circo Massimo che per ovvi motivi di conservazione non ha potuto essere replicata. Calo netto anche in Sicilia, dove si arriva a picchi del -30%, con Agrigento che, spiega Assoturismo-Confesercenti, scende del 25%, probabilmente anche a causa del rinvio di alcuni viaggi al 2025 (quando la città sarà Capitale italiana della Cultura): pesa in questo caso anche la siccità, tanto in sé quanto per l’eco mediatica. Male anche la Calabria, Regione che fatica ad attrarre turismo, e l’Abruzzo, dove Federalberghi punta il dito sul disagio giovanile che crea un “problema di sicurezza” e “danneggia un sistema turistico già gravato da condizioni stagionali complesse”. E ancora cali – e assai netti – a Viterbo, a Reggio Emilia o negli stabilimenti balneari di Liguria, Marche, Lazio (a Ostia e Fregene lamentano cali del 40%) e pure della Puglia, che ieri s’è beccata le critiche della sua ex “ambasciatrice” Nancy Dell’Olio: “L’appeal va sostenuto con la qualità, il lusso non è solo alzare i prezzi”.
In attesa di dati consolidati, questi vanno usati come indicazioni di massima, all’interno di un quadro che resta molto variegato: il totale dell’anno dovrebbe risultare migliore di quello del 2023, complice una crescita rapidissima dell’extralberghiero (+11% nel 2023 e quest’anno sale ancora).
Gli allarmi a macchia di leopardo hanno però un comun denominatore di un certo rilievo: mentre aumenta il turismo estero – Fipe-Confcommercio a fine luglio calcolava un +4% rispetto al 2023 – il turismo interno continua a rallentare (-0,8% la stima per l’estate). La permanenza media degli italiani nelle strutture continua a calare: 4,8 notti a luglio 2024 rispetto alle 5,2 del luglio 2023 (dati Enit-ministero del Turismo). E molti non partono proprio: per Assoutenti il 44,8% degli italiani ha rinunciato alle vacanze estive quest’anno, mentre gli altri hanno fatto registrare un aumento dei viaggi verso l’estero. Tradotto: il turismo in Italia è sempre più dipendente dai viaggiatori stranieri, americani in particolare, che continuano a scegliere l’Europa anche per via del cambio favorevole.
A pesare sul calo del turismo interno c’è ovviamente il caro prezzi, con l’inflazione turistica che su base annua viaggia al 4,1% (stima Demoskopika) e riduce il potere d’acquisto delle famiglie. Ma non solo. Ormai pare assodato che le abitudini turistiche stiano cambiando: il turismo si sta spostando sempre più sull’intero arco dell’anno, anche a causa – è il parere del settore – dell’aumento delle temperature. Uno studio di Enit, pubblicato a febbraio, ha stimato un calo del 25% dei flussi di turisti stranieri nei mesi estivi con un contestuale aumento in primavera e autunno, una dinamica vista in altre mete del Mediterraneo.
Sarà il tempo a dire se questi dati, evidenti nel post-Covid, si consolideranno, ma è certo che l’anno scorso – spiazzando gli osservatori – al primo posto per presenze turistiche dopo Roma, Venezia, Firenze e Milano (che includono nel conto anche chi ci dorme per lavoro), c’era Cavallino-Treporti, Comune del veneziano specializzato nei campeggi: sorpasso su Rimini dovuto sia al calo della Romagna causato dell’alluvione, sia a un balzo del +80% dei camping di Cavallino a maggio e a settembre. Si può certo festeggiare per i record (veri o presunti) o i nuovi B&B, ma se il viaggio si fa sempre più low cost per l’Italia non è certo una buona notizia.