Nel mirino il vuoto normativo che permetteva la variazione di destinazione d’uso se all’immobile si accedeva da uno spazio interno
diErnesto Ferrara
Case nei fondi, Scandicci corre ai ripari. La rivolta dei residenti di via Foscolo contro le abitazioni nate nelle corti dei loro palazzi, in locali un tempo destinati a uffici negozi o depositi, spinge il Comune ad un’accelerazione nell’indagine già avviata. E ad una stretta nelle norme destinata a far rumore. Già perché quelle case hanno potuto nascere sfruttando un’ombra delle regole urbanistiche cittadine: nel 2008- 2009, quando sindaco era ancora Simone Gheri, dopo i primi casi verificati a Vingone l’amministrazione varò una leggina che impediva ai fondi ex commerciali- direzionali al pian terreno pur con altezze sufficienti di trasformarsi in residenziale. E la regola non è mai stata cancellata. Solo che è sempre valsa solo per i fondi affacciati su pubblica via. E non è il caso dello stabile di via Foscolo, che è tra i palazzi e a meno di 30 metri dalla strada, eppure catastalmente non affacciato. Così la trasformazione è potuta avvenire. Con somma ira dei residenti, come svelato ieri daRepubblica.
Adesso il Comune di Scandicci sta continuando coi controlli edilizi. Per verificare cioè se i lavori concretamente effettuati per realizzare gli appartamenti nei “ bassi” di via Foscolo siano conformi a quanto dichiarato dai privati. Se verranno rilevate difformità scatteranno le sanzioni. Troppo tardi però per tornare indietro in quel caso, la frittata è fatta. Per il futuro invece scatta il giro di vite: la giunta guidata da SandroFallani sta ora infatti valutando la possibilità di estendere il divieto di trasformazione in residenziale anche ai fondi non affacciati sulla pubblica via, magari arretrati rispetto alla strada, come nel caso di via Foscolo. E la svolta almeno è servita.
È a suo modo un deja vu questo. La fame di case a basso prezzo fece emergere i primi casi del genere già 10- 15 anni fa a Firenze e nell’hinterland. Anche Palazzo Vecchio nel 2010 inserì nel Piano strutturale una norma di salvaguardia contro il proliferare dei ‘ bassi’, ovvero degli appartamenti ricavati ai piani terra: in pratica ai piani terra non è più possibile il cambio di destinazione d’uso a meno che non si possa accedere dal cortile o dall’androne condominiale. Una norma per evitare che questi locali possano essere trasformati in abitazioni. Regola dal 2010 poi confermata in tutti gli strumenti urbanistici successivi. Troppo tardi forse. Oppure c’è anche chi elude la norma. Perché nel centro Unesco fioccano gli esempi di “ case basso”.E spesso sono anche Airbnb.
Un tempo, i civici “rossi”, simbolo storico di Firenze, erano sinonimo di fondi commerciali. Laboratori, negozi, qualche magazzino. Spesso oggi basta passarci davanti per vedere che non è più così. In Sant’Ambrogio hanno tutti i dispositivi per il check in dei turisti, i nomi dei b& b che li ospitano sui campanelli. Non c’è solo il caso Scandicci. Una lunga serie di fondi con affaccio sulla strada, chiusi da nuovissimi portoni blindati o da vetrate opache “protette” dalle inferriate compaiono nel cuore di Firenze. Dati ai turisti, certo, ma in alcuni casi luogo di residenza delle famiglie: via dei Pepi, Borgo Pinti, via di Mezzo. Storture, da capire in che numero autorizzate in anni passati, come un garage dotato di passo carrabile che è in realtà abitato, con dei vasi di fiori finti appesi alle pareti che si scoprono appena la saracinesca viene tirata su. O come delle cantine in Oltrarno che, raccontano i residenti, sono state rese “ abitabili”. E che si vanno ad aggiungere a una lunga serie di minuscolilocali accatastati come laboratori, uffici, magazzini ma arredati ad appartamento e messi in vendita sui portali online a cifre altissime, come già scritto da Repubblica. Massimo Torelli di Firenze Città Aperta, tra i promotori del referendum “ Salviamo Firenze”, invoca controlli edilizi ferrei: «Ci sono garage in cui si vive o si affitta ai turisti, bassi senza agibilità messi a rendita. In nome del profitto non si controlla e si permette tutto. Così non va, si calpesta la dignità delle persone».