Il desiderio dell’immortalità
15 Giugno 2023News
15 Giugno 2023Una prima bozza per un dizionario civico
CULTURA
Voce:
Cultura
Titolo:
Le radici condivise formano buoni cittadini.
Definizione breve:
La cultura non è un insieme di notizie, ma una chiara percezione della nostra vita, del nostro territorio, dei rapporti con gli altri, ed è il fondamento per risvegliare nei cittadini quella coscienza condivisa che è alla base del concetto stesso di “civismo”.
Definizione lunga:
Il dovere principale dell’amministratore culturale “civico” è quello di tornare a raccontare la città in cui vive ricucendo, con il filo della cultura, gli strappi presenti nel tessuto della società onde consolidare e salvaguardare il “genius loci” e risvegliare quel senso di comune appartenenza che permette ai cittadini, in primo luogo, di conoscere, apprezzare e rispettare gli aspetti naturalistici, storici e culturali del luogo in cui vivono.
Per il raggiungimento di questo obiettivo è imprescindibile avere contezza delle realtà culturali operanti sul territorio: la loro valorizzazione, la loro messa a sistema e il loro coinvolgimento in un progetto che sia condiviso fin dalla sua genesi faranno in modo di poter raggiungere in maniera capillare ogni angolo della realtà in cui si opera, oltre a permettere ad ogni operatore un’interazione diretta e partecipata con la politica culturale dell’amministrazione civica.
Per il civismo, una città sana culturalmente è una città che, invece di limitarsi a importare cultura dall’esterno, la produce al suo interno: è dunque imperativo valorizzare le forze interne alla città invece di umiliarne le potenzialità schiacciandole col peso di scelte culturali improntate unicamente all’offerta di eventi concepiti o gestiti lontano dal territorio in cui si opera e quindi completamente avulsi dal tessuto sociale che li ospita, che utilizzano la città come quinta prospettica senza coinvolgerne il cuore. Onde poter operare in questa direzione, è inoltre necessario che l’amministrazione civica che decida di concedere denari pubblici a iniziative private abbia voce in capitolo concertando secondo i criteri suesposti l’offerta culturale di chi riceve il finanziamento.
Se è vero com’è vero che “un uovo è natura, una frittata è cultura”, ogni atto umano che incida sul corso naturale delle cose è, di fatto, un atto culturale. Il civismo dunque non fa snobismi: valorizza la sagra del prodotto tipico tanto quanto valorizzerebbe una mostra di reperti archeologici perché la sua finalità, vale la pena ripeterlo, è promuovere, diffondere e far conoscere l’offerta culturale del territorio nella sua interezza.
In questo senso, la promozione culturale è anche promozione del territorio e dunque possibile incentivo agli afflussi turistici, in un’imprescindibile sinergia tra il settore cultura, il settore turismo e il settore sviluppo del territorio.
E’ inoltre di tutta evidenza che nessun mondo culturale è autoreferenziale. Se si tiene conto del fatto che la nostra cultura altro non è che il risultato di migliaia di contaminazioni che non hanno mai alterato la propria identità d’origine, l’imperativo categorico dell’amministratore culturale non è solo quello di raccontare il passato ma di preparare il futuro: in questo senso, deve tener conto dei flussi migratori presenti sul territorio e dell’esistenza di “nuovi” cittadini, favorendo l’integrazione culturale tra mondi apparentemente lontani ma uniti dalla medesima condizione umana e rendendo più difficoltosa, in questo modo, la formazione di “ghetti”.
In conclusione: il civismo forma, attraverso il racconto del susseguirsi delle vicende umane che hanno costruito il presente, cittadini coscienti di essere parte viva di una Storia che ha radici lontane, li rende partecipi della civiltà creata da chi abitava prima di noi le nostre città e apre i loro occhi perché possano riconoscere dentro se stessi e in ogni pietra del loro territorio quelle radici identitarie condivise che fanno di un uomo un cittadino pienamente consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri.
ECONOMIA
Voce:
ECONOMIA
Slogan:
“Insieme di attività di produzione, consumo e scambio finalizzate alla generazione del benessere collettivo”
Definizione breve:
Il sistema economico, quale luogo in cui avvengono i processi di produzione, di consumo e di scambio di prodotti e servizi, deve essere considerato e governato come strumento per assicurare il benessere della comunità locale nel rispetto dell’ambiente e delle future generazioni.
Definizione lunga:
In una prospettiva civica, l’attività economica deve essere considerata (e gestita) come il mezzo per assicurare lo sviluppo delle comunità nel rispetto dei limiti posti dagli ecosistemi e, conseguentemente, dei diritti della natura e delle future generazioni. In tale prospettiva il cittadino perde la semplice funzione di attore “meccanico”, guidato nel suo agire dal solo interesse personale, ma diviene parte attiva di una comunità che punta al raggiungimento di un benessere condiviso e duraturo. Ciò consente di abbandonare una visione che guarda solo all’efficienza e al tornaconto individuale e di includere nelle scelte economiche delle attente valutazioni sulle ricadute sociali e ambientali.
Un vero civismo deve avere come costante riferimento l’idea che l’economia rappresenta il mezzo per costituire una società in cui ogni individuo percepisce la propria vita come pienamente degna di essere vissuta, senza però dimenticare che il suo funzionamento richiede un costante utilizzo di risorse naturali e una continua generazione di emissioni e rifiuti. L’assunzione della consapevolezza che l’uomo non può sottrarsi ai limiti posti dagli ecosistemi costituisce il riferimento etico per governare la città tenendo ben presente nell’amministrazione della casa comune (economia) che questa è “edificata” all’interno di un ecosistema di cui vanno rispettate le regole e che deve essere conservato per le generazioni future.
L’economia è una creazione dell’uomo e una città e il suo territorio non sono altro che il luogo dove un sistema economico si sviluppa con i suoi processi di produzione, di consumo, di scambio e di rapporti con il contesto esterno. Di conseguenza, una economia civica deve dotarsi di salde direttrici di politica economica che devono essere declinate in modo opportuno per facilitare il perseguimento degli obiettivi.
L’urgenza degli interventi e il rispetto degli impegni assunti con la collettività deve avere la precedenza sull’acritico rispetto dei vincoli finanziari. Ciò non significa portare la spesa pubblica fuori controllo, quanto piuttosto condurre un’attenta ricognizione delle risorse disponibili, evitare accantonamenti infruttuosi, utilizzare con intelligenza gli strumenti di finanziamento e di credito a disposizione dell’amministrazione locale. Le risorse investite per il territorio e la collettività, se utilizzate con attenzione e capacità progettuale, rappresentano un importante motore dello sviluppo e sono in grado di generare un significativo effetto moltiplicatore per il sistema economico locale.
Nelle attività produttive, la politica economica civica deve avere la capacità di individuare i settori capaci di veicolare valore aggiunto nel territorio e concentrarsi su di essi per supportarli nella maniera adeguata, mostrando un’attitudine nel riconoscere e valorizzare le proposte innovative locali. Stesso approccio deve essere adottato nell’assegnare risorse pubbliche ad iniziative private che usufruiscono degli spazi cittadini: andranno sostenute solo quelle che sono in linea con le direttrici stabilite dall’amministrazione civica in termini sociali, ambientali e culturali.
Consistenti risorse andranno destinate per supportare i cittadini a riconoscere e praticare scelte di consumo consapevole e responsabile, sia rispetto alle forme e ai luoghi di acquisto che di utilizzo e smaltimento dei prodotti.
Un’economia ispirata al civismo deve investire in gestione dell’arredo e del verde urbano, in pulizia delle strade, in efficienza dei servizi pubblici, per rendere la citta viva e vivibile. Un’economia civica deve portare la comunità locale a riappropriarsi della città, dei suoi spazi e dei suoi significati, rendendo i cittadini allo stesso tempo fruitori e custodi della storia di cui sono eredi e della bellezza di cui fanno parte.
SOCIALE
Voce: Sociale
Slogan: Scopo del Sociale è il suo superamento.
Definizione breve:
Il termine “Sociale” include tutto quanto ci coinvolge sia razionalmente che emotivamente: umanità, giustizia, equità, inclusione, sostegno, empatia, ovvero la capacità di calarsi nella realtà di chi si trova in condizioni di vulnerabilità quali minori, anziani, disabili e minoranze. Solo attraverso un percorso di condivisione possiamo definirci esseri sociali.
Accingerci a risollevare qualcuno da terra: è il solo motivo che ci autorizzi a guardare qualcuno dall’alto in basso.
(Jesse Jackson Jr.)
Definizione lunga:
Un sano comportamento civico conduce la collettività a rivedere le asimmetrie del sociale evitando le strumentalizzazioni, le dipendenze e qualsiasi forma di annullamento dell’altro.
Una condotta sociale, che si esplica attraverso una serie di atti, regolamenti e azioni concrete, deve avere quale primario obiettivo l’inclusione della persona, evitandone la marginalizzazione e le situazioni che ne possano compromettere la dignità.
Civismo nel “Sociale” significa impegnarsi per consentire ad ogni singolo cittadino una vita dignitosa che consenta di partecipare alla vita sociale in condizioni adeguate, abbattendo le barriere fisiche e mentali che impediscono, in presenza di particolari problematiche, di vivere quella che viene definita ‘normalità’.
La politica civica deve tendere a garantire autonomia abitativa, lavorativa e di movimento affinché ogni cittadino non si trovi in condizioni di bisogno, ma messo in grado di affrontare dignitosamente la propria esistenza sotto la spinta della crescita e non dell’assistenzialismo.
La dimensione sociale non può prescindere dalla sostenibilità dell’azione che deve trovare concretezza e applicazione pratica in un orizzonte temporale ben definito e aperto al cambiamento.
Il profondo sentire in maniera civica, applicato al mondo del “Sociale”, trasforma una moltitudine di persone in una comunità capace di assumere una dimensione culturale. Una comunità è tale quando è coesa, solidale, accogliente, fiduciosa, equa, ovvero capace di prendersi cura degli ultimi; è proprio il raggiungimento di questi obiettivi che deve guidare le menti verso la formazione della società civica del futuro che sappia garantire pari dignità ai propri cittadini.
Una società civile in grado di guardare ai bisogni delle persone deve saper proporre soluzioni concrete, facilmente attuabili e universalmente riconosciute efficaci ed efficienti, che rispondano alle numerose problematiche che riguardano le categorie socialmente più a rischio quali bambini, diversamente abili, giovani, donne, anziani e disoccupati.
Oggi queste criticità non sempre trovano immediato accoglimento e tempestiva soluzione in quanto accade talvolta che vengano affrontate in situazioni di emergenza. E’ fondamentale invece sottolineare l’importanza dell’azione programmata condotta da chi ha la responsabilità e il mandato ad agire per il bene comune, al fine di fornire risposte sollecite e risolutive.
L’approccio corretto alle problematiche legate al mondo del sociale inizia con la capacità di mettere a disposizione delle persone in difficoltà, spazi, strutture e figure preparate all’ascolto, al supporto e all’assistenza in un percorso sempre più complesso e articolato che porti alla soluzione.
Per realizzare l’obiettivo di soddisfare al meglio le richieste provenienti dalle diverse realtà sociali, è indispensabile coinvolgere tutte le Associazioni del Terzo Settore presenti sul territorio che, in un rapporto di reciproca armonizzazione, potrebbero accrescere le proprie conoscenze e esperienze integrandole con quelle degli altri.
Voce:
Ambiente
Slogan:
“Proteggere l’ambiente per vivere bene ed in salute”
Definizione breve:
L’ambiente inteso come insieme di acqua, aria, terra, animali, vegetali e insediamenti umani che coesistono armoniosamente tra loro e concorrono, attraverso e grazie all’azione di un’amministrazione che promuove ed incoraggia comportamenti sostenibili, al mantenimento dell’ecosistema in buono stato di salute per le generazioni di cittadini presenti e per quelle future.
Definizione lunga:
In una società civicamente progredita a livello ambientale alla base del concetto di “cittadino” c’è la consapevolezza che il proprio agire personale ha una ricaduta diretta e/o indiretta sull’ambiente e di conseguenza sugli altri; ogni azione quindi è improntata al rispetto, alla prevenzione, alla tutela dell’ambiente in quanto bene comune di cui avere cura.
In un contesto antropizzato è chiaro che l’ambiente non può prescindere da quello che è l’insediamento urbano con palazzi, strade, aziende, fabbriche, mezzi di trasporto, giardini e spazi verdi privati e pubblici, esseri viventi che vi coabitano. Questo possiamo considerarlo come un microambiente intorno al quale si sviluppa un macroambiente composto da aria, flora, fauna, terra e acqua.
All’interno di questi due ambienti (micro e macroambiente) si inserisce l’azione dell’amministrazione che, adottando politiche ambientali idonee, sviluppa e consente una interazione tra gli ambienti benefica e produttiva.
Per far sì che ciò si verifichi è necessario in primis che vi sia una conoscenza dettagliata del macroambiente in cui il microambiente viene ad inserirsi così da poter permettere uno sviluppo o una sussistenza del secondo che sia pienamente rispettosa del primo.
Nell’ipotesi di microambienti già sviluppatisi in maniera aggressiva -situazione che frequentemente ritroviamo nelle nostre città, nelle periferie, nelle zone industriali, nelle zone agricole basate su monocolture e allevamenti intensivi- si può intervenire andando a studiare gli elementi che hanno creato la criticità e sviluppando un piano di recupero e ripristino ambientale.
In tal senso è necessario che gli organi preposti al controllo territoriale siano in stretta e diretta comunicazione tra di loro e con gli uffici amministrativi competenti (Lavori Pubblici, Settore ambiente, Urbanistica, Servizi Sociali) così da consentire, attraverso un’attenta programmazione di interventi di tutela, bonifica e risanamento, il mantenimento di un buono stato di salute ed armonia ambientali.
Troppo spesso i necessari interventi a risanamento di situazioni ambientali critiche è evitato per via degli alti costi che questi richiedono o perché gli stessi andrebbe ad interrompere o modificare delle attività o dei processi in atto creando un ingente “danno” economico diretto alle amministrazioni o ai privati.
Tuttavia non si analizza mai in maniera approfondita e dettagliata il danno indiretto che i cittadini in primis e flora e fauna di seguito, subiscono in situazioni di degrado ambientale, danni che si manifestano in malattie moralmente ed economicamente ben più costose e gravi per la società.
Un’amministrazione lungimirante attua, attraverso i propri uffici e i propri cittadini, delle politiche ambientali che portino a:
-diminuire l’inquinamento atmosferico da traffico veicolare, incentivando il trasporto pubblico locale con mezzi ad impatto ambientale ridotto o ad emissioni zero di CO2;
-redigere o aggiornare il piano regolatore in maniera tale da sostenere ed incentivare il recupero degli immobili esistenti, l’efficientamento energetico degli stessi, arrestando così il fenomeno della cementificazione selvaggia e favorendo l’edilizia sostenibile;
-verificare, mantenere e ristrutturare gli impianti di depurazione delle acque, garantendo una reimmissione nell’ambiente di acque non inquinate;
-sostenere ed incentivare la riduzione della produzione di beni e prodotti, riducendo alla fonte la produzione di rifiuti e promuovendo il riuso, riutilizzo, recupero e riciclo delle materie prime-seconde;
-controllare e verificare gli impianti che operano nel ciclo dei rifiuti, garantendone il corretto funzionamento;
-promuovere sul territorio, anche attraverso la collaborazione con gli istituti universitari, le aziende e le associazioni territoriali, la ricerca e lo studio di metodologie a impatto zero;
-tutelare e valorizzare il patrimonio boschivo, il verde pubblico e privato, attraverso la progettazione di percorsi naturalistici e/o tematici, la creazione di riserve naturali.
SICUREZZA
Slogan
Un bene comune da promuovere integrando rigenerazione ambientale e inclusione sociale
Definizione Breve
La sicurezza urbana è un bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città, da perseguire attraverso azioni combinate di controllo del territorio, interventi di riqualificazione e recupero delle aree o dei siti più degradati, eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, prevenzione della criminalità, promozione del rispetto della legalità e l’affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile.
Definizione Lunga
Garantire sicurezza significa contrastare il degrado, che equivale a sua volta a combattere i fattori di discriminazione, marginalità, miseria che portano molte persone all’esclusione sociale: le politiche di sicurezza integrata si sviluppano nel medio-lungo periodo, necessitano di competenze varie e intersecanti i vari settori, in particolare urbanistica, lavori pubblici, ambiente e servizi sociali e sono volte al perseguimento di fattori di equilibrio e di coesione sociale, di vivibilità e di prevenzione.
Adottare un approccio integrato alla sicurezza dei luoghi implica implementare delle politiche volte alla rigenerazione e riqualificazione degli spazi poco sicuri.
La politica civica per la sicurezza dello spazio urbano unisce e persegue tre modalità attraverso le quali è possibile lavorare per costruire la sicurezza dei cittadini:
– Le azioni di controllo, attraverso l’operato delle forze dell’ordine e dell’apparato giudiziario che, per i Comuni, significa la gestione efficace del Corpo di Polizia Locale ed un’azione incisiva nell’Ambito del Comitato di Ordine Pubblico e Sicurezza presso le Prefetture territoriali competenti;
– Le azioni che operano sul contesto sociale, per ridurre le condizioni di degrado e vulnerabilità che rappresentano concause dei comportamenti devianti,
– Le azioni di tipo ambientale, che operano sulla progettazione e l’organizzazione della città e dei suoi spazi, modificando quei fattori dell’ambiente che possono generare criminalità ed allarme sociale.
Solo attraverso un’integrazione delle politiche e degli ambiti d’intervento è possibile portare avanti un’azione efficace. Dunque accanto alle politiche di controllo della criminalità espletate delle forze dell’ordine, diventa fondamentale porre in atto politiche strutturali che agiscano sull’organizzazione e sulla gestione del contesto urbano, sia nelle sue componenti sociali che in quelle più strettamente urbanistiche e territoriali.
Il senso di insicurezza dipende infatti non solo dall’esperienza diretta di reati subiti, ma dalla situazione di caos, degrado urbano, inciviltà e disagio che possono essere combattuti solo attraverso un approccio integrato delle tre componenti.
Citiamo in tal senso la teoria della “Finestra Rotta” di Catherine Coles e George Kelling che, in “Fixing Broken Windows […]”1 chiariscono come partendo dalla scarsa manutenzione, dal semplice disordine, la situazione di un’area può gradualmente peggiorare arrivando ad uno stato di grave insicurezza. Con le parole degli autori, “se la finestra di una fabbrica o di un ufficio è rotta, i passanti guardandola arriveranno alla conclusione che nessuno se ne cura, che nessuno ne ha il controllo. Presto tutte le finestre saranno rotte e i passanti penseranno non solo che nessuno controlla l’edificio, ma anche che nessuno controlla la strada su cui si affaccia. Solo bande di giovani, criminali o sconsiderati possono avere qualcosa da fare in una strada non controllata, così sempre più cittadini abbandoneranno quella strada”.
In conclusione, il civismo, nell’ambito delle politiche di promozione delle sicurezza urbana, fa propri due concetti chiave:
1. il principale elemento che garantisce la sicurezza è costituito dalla vitalità di un quartiere: quello che Jane Jacobs2 definisce “l’occhio sulla strada”, ossia la presenza di affacci degli edifici, di attività, di movimento; tutti elementi che garantiscono la costante presenza di persone;
2. la sicurezza dipende dall’identificazione dei cittadini con il territorio: il cittadino infatti difende e rispetta uno spazio che sente proprio.
Ritornando, in maniera circolare, alla definizione di “bene pubblico” che abbiamo dato alla sicurezza in apertura di questo paragrafo.
1 Kelling G., Coles C., Fixing Broken Windows. Restoring Order and Reducing Crime in Our Communities, The Free Press, New York, 1996.
2 J.Jacobs, Death and life of great american cities, Vintage Books, New York,1961
DIZIONARIO DEL CIVISMO
Voce:
Bellezza
Slogan:
“La Bellezza sarà il faro per migliorare le nostre città”
Definizione breve:
In una epoca in cui rassegnazione e abitudine ci hanno educato al brutto la Bellezza, intesa come ordine, armonia e proporzione delle parti formerà il cittadino (civis) ad avere una nuova consapevolezza di sé stesso e della comunità in cui vive. Dobbiamo educare le nuove generazioni al Bello perché solo chi riconosce la Bellezza può cessare, con la conoscenza, di essere suddito per divenire cittadino.
Definizione lunga:
La bellezza è l’insieme delle qualità percepite tramite i cinque sensi. La connessione tra l’idea del bello e quella di bene, rinvia alla concezione della bellezza come ordine, armonia e proporzione delle parti. Per Aristotele e Platone il bello è il vero; tramite la bellezza e l’armonia delle forme si educavano i giovani ad una vita virtuosa. Solo nell’intelletto, esercitato alla conoscenza della verità, e nella volontà che tende al bene, è possibile crescere come persona e far crescere la comunità. Tutto ciò che è degno di ammirazione e di imitazione è bello e compito della bellezza è educare l’uomo all’ascesa verso il bene. La conoscenza permette di riconoscere la bellezza e diventa, pertanto, urgente insegnare a riconoscere la bellezza: ci domandiamo se sia possibile educare alla Bellezza. Peppino Impastato, giornalista attivista ucciso dalla mafia, pensava e sperava di sì. Era convinto che la Bellezza potesse salvare il mondo perché l’uomo ha bisogno di contemplare ciò che è bello per essere elevato alla Verità e alla Bontà. “Se si insegnasse la Bellezza alla gente, le si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e la omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità: si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre per sempre. E’ per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. Il mondo moderno e la attuale società tentano di estirpare il Vero ed il Bene abituandoci al “Brutto” ma la conoscenza, la volontà e la educazione al Bello devono allenare l’anima e la mente e portano le persone ad essere libere, a crescere e a far crescere la comunità umana. L’educazione alla bellezza consente alle menti libere, oltre alla crescita personale, di immaginare una città a dimensione d’uomo libere dai condizionamenti della abitudine e della rassegnazione. La Bellezza, speriamo, riuscirà a fermare questo incessante declino della nostra società e delle nostre realtà cittadine rassegnate e abituate al “brutto elargito”.