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2 Aprile 2023Presentata la dozzina da cui verranno scelti i cinque titoli che si giocheranno la finale il 6 luglio. In gara otto donne e quattro uomini. Melania Mazzucco, presidente del comitato direttivo: «Nei temi scelti, l’onda lunga dello choc della pandemia»
Per la seconda volta in tre anni, Maria Grazia Calandrone entra nella dozzina del Premio Strega con il romanzo Dove non mi hai portata (Einaudi). C’è anche il suo il nome nella selezione annunciata il 30 marzo al Tempio di Adriano, a Roma, dai giurati del Comitato direttivo del premio. In prima fila c’è poi Romana Petri, con Rubare la notte (Mondadori), tra le firme già viste allo Strega: la traduttrice, editrice e critico letterario era stata due volte finalista in passato (nel 1998 con Alle Case Venie, nel 2013 con Figli dello stesso padre).
Tra i favoriti Rosella Postorino, che accede al gruppo dei 12 prescelti con Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli). Con loro entrano nella rosa dei candidati che, il 7 giugno, al Teatro Romano di Benevento, dovranno giocarsi l’accesso alla finale , altre cinque donne: la marchigiana Silvia Ballestra, con La Sibilla. Vita di Joyce Lussu (Laterza) – anche lei per la seconda volta in dozzina dopo l’exploit del 2020 –, Ada D’Adamo, Come d’aria (Elliot), la scrittrice romana di origine somala Igiaba Scego, con il memoir Cassandra a Mogadiscio (Bompiani), Maddalena Vaglio Tanet, Tornare dal bosco (Marsilio) e Carmen Verde, al suo esordio nel romanzo con Una minima infelicità (Neri Pozza).
Nelle schiere della scrittura al maschile si inseriscono invece i semifinalisti Andrea Canobbio (già nella cinquina finalista allo Strega nel 2000) con il romanzo familiare La traversata notturna (La nave di Teseo), l’astigiano Gian Marco Griffi, con Ferrovie del Messico (Laurana Editore), Vincenzo Latronico con il suo quarto romanzo Le perfezioni (Bompiani) e Andrea Tarabbia con Il continente bianco (Bollati Boringhieri).
Otto donne e quattro uomini scelti tra gli 80 titoli iniziali proposti quest’anno dagli Amici della domenica, dunque, si disputeranno il riconoscimento letterario promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega con il sostegno e il contributo di Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con Bper Banca e Tirreno Power, media partner Rai, sponsor tecnici Ibs.it e Sygla. La dozzina è dunque colorata di rosa. E il Premio lo era già dall’inizio, dato che nella prima selezione erano 45 le autrici, scelte da molti uomini dato che tra le segnalazioni degli Amici della domenica solo 28 erano state fatte da donne.
La scelta dei semifinalisti è stata fatta dai membri del Comitato direttivo del premio Strega: Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Ernesto Ferrero, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco (presidente), Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi, Antonio Scurati e Giovanni Solimine. L’elezione del vincitore si svolgerà il 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma. Rispetto alla prima ampia rosa di candidati restano oggi esclusi alcuni autori famosi: anzitutto il musicista di origini albanesi Ermal Meta, che con il romanzo d’esordio Domani e per sempre ripercorre la storia del suo Paese; poi Marcello Fois, che era in gara con La mia Babele (Solferino) ma anche Maria Castellitto – figlia di Sergio e Margaret Mazzantini – con Menodramma (Marsilio). Non passa la selezione pure la intensa biografia di Ennio Flaiano scritta per Mondadori da Renato Minore e Francesca Pansa. (continua a leggere dopo la foto)
Le copertine dei 12 libri semifinalisti del Premio Strega 2023
Tornando ai titoli favoriti per questa edizione dello Strega 2023, la poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, autrice e conduttrice radiofonica Calandrone – che peraltro è nel Comitato scientifico della prima edizione del Premio Strega Poesia (annunciato lo scorso 21 marzo) – aveva partecipato all’edizione del 2021 entrando nella dozzina ma non era riuscita a passare la selezione della cinquina nonostante il grande apprezzamento per il suo Splendi come vita (Ponte alle Grazie), quell’anno in concorso. Il suo nuovo romanzo, scrive Franco Buffoni nella scheda con cui ne ha proposto la candidatura «è una magistrale ricostruzione storica dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, che riesce a ricostruire ambienti e situazioni (il Molise rurale, la periferia milanese in pieno boom economico, una Roma magica di altera e sconsolata bellezza) in modo altamente poetico pur se finemente realistico». E l’autrice precisa: «Il mio è un libro di amore e morte, è la storia dei miei genitori biologici, ma vuole essere però anche la storia dell’Italia di quegli anni e della Roma in cui i miei genitori decisero di lasciare la loro vita».
Rosella Postorino è invece tornata in libreria a fine gennaio con Mi limitavo ad amare te, romanzo ispirato alla storia vera di Omar e Nada, bambini a Sarajevo nel 1992, portati via una mattina di luglio su un pullman per scampare alle bombe e trovare rifugio in Italia: una vicenda che ci costringe a fare i conti con la guerra nel pieno del conflitto in Ucraina, e a confrontarci con il dramma, lo strappo della separazione. «Mi ispiro ad una storia vera che avevo scoperto da un articolo su un giornale: questo libro parla di guerra – dice Postorino – e delle tracce che lascia nelle persone, delle lacerazioni, però è anche un romanzo che parla della separazione come condizione inevitabile nell’esistenza di ogni essere umano».
Nelle prossime settimane i 12 autori candidati e i finalisti alla LXXVII edizione del Premio Strega incontreranno il pubblico in 20 tappe di un viaggio attraverso l’Italia, e una ventunesima all’estero presso l’Istituto Italiano di Cultura a Berlino (anche quest’anno Mosca è stata esclusa, su indicazione del ministero degli Esteri: «Si è ritenuto opportuno – spiegano dalla Fondazione Bellonci – non invitare i giurati russi per evitare strumentalizzazioni che potrebbero nuocere al prestigio del Premio»). Nei mesi di aprile e maggio saranno ospiti delle Biblioteche di Roma e il 5 luglio allo Strega Off.
Nei giorni scorsi si era discusso della polemica innescata da Giorgio Montefoschi (Premio Strega 1994) sul numero iniziale dei libri presentati allo Strega letterario: ben 80 (e allo Strega Poesia sono 135); da 41 nel 2018, le proposte sono passate a 57 nel 2019, 54 nel 2020, 62 nel 2021 e 74 nel 2022. La giuria tecnica ha impiegato settimane per leggere i libri sceglierne 12. Melania G. Mazzucco, presidente del Comitato direttivo, ha tenuto a precisare che l’alto numero di opere di narrativa in lingua italiana si deve al fatto che proprio «la definizione di narrativa è ormai molto ampia, perché si è stabilizzata la tendenza degli ultimi anni: i romanzi e i racconti non sono più il genere prevalente, insidiati da biografie e autobiografie, memorie, fiction, non-fiction, diari».
«Abbiamo analizzato i dati dei libri proposti dagli Amici della domenica dal 2018 ( anno a partire dal quale ogni libro è stato segnalato da un solo giurato ) e li abbiamo comparati con quelli del periodo precedente – precisa Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci –. Oltre all’incremento del numero complessivo dei candidati, si è registrato un significativo aumento di nuovi editori che si sono affacciati al premio, molti dei quali hanno proseguito il loro percorso nella dozzina dei candidati».
Concorda Giovanni Solimine, presidente della Fondazione: «Alcuni editori partecipano per la prima volta e anche quest’anno abbiamo una conferma della capacità del Premio Strega di crescere e rinnovarsi: tante le autrici donne, tra cui alcune all’esordio». Mazzucco ha poi sottolineato il clima «traumatico» di tanti racconti: «Lo scorso anno notavamo che le opere erano state scritte o completate nell’isolamento degli anni di pandemia, il che aveva comportato toni intimi e autoconfessioni. Adesso si è abbattuta sui libri l’onda lunga dello choc. Per la maggior parte i libri si iscrivono nel segno del trauma – privato, personale, a volte segreto e indicibile, ma anche pubblico, storico e collettivo –. I leitmotiv principali sono la morte, la perdita (di una persona, del proprio Paese), la malattia e l’elaborazione del lutto».
Nei libri in gara per lo Strega 2023, poi, un altro spazio narrativo ricorrente è l’ospedale (dal pediatrico alla clinica psichiatrica, fino alla Rsa), dove «il corpo dell’individuo e il paesaggio della nazione sono ugualmente minacciati e aggrediti dalla rovina – prosegue Mazzucco – . L’Italia ritratta in questi libri è un Paese ferito e ammalato, e anche nel Premio Strega Poesia c’è una singolare convergenza su queste tematiche». Eppure nell’elaborare il lutto c’è una luce di speranza nel richiamo alla natura. E c’è un segno positivo: la fiducia nella letteratura: «Mai come in questi tempi incerti, traumatizzati e oscuri – dice Mazzucco –, la scrittura si propone come medicina e come cura». E in questo senso, conclude Stefano Petrocchi, il Premio Strega «svolge sempre di più una funzione di premio nazionale, facendo emergere e rendendo visibile nell’ambito della narrativa italiana l’elemento prezioso della bibliodiversità».
I libri candidati saranno letti e votati da una giuria composta da 660 aventi diritto. Ai voti degli Amici della domenica si aggiungono quelli espressi da studiosi, traduttori e appassionati della nostra lingua e letteratura selezionati dagli Istituti italiani di cultura all’estero, lettori forti scelti da librerie indipendenti distribuite in tutta Italia, voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra i quali i circoli istituiti dalle Biblioteche di Roma. Gli stessi libri concorreranno anche alla X edizione del Premio Strega Giovani e saranno letti e votati da una giuria composta da 1.000 studentesse e studenti provenienti da scuole secondarie superiori in Italia e all’estero.