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21 Maggio 2025COMUNICATO STAMPA DEL MOVIMENTO PER SIENA
Siena, 21.5.2025— A trent’anni dall’avvio della riconversione del Santa Maria della Scala, la città si trova di nuovo davanti alla necessità di decidere sul futuro di uno dei suoi luoghi simbolo. Il recente incarico conferito a tre studi internazionali di architettura (LAN Architecture, Odile Decq, Hannes Peer) per un nuovo piano di indirizzo architettonico rappresenta un’opportunità importante, ma da gestire con prudenza.
Il complesso richiede un approccio consapevole. L’assenza di competenze specifiche nel restauro storico tra i progettisti selezionati, e la mancata adozione di una procedura pubblica e trasparente, sollevano interrogativi sul metodo. Inoltre, il masterplan non chiarisce tempi, costi né l’integrazione con la pianificazione urbanistica della città.
Altro punto critico riguarda l’inserimento del Santa Maria nel sistema culturale dell’acropoli senese. Duomo, OPA, Soprintendenza, Chigiana e Pinacoteca continuano ad agire senza coordinamento. Già nel 1999 un protocollo d’intesa, sottoscritto anche dal Ministero per i Beni Culturali, indicava la necessità di un progetto comune tra le realtà coinvolte.
Il Santa Maria può tornare ad avere un ruolo chiave come piattaforma al servizio della conservazione, della formazione e della fruizione culturale. Perché ciò accada, servono scelte operative, risorse definite e una governance chiara.
Colpisce che nella recente presentazione del piano strutturale della città, l’assessore all’urbanistica Michele Capitani non abbia fatto alcun riferimento a questo tema. Una lacuna significativa, in un momento in cui occorrerebbe una visione integrata tra pianificazione e cultura.
Dopo trent’anni di annunci, la città mostra segni di stanchezza. Anche oggi si parla di rilancio, ma si rinviano decisioni. Restano dubbi sui tempi, sulle risorse e sui finanziamenti che la Fondazione, con il presidente Cristiano Leone, avrebbe dovuto attivare. È tempo di passare dalle intenzioni ai fatti.
Solo un impegno concreto può restituire al Santa Maria della Scala la funzione che merita, contribuendo allo sviluppo di un turismo consapevole, fondato sulla cultura come risorsa viva e condivisa.