La presidente della Fondazione Santa Maria della Scala risponde con astio
10 Febbraio 2023News
10 Febbraio 2023Questa è la situazione delle città su cui Per Siena sta lavorando alla quale tenterà di dare una definizione in un apposito incontro con i cittadini
⎪Per intervenire sulle città bisogna partire dai problemi sul tappeto: la società attuale, a iniziare dagli anni ’90, ha sviluppato forme di capitalismo selvaggio non più temperate dall’ideologia riformista, che hanno portato ad una crescita non equilibrata anche nei paesi più sviluppati. Di qui un’ accumulazione basata sempre più su meccanismi finanziari, potenziati nel tempo dai crescenti processi di digitalizzazione; il risultato complessivo è un incremento di ricchezza concentrato sempre di più su pochi a danno di molti. I mass-media registrano da tempo questo fenomeno come indebolimento del ceto medio. Il risultato è la crescita della forbice sociale, l’impoverimento crescente di fasce di popolazione, il cedimento progressivo dei meccanismi di welfare, la perdita del consenso politico e sociale.
⎪La città è il teatro privilegiato di questa perdita progressiva di un benessere collettivo che si considerava consolidato. I tentativi di riforma delle città hanno fallito, e quindi in essa vengono enfatizzati processi sociali quali: la marginalizzazione e l’impoverimento di ampie fasce sociali; la perdita di fiducia nel potere politico, amministrativo e giudiziario; il venire meno del principio stesso di autorità scientifica; l’aumento esponenziale del disagio sociale; l’emergere di comportamenti devianti e violenti anche in fasce sociali non toccate da povertà o marginalizzazione.
⎪Per intervenire dunque in modo efficace è quindi necessario tener conto delle dinamiche attuali, e delle specificità dei singoli ambiti urbani.
⎪SIENA non è aliena da questi meccanismi, che si manifestano con la perdita del potere economico del suo territorio, con le incertezze legate alle sorti del MPS, con fenomeni crescenti d’immigrazione, con l’aumento del disagio sociale e di quello abitativo, con l’assenza perdurante di scelte politiche precise e di largo respiro su temi cruciali quali infrastrutture, istruzione, cultura, sviluppo economico, l’abitare.