Vi siete dimenticati dell’avversario più forte del Natale: l’economia di mercato dell’Occidente
15 Novembre 2023NEWS
15 Novembre 2023In ultimo, ma non per importanza, lo abbiamo fatto per quello che sicuramente ci rende orgogliosi, almeno un po’: tutto ciò che abbiamo racconto è avvenuto e sta avvenendo in una città piccola come Siena, lontana quindi dalle potenti lobby delle grandi università d’oltre oceano e fuori dal circuito delle cosiddette città metropolitane, le grandi aree sociogeografiche verso cui sono ormai devolute le maggiori risorse di sviluppo del Paese. In una cittadina dalle enormi tradizioni storiche, civiche e sociali, che sulle peculiarità, sui saperi, sulla sostenibilità, sulla qualità della vita giornaliera e sulle attrattive del territorio potrebbe veramente ritagliarsi un futuro unico e invidiabile.Per citare solo alcuni esempi: l’Università, che risale al 1240, il vanto sociale di uno dei primi ospedali del mondo (il Santa Maria della Scala risale più o meno all’anno 1000) situato nel bel mezzo della Via Francigena, la città circondata da un territorio di una bellezza sconfinata e senza tempo (dove colleghi da tutto il mondo fanno a gara per soggiornare un pò), con livelli di coesione sociale difficilmente spiegabili a chi non vive qui, prima provincia italiana (dal 2011, mica da ieri!) dichiarata “carbon neutral” e fiera di poter beneficiare del secondo regolamento in Italia per la gestione dei beni comuni… Certo, i pazienti che hanno avuto realmente accesso a questa tecnologia, e per ora solo temporaneamente, sono poche decine di casi selezionati al mondo, ma si può ormai ammettere che è stata aperta una strada verso la piena trasferibilità di questi cosiddetti “sistemi ibridi bionici” alla reale applicazione clinica su vasta scala… Esistono ovviamente problematiche concettualmente simili, non di poco conto, fra gli impianti neurotecnologici, le protesi robotiche per amputati e la robotica indossabile leggera, quella di cui ci occupiamo in questo libro: oltre a quelle di tipo etico, infatti, un altro argomento rilevante, anche se di minore entità per le componenti indossabili, è rappresentato dall’effettiva accettabilità delle protesi da parte del ricevente, e della loro relativa usabilità nella vita di tutti i giorni: si stima che oltre il 40 per cento degli individui a cui è stata fornita una protesi, o la usi solo molto raramente o ne faccia proprio a meno, probabilmente perché la considerano un oggetto estraneo al loro corpo, o comunque un attrezzo molto difficile da imparare a usare… ad accogliere questi dispositivi che, di fatto, stanno cambiando la fisiologia tradizionale del controllo che abbiamo sui nostri comportamenti motori e sulle nostre percezioni, creando – a onor del vero – anche qualche problema di adattamento come nel caso dell’immersione nella realtà virtuale, trasportandoci verso quello che potremmo chiamare il cervello del futuro“.
Tratto dalla prefazione del libro, Il corpo artificiale di Simone Rossi e Domenico Prattichizzo edito da Raffaello Cortina Editore