Gianfranco Locci
ORGOSOLO (NUORO)
I murales svelano orgoglio condiviso, un forte senso di comunità. Le facciate delle case portano la firma di Francesco Del Casino, perlopiù. Di quel senese con sangue barbaricino che a colpi d’arte non perde occasione per mostrare il suo amore per Orgosolo e per ricordare la rivolta antimilitarista del 1969, a Pratobello. Così, 55 anni dopo, il paese del Nuorese diventa ancora una volta protagonista: il simbolo della ribellione sarda contro le pale eoliche e la speculazione energetica. Altro che culla del banditismo. Mentre si passeggia lungo la via principale ricolma di turisti c’è un concetto che accomuna. «Abbiamo conosciuto la storia di Pratobello e su questa ci basiamo, anche oggi», assicura Salvatore Marrosu, appoggiato al bancone del bar: «Dobbiamo mandare via questa gente, dobbiamo impedire che vengano sistemate queste pale eoliche».
D’altronde, il paese diventato celebre per il film del regista Vittorio De Seta Banditi a Orgosolo, ha di che preoccuparsi. Due grossi progetti eolici sono stati presentati, a quanto pare all’insaputa pure degli amministratori: potrebbero stravolgere il paesaggio, terreni da sempre dedicati all’agricoltura e alla pastorizia, in modo irrimediabile. L’impianto della società Agreenpower, denominato “Nuoro Sud” e composto da 10 aerogeneratori con potenza complessiva di 66 megawatt, prevede di collocare enormi pale eoliche pure dalle parti della florida vallata di Sorasi. In quelle campagne orgolesi dove sorgono i terreni più belli e produttivi, destinati a frutteti, oliveti e vigneti di Cannonau.
A Orgosolo negli ultimi giorni è comparso pure un nuovo murale, tra i vicoli e le case in pietra del centro storico. Diffonde un pensiero unico, in lingua sarda, incastonato attorno all’Isola e alla bandiera dei quattro mori. «Sas palas chi connosco deo sunu sas nostras chi traballana dae manzanu a notte pro ‘usta zente e ‘usta terra». Tradotto: «Le pale che conosco sono le nostre, che lavorano dalla mattina alla sera per questa gente e per questa terra». Il pensionato Pasquale Corrias sentenzia: «La Sardegna è una colonia, così c’è qualcuno, a noi sconosciuto, che ha deciso di arricchirsi. Ecco cosa sta succedendo: noi cosa guadagniamo da questa devastazione?». Franco Dettori, professione pastore, rincara: «Orgosolo è come se fosse un grande albergo. Accogliamo i turisti, sveliamo il nostro magnifico paesaggio. Ebbene, non credo proprio che possa sorgere una “porcilaia” accanto a un grande albergo. Questo è il paragone che mi viene da fare. Gli impianti eolici avrebbero lo stesso impatto di una porcilaia a ridosso di una bella struttura ricettiva». Teresa Podda, barista con la passione per il muralismo, insiste: «Non sappiamo ancora perché la nostra terra, ogni cento anni, debba essere abbonata a una catastrofe».
Orgosolo come luogo simbolo, ma non solo. I progetti eolici e fotovoltaici continuano ad arrivare. E sebbene in vista del 2030 alla Sardegna siano stati assegnati 6,2 gigawatt, come obiettivo ecologico minimo, la realtà allarma. Ci sono richieste per quasi 60 gigawatt e oltre 800 impianti. «Ci rendiamo conto di un aspetto: tutte le volte che sono venuti da noi a scombussolare le nostre tradizioni e la nostra cultura hanno creato popoli di emigranti», dichiara la guida turistica Martino Pira. «Un sardo sta a casa propria solo se può continuare a fare agricoltura e allevamento. Dunque, se nei nostri terreni dovessero piazzare le pale eoliche, le conseguenze sarebbero facilmente intuibili». Uno stravolgimento del tessuto economico locale, con annessa fuga dalle campagne e dalle zone interne dell’Isola. Questo il quadro all’orizzonte. Gli amministratori confermano tutto. «Se i progetti eolici che ricadono anche nel territorio del nostro Comune venissero approvati, gli espropri dei terreni sarebbero immediatamente attuabili», precisa Gian Nicola Taras, vicesindaco di Orgosolo. «La moratoria adottata dalla Regione, che punta a bloccare per 18 mesi i nuovi impianti da energie rinnovabili, non ci soddisfa. Ha un inizio e una fine, quindi occorre trovare altre soluzioni». Orgosolo non si rassegna, vuole dare l’esempio e rafforzare una battaglia che abbraccia un’intera regione. Pochi giorni fa, in questo centro a meno di 20 chilometri da Nuoro, è stata presentata una proposta di legge di iniziativa popolare per fermare l’invasione delle rinnovabili. Sindaci e comitati sono convinti che la “Pratobello 24”, con i suoi nove articoli, possa bloccare la speculazione energetica puntando sulla «competenza primaria ed esclusiva della Regione in materia urbanistica». Per far approdare la legge sui banchi del Consiglio regionale basterebbero 10 mila firme ma l’obiettivo è quota 50 mila. Anche perché, assicura l’allevatore Franco Dettori, «il nostro territorio vale molto di più delle loro pale eoliche. Daremo filo da torcere».