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Ancora una volta Siena resta a guardare. E questa volta non si tratta solo di un’occasione persa: è l’ennesima conferma di una crisi profonda che non riguarda soltanto i trasporti, ma l’intero sistema territoriale della provincia. La partita sulla stazione dell’alta velocità Medioetruria è solo l’ultimo sintomo di una malattia lunga e trascurata: la mancanza di una visione condivisa, la frammentazione degli interessi locali, l’assenza di una regia capace di tenere insieme il capoluogo e il resto del territorio.
Siena sostiene oggi – da sola, con voce fioca – la proposta di Creti-Farneta, ma lo fa senza un fronte politico coeso, senza l’appoggio convinto dei Comuni della provincia e con una Regione che ormai guarda altrove. La Valdichiana ha prima puntato su Montallese, poi si è ripiegata su Chiusi, ma senza crederci davvero. L’impressione è che ciascuno giochi la propria partita, per poi uscire tutti sconfitti.
Questa divisione – strutturale, non occasionale – è la vera emergenza della provincia di Siena. Una provincia che da anni vede crescere il divario tra il capoluogo e le aree periferiche, che non riesce a dotarsi di un’infrastruttura ferroviaria degna del XXI secolo, che non sa coordinarsi per attrarre investimenti o per incidere sulle scelte regionali. Una provincia dove il raddoppio della Siena-Empoli è ancora un’ipotesi remota, l’ammodernamento della Siena-Chiusi un sogno abbandonato, e un semplice treno diretto per Roma continua a sembrare una chimera. Intanto Arezzo avanza, insieme alla Regione. E Siena resta al palo.
Non è solo una questione di trasporti. È un problema di rappresentanza, di classe dirigente, di capacità di fare sistema. Oggi l’intera provincia appare priva di un progetto comune, impantanata in rivalità locali, incapace di parlare con una voce sola anche quando si gioca una partita vitale. Così, mentre il mondo corre, Siena e la sua provincia si dividono e arretrano.
Serve un salto di qualità. Serve coraggio politico. Serve, soprattutto, un patto vero tra istituzioni locali, categorie economiche, università, cittadini. Un patto per la mobilità, per i servizi, per il lavoro, per il futuro.
Ci rivolgiamo dunque a Silvana Carletti, da poco eletta presidente della Provincia di Siena, perché assuma con determinazione la responsabilità di affrontare questa crisi, aprendo un confronto serio, ampio e trasparente tra tutte le componenti del territorio. È urgente costruire una piattaforma di proposte condivise, fondate su una visione unitaria dello sviluppo.
La vicenda della stazione ad alta velocità non è un episodio isolato: si affianca a scelte unilaterali come quelle sul rilancio dell’aeroporto di Ampugnano, portate avanti senza una strategia complessiva, senza un disegno territoriale credibile e sostenibile. Il rischio è che ogni intervento resti scollegato, inefficace, e finisca per acuire anziché ridurre i divari interni alla provincia.
Non possiamo più permetterci interventi scoordinati, iniziative scollegate, fughe in avanti individuali. È tempo di ricostruire un orizzonte comune, che tenga insieme città e provincia, centro e periferie, e che dia finalmente alle nuove generazioni una prospettiva credibile.
Altrimenti, continueremo a perdere treni. E con essi, pezzi di futuro.