di EMANUELE FARNETI
Sono circa due chilometri, pochi minuti a piedi passando dal Duomo. Eppure, tra la molto famosa casa Versace in via del Gesù, quadrilatero della moda, e la molto discreta residenza di Miuccia Prada in zona Porta Romana sembra passarci un mondo. Là, Donatella negli anni ha invitato a cena Elton John e Madonna. Da Miuccia, Jeff Koons e Germano Celant.
Diverse le frequentazioni, diversi i gusti in fatto di stile.
Mondi opposti, verrebbe da dire. Donatella: famosa, famosissima, anche tra i ragazzini, la fermano per strada. Una delle dieci persone invitate al matrimonio di Britney Spears. Unica stilista oggetto di un’imitazione tv al Saturday Night Live. Miuccia riservata, riservatissima, mai in televisione, interviste con il contagocce, il tempo di affacciarsi dal sipario per salutare il pubblico a fine sfilata ed è già andata via.
E ora: Pradace, o forse Versada. Il web impazzisce per il matrimonio, l’Intelligenza artificiale le mostra che ridono e ballano assieme o con le braccia fanno il gesto dei cuoricini. Come è potuto succedere? Di Donatella si sa che è finita male, molto male con i precedenti proprietari del marchio, gli americani di Capri Holding — i tabloid inglesi nelle ultime settimane sono stati prodighi di dettagli anche sgradevoli. Le hanno offerto di fare da ambassador del brand, ma parrebbe solo sulla carta: mettendoci la faccia agli Oscar, forse al gran gala del Metropolitan Museum a New York e per il resto niente, ciascuno per la propria strada. Così la dicono assai felice di questa ultima forse non inattesa svolta degli eventi: poco dopo l’annuncio ha postato sui social la foto di un abbraccio con la signora Prada, sorridenti entrambi, e si è messa a disposizione “per supportare la nuova era del brand in ogni modo possibile”.
Che Miuccia raccolga l’offerta è tutto da vedere.
Improbabile che la richiami a disegnare le collezioni, ma forse potrebbe dare una mano in altro modo, magari su un progetto parallelo, chissà. Alla guida di Versace c’è da pochi giorni Dario Vitale, che prima lavorava proprio con Miuccia nell’altro marchio del gruppo, quel Miu Miu che è stato il vero fenomeno delle ultime stagioni. Qualcuno ha letto la sua nomina, annunciata mesi fa, come una prima mossa di Prada in Versace, ma pare improbabile, i tempi non tornano.
Qualcun altro pensa piuttosto che al designer potrebbe nuocere proprio il fatto di aver lasciato la Signora (così in azienda viene chiamata Miuccia) e che quindi il suo futuro nel nuovo ruolo non sia poi così scontato.
Intanto, e vedi un po’ il destino proprio nei giorni del gran ballo di Trump sui dazi, torna italiano il brand più amato dagli americani. In un settore nel quale il peso specifico dei colossi francesi LVMH e Kering si fa sempre maggiore, e la differenza di mezzi economici tra brand grandi e piccoli ogni giorno più incolmabile, non può che essere considerata una buona notizia. E un atto di coraggio, si dice molto voluto da Lorenzo Bertelli, il figlio maggiore di Miuccia più volte indicato dal padre Patrizio come futura guida del gruppo (il minore, Giulio, non lavora in azienda). L’operazione Versace sarebbe dunque un primo segnale. In attesa del ricambio generazionale, la stampa internazionale festeggia intanto “la più eccitante notizia sulla moda italiana da molto, molto tempo a questa parte” e il clamoroso nuovo giro di giostra delle due stiliste più famose e più amate del mondo.
Che, alla fine dei conti, hanno più cose in comune di quelle che le rendono diverse. Sono state, e sono, due donne di potere in un mondo che, per quanto strano possa sembrare, resta a trazione maschile. Ciascuna a modo suo, si è costruita un personaggio che è il riflesso esatto della propria identità. Né l’una né l’altra hanno mai flirtato con la finanza né con la politica. Entrambe sono poco inclini alla mediazione. Che una ami l’arte antica e l’altra il contemporaneo, che una sia mondana e l’altra no, c’è una cosa che le accomuna: hanno sempre fatto di testa propria. È possibile, forse probabile che quella delle due Signore al comando resterà solo una suggestione e che il business guiderà Prada e Versace ciascuno verso la propria strada. Ma in queste ore resta bello immaginare due donne italiane, opposte e uguali, che nel pieno della crisi del lusso globale hanno in serbo nuove sorprese.