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Il prossimo 26 maggio Siena ospiterà l’avvio ufficiale dell’European Vaccine Hub, la nuova rete europea per la prevenzione delle pandemie. L’Italia riceverà 33 milioni di euro, di cui 20 destinati alla Fondazione Biotecnopolo, che diventa così il perno nazionale del progetto. È una scelta importante, che riconosce il ruolo scientifico della città, ma che pone anche una serie di domande.
Il Biotecnopolo è ancora in fase di costruzione: solo di recente ha definito la sua struttura organizzativa e avviato la selezione di ricercatori. Eppure si ritrova a gestire risorse ingenti e a rappresentare l’Italia in un contesto europeo complesso. I rischi sono chiari: una macchina istituzionale ancora fragile, un uso opaco delle risorse, un coinvolgimento limitato del territorio. E qui emerge una questione fondamentale: che ruolo ha il Comune in tutto questo?
Ad oggi, il Comune sembra avere una funzione puramente “fiduciaria”, quasi esterna al processo. Nessuna regia politica locale, nessuna garanzia di controllo o orientamento. Eppure si parla di salute pubblica, di strutture che potrebbero incidere profondamente sul tessuto sociale ed economico della città. Non può bastare ospitare un evento o sostenere formalmente un progetto: serve una presenza più consapevole, continua e competente, capace di tutelare l’interesse dei cittadini e garantire trasparenza.
La sfida dell’European Vaccine Hub è seria: riguarda la capacità dell’Europa di prepararsi a nuove emergenze sanitarie. Ma riguarda anche, a livello locale, la possibilità di costruire un modello che metta insieme ricerca, lavoro, servizi e responsabilità pubblica. Per questo, è urgente che anche le istituzioni comunali escano dal ruolo passivo e chiedano di partecipare pienamente al percorso.