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1 Aprile 2025La nuova Casa Bianca
Il National institutes of health, il più grande finanziatore pubblico al mondo per la ricerca biomedica, ha già perso sovvenzioni per quasi 850 milioni di dollari Mentre i Centers for disease control and prevention hanno visto evaporare quasi undici miliardi e mezzo
New York
Una massiccia fuga di cervelli sta per abbattersi sugli Stati Uniti di Donald Trump a causa dei suoi radicali tagli ai finanziamenti nella ricerca e del clima di intimidazione e controllo che la sua Amministrazione ha creato in ambito accademico. Oltre tre quarti dei 1.650 scienziati americani contattati dalla rivista scientifica Nature stanno pensando seriamente di abbandonare il loro Paese da quando il capo della Casa Bianca ha cominciato a perseguire politiche che avrebbero dovuto creare una nuova “Golden age”.
E mentre il presidente repubblicano e il Doge del suo braccio destro Elon Musk continuano a ridurre la spesa nell’ambito scientifico, punendo in particolare i professionisti che si occupano di temi loro invisi, alcuni Paesi europei e il Canada stanno cercando di sfruttare l’opportunità reclutando talenti dalla comunità scientifica americana. I più giovani sono già pronti a partire. Dei 690 ricercatori postlaurea che hanno risposto a Nature, 548 stavano cercando di andarsene, così come 255 dei 340 dottorandi intervistati.
Fra le motivazioni citate ci sono le riduzioni dei finanziamenti e la preoccupazione per l’ostilità che stanno affrontando da gennaio a causa del tipo di lavoro che stanno facendo. Particolarmente presi di mira si sentono i ricercatori impegnati nelle questioni di diversità, equità e inclusione che cercano di ampliare la partecipazione a scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, ma anche gli accademici che lavorano sul cambiamento climatico e sulla sicurezza dei vaccini. Decine di migliaia di dipendenti federali, tra i quali molti scienziati, sono stati licenziati negli ultimi due mesi, con minacce di ulteriori espulsioni di massa in arrivo al grido di « America first ». Intanto, le misure repressive sull’immigrazione e le battaglie contro la libertà accademica condotte dall’Amministrazione Usa hanno creato ulteriore incertezza. Anche ieri le autorità per l’immigrazione hanno arrestato uno studente internazionale dell’Università del Minnesota, nell’ennesimo atto di repressione di studenti e ricercatori stranieri che hanno espresso posizioni pro Gaza. Il segretario di Stato Marco Rubio ha già revocato oltre 300 visti di studio.
Le riviste scientifiche hanno pubblicato appelli e allarmi sui rischi dell’attacco alla scienza di Trump, come l’ha chiamato l’autorevole rivista scientifica britannica The Lancet. « Le azioni di Donald Trump a livello nazionale e globale non sono una rivalutazione misurata delle priorità degli Stati Uniti. Sono un attacco radicale e dannoso alla salute del popolo americano e di coloro che dipendono dall’assistenza degli Stati Uniti – si legge nell’editoriale –. La capacità dei ricercatori di lavorare è stata gravemente limitata o interrotta del tutto. La libertà di parola è limitata. L’uso di alcuni termini è vietato». Particolarmente colpito, fa notare Science, è il National institutes of health, il più grande finanziatore pubblico al mondo per la ricerca biomedica, che ha già perso sovvenzioni per quasi 850 milioni di dollari. I Centers for disease control and prevention (Cdc) hanno visto evaporare 11,4 miliardi. In risposta, alcune università europee hanno istituito fondi per sostenere gli scienziati americani. In Francia, la Scuola di ingegneria ha stanziato 3 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca che non possono più proseguire negli Stati Uniti. Inoltre, all’inizio di marzo, l’Aix-Marseille Université, una delle più antiche e grandi università in Francia, ha annunciato che sta accettando candidature per il suo programma Safe place for science. Anche i Paesi Bassi stanno lanciando un fondo per sostenere gli scienziati americani.
Sempre all’inizio di marzo, il ministro dell’immigrazione del Quebec, Jean-François Roberge, ha annunciato che la provincia sta attivamente reclutando talenti scientifici dagli Stati Uniti che sono diffidenti nei confronti di ciò che ha definito «le direzioni scettiche sul clima che la Casa Bianca sta prendendo». Anche altre province canadesi hanno aperto le braccia agli scienziati statunitensi. Sia il Manitoba che la Columbia Britannica negli ultimi due mesi hanno lanciato infatti campagne per attrarre ricercatori sulla salute americani.