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verso le elezioni
A Roma si accredita l’idea che lo storico dell’arte rinuncerà a correre per il centrodestra, che ora pensa a Stefano Gabbrielli di Enic
di Alessandro Di Maria
Il giorno di Eike Schmidt. L’ex direttore degli Uffizi oggi comincia il suo incarico alla guida del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, ma tutta l’attenzione è su cosa deciderà di fare sulla candidatura a sindaco a Firenze per il centrodestra. In ambienti ministeriali è maturata la convinzione che sia sempre meno probabile che Schmidt accetti la candidatura e voglia dedicarsi a tempo pieno alla guida del museo napoletano. Ma di certezze al momento ce ne sono poche. Sia sulla risposta che darà, che sulle tempistiche.
Che si sia raffreddata la possibilità che l’ex direttore degli Uffizi possa candidarsi a sindaco è già nell’aria da qualche giorno, ma il centrodestra, in particolare Fratelli d’Italia, grande manovratore di questa operazione, non ha ancora perso la speranza. Le telefonate e le riunioni tra dirigenti di partito e di coalizione, sia a livello nazionale che locale, si susseguono. Quello di Schmidt è un nome molto alto da spendere e il possibile, a livello ministeriale probabile, diniego creerebbe alcuni problemi al centrodestra. Prima di tutto perché trovare un nome della stessa caratura e livello non sarà facile e in secondo luogo perché rischia di essere visto come un piano B rispetto alla figura di Schmidt di cui ormai si parla da settimane.
Allo stesso tempo il centrodestra sta ovviamente lavorando a possibili alternative, con la difficoltà appunto di trovare un candidato di livello analogo all’ex direttore fiorentino. Un nome che circola è quello di Stefano Gabbrielli, Ceo di Enic, società che organizza eventi, e vicepresidente Nazionale di Assoeventi, la sezione di Confindustria dedicata agli eventi, e presidente regionale di Confindustria Toscana per le piccole e medie imprese. Attento all’evolversi della situazione è anche Leonardo Bassilichi, il presidente della Camera di Commercio di Firenze. Questi sono alcuni dei nomi che circolano per quanto riguarda la società civile, bacino da cui attingere preferito dagli alti livelli di FdI. Meno probabile, al momento, sembra la possibilità di trovare il nome giusto all’interno della classe politica. Il senatore Paolo Marcheschi è fuori dai giochi, un nome spendibile è sempre quello del coordinatore cittadino e consigliere comunale Jacopo Cellai, che però è visto come troppo schierato e quindi difficilmente attraente per l’elettorato più moderato. E poi c’è anche quello del consigliere e coordinatore regionale di Forza Italia Marco Stella, che vorrebbe riprovarci dopo l’esperienza del 2014, quando però il centrodestra era spaccato.
Ma dubbi sulla risposta di Schmidt ci sono anche sulle tempistiche. Da ambienti romani si vocifera che prenderà ancora tempo, cosa che tra l’altro non dispiace alla coalizione di centrodestra in attesa di capire cosa accadrà dentro il centrosinistra. Negli ambienti fiorentini della coalizione invece si parla addirittura di una risposta che arriverà sul tavolo del ministro Gennaro Sangiuliano già nel pomeriggio di oggi. E a proposito di centrosinistra, venerdì sera Cecilia Del Re ha radunato un centinaio di persone per un confronto, affrontando il tema della discontinuità: « Discontinuità — spiega Del Re — sulla visione del centro storico: come lo colleghiamo e non lo rendiamo più solo un museo per turisti? Sulla delibera Airbnb, che ha alimentato ancora di più la cultura della rendita, facendo schizzare Firenze in cima alle classifiche del caro affitti e aumentando il numero di affitti brevi fuori dal centro storico » . E ancora: « Sulla gestione del patrimonio pubblico, con la necessità di tornare ad acquistare e non a vendere beni immobili. Sulla gestione dello scudo verde e del rapporto con l’area metropolitana. Sulla gestione dei lavori allo stadio, con la richiesta tardiva di proroga lavori e 50 milioni di fondi europei prima sottratti alla città metropolitana e poi andati persi. Sulle politiche per la casa, con un saldo negativo di 700 case popolari in 15 anni » . Per poi chiudere: « Sulla sicurezza, trattata come una questione di ordine pubblico anziché puntare in primis sul welfare e sulla capacità di accoglienza e integrazione delle diversità. È un dibattito non rimandabile, che sa di discontinuità positiva, di fronte a una città che cambia».