David Rossi, nominata la nuova commissione
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13 Novembre 2023di Pierluigi Piccini
Prima i senesi: bene! Ormai è diventato un mantra pronunciato a tutti i livelli: amministratori, amministrativi dei diversi uffici, nominati e dagli organizzatori di turno. Quindi sono andato a vedere cosa dice il vocabolario Treccani a proposito: “formula; nella lingua vedica significa anche inno, preghiera, ma nelle successive fasi della religiosità indiana riprende il significato, prob. originario, di formula magica, la cui efficacia non dipende dalla partecipazione interiore del soggetto che la pronuncia”. Ecco, la formula viene applicata per quasi tutte le iniziative – dirette o indirette – dell’Amministrazione comunale. Iniziative che sono molto spesso eventi, come ad esempio: presentazioni di libri, discussioni su vari argomenti che, quando vengono svolti in luoghi considerati canonici, trovano la loro identificazione totale. Non spetta a me giudicare la qualità degli argomenti e dei vari relatori: li prendo tutti per buoni. Faccio solo notare che sono eventi e come tali finiscono alla fine della manifestazione stessa. Mi interessa viceversa il pubblico presente, che è quasi sempre lo stesso (e per fortuna che c’è, più o meno numeroso, comunque meritevole di un totale rispetto). Altra questione, invece, è che un certo tipo di pubblico preferisca andare altrove, per mancanza di contemporaneità o di lettura del passato con lenti diverse. Non parliamo di futuro, categoria temporale che sembra essere ormai da tempo sparita dal vocabolario di diversi amministratori. Mi riferisco in modo particolare a quei soggetti che lasciando Siena e andando altrove vorrebbero vivere il domani, avere progetti concreti di medio periodo e magari partecipare alla loro realizzazione. Ma pur volendo essere dentro una progettualità, la domanda arriva diretta: qual è oggi il disegno per l’avvenire dei senesi? Per non dimenticare che Siena ha bisogno di attrarre, anche in modo diverso da come lo sta facendo ora, nonché di conquistare spazi e presenze di qualità, che significano anche redditualità diffusa. C’è tutto un mondo in movimento a cui “qualcuno” in città sembra non voglia appartenere. Ad esempio, ho letto che nei giorni scorsi a Montepulciano hanno firmato un contratto per avere energia dal passaggio sull’asfalto delle automobili. Noi non applichiamo più da tempo tecnologie nel governo del territorio e, badate bene, non è una critica all’attuale Amministrazione comunale: è, viceversa, un problema che si trascina da tempo (e magari riguardasse solo il centro storico). Soggetti in città che affrontano i temi sopra descritti ce ne sono, ma fanno vita separata, vivono ormai una loro dimensione con l’esterno creandosi un proprio percorso, bypassando i riferimenti locali. Nessuno svolge il ruolo di raccordo tra le istituzioni e la società. Alcune iniziative dell’Università lo confermano, così come altre esperienze sempre più internazionali (pensiamo alla stessa Chigiana). Si spera di risolvere i diversi problemi sul tappeto, sempre nel settore musicale, facendo riferimento al “prima i senesi”, eppure ci sono nel Paese diverse scuole di jazz staccate dai conservatori: come si pensa di rilanciare l’Università del jazz di Siena? Non voglio parlare del Santa Maria della Scala sul quale anche Artribune, sia pure in maniera molto morbida, ha sollevato critiche. E per l’antico Ospedale si vuole forse mantenere l’ibrido amministrativo che non lo fa né carne né pesce, per farne una istituzione del Comune, tutta interna, tutta locale? Sul riordino delle attività culturali presenteremo una apposita delibera in Consiglio comunale, per cercare di dare un assetto istituzionale degno del patrimonio di cui fortunatamente Siena dispone (così come hanno fatto altri importanti comuni italiani). Ho portato solo alcuni esempi, ma di una cosa sono sicuro: questa visione di Siena se non viene cambiata, non aiuta i suoi cittadini e sicuramente non li mette al “primo posto”.