Un gruppo di Singapore si compra l’ex ospedale militare di San Gallo
Passa di mano l’area da 20mila metri quadrati di costruito dove saranno realizzati hotel e residenze di lusso Presiede il cda Anil Thadani, magnate indiano del settore alberghiero. I lavori accelerano, dureranno 30 mesi
di Ernesto Ferrara Matteo Lignelli
Mani orientali sulla nuova cittadella extralusso nell’ex ospedale militare di San Gallo. Un quartiere dove a detta di chi ha visto il progetto nei dettagli “ di popolare non ci sarà proprio nulla”, tra alberghi di altissima fascia, residenze di pregio e ristoranti. I lavori sono iniziati a marzo scorso e da un mese sono entrati nella fase due, quella decisiva. E ora salta fuori che la proprietà dell’area e la gestione stessa della mega operazione immobiliare sono cambiate: il gruppo Gb invest holding dell’imprenditore toscano Stefano Nesti, re delle scommesse on line ora a capo di un impero tra alberghi e ristoranti, oggi detiene solo il 20% delle quote della San Gallo Development (Dvp) che gestisce l’investimento. L’80% è passato in mano ad un gruppo di Singapore, la “ Liaigre hospitality ventures limited” che già tempo fa era entrata nel capitale con una piccola quota del 10%. Adesso è il mega gruppo alberghiero a gestire di fatto la rigenerazione di San Gallo e alla guida dell’operazione come presidente del cda della “ San Gallo Dvp” dallo scorso 2 maggio c’è Anil Thadani, magnate indiano del settore alberghiero, fondatore e patron della Symphony’s investment manager che gestisce resort in giro per il mondo ma è anche titolare di uno dei principali fondi di private equity asiatici. Capitali orientali, acquirenti orientali: è al mercato asiatico alto spendente che è destinata la residenza e l’accoglienza alberghiera di San Gallo.
Questo è uno dei più grossi recuperi degli ultimi anni. Nell’area dell’ex ospedale militare – quasi 20 mila metri quadrati tra via San Gallo e viaCavour – dal 17 giugno è ufficialmente partita la seconda parte dei lavori. Il traguardo è fissato tra 30 mesi, ovvero due anni e mezzo. A quel punto saranno passati quasi 10 anni dalla presentazione del progetto che nel 2017 ha vinto il concorso bandito da Cassa Depositi e Prestiti, elaborato da Fabrizio Rossi Prodi. Il recupero dell’ospedale darà vita a un complesso per il 70% ad uso ricettivo, a partire dalla costruzione di un hotel di lusso, un cinque stelle molto qualificato dal taglio moderno. « Sarà una struttura innovativa, un nuovo modello di ricezione: nonavrà un grande numero di camere, meno di 100, ma saranno suite di grandi dimensioni, con i bagni finestrati» spiega Rossi Prodi. Anche neidue conventi ( che avevano già una vocazione ricettiva) saranno ricavate delle camere, e una delle corti si trasformerà in un ristorante, anchequesto « di alto livello » . « Si tratta di un importante intervento di riqualificazione di un patrimonio edilizio del centro storico, senza aggiungere volumetrie » . Saranno mantenuti alcuni spazi storici, ambienti destinati a raccontare Firenze a un turismo di qualità, colto, che abbia a cuore la cultura. L’opposto di quello che accade oggi » rivendica l’architetto. Ci saranno spazi verdi, piazze e percorsi ai cittadini. Nel complesso si aprirà un collegamento tra le due strade, via San Gallo e Cavour.
Il restante 30% degli spazi ha destinazione residenziale, ma i prezzi saranno tutt’altro che residenziali. L’accordo preso con il Comune prevede l’obbligo di non insediare per 10 anni affittacamere, b& b e altro, ma la natura delle residenze di lusso non è certo votata a quel tipo di rendita. Alcuni appartamenti di lusso saranno realizzati in un edificio a vetri molto simile all’hotel adiacente. La fascia di prezzo ( ad oggi sconosciuta) sarà però altissima anche perché tra i mercati a cui è destinata c’è quello asiatico. « Si tratta di appartamenti di grandi dimensioni, curati nel paesaggio esterno e arredati da interior designer » aggiunge Rossi Prodi. Di fronte a questo edificio moderno c’è un altro blocco di appartamenti, con al piano terra spazi commerciali. Si tratterà di case anche più care di quelle della Manifattura Tabacchi, dove si parte da 290 mila euro e si arriva a 2 milioni, tra 7 e 11 mila euro al metro quadrato. Un altro pezzo della città dei ricchi. Stavolta con investitori di Singapore, ultimi di una lunga serie di capitali stranieri che hanno puntato a quel segmento a Firenze: sauditi, americani, inglesi, francesi, argentini, guatemaltechi, israeliani, di Taiwan, indiani, olandesi.