Il rigetto suscitato dal tono sprezzante del discorso di Vance non deve tuttavia spingere a una reazione di schieramento, che neghi l’esistenza di problemi collegati alle questioni che egli ha sollevato. Ma appunto, la differenza sta nel riconoscere i problemi, discuterne, cercare soluzioni anche non definitive, invece che intervenire con supponenti, grossolane sciabolate. E, d’altra parte, quanto alla libertà di espressione, proprio le autorità americane hanno bloccato negli Stati Uniti l’operatività di TikTok, piattaforma usata da 170 milioni di americani, sulla base di una legge (e anche un ordine esecutivo del presidente Trump del 2020), che la vieta, a meno che non tagli ogni rapporto con la Cina. La Corte suprema, per ragioni di sicurezza nazionale, ha ora certificato la compatibilità del divieto con la libertà costituzionale di espressione. La libertà di espressione, che secondo Vance sarebbe compressa in Europa, comporta quindi limiti legittimi, anche se problematici, proprio perché riguardano un pilastro di ogni democrazia.
Nei testi fondamentali delle libertà europee – le Costituzioni nazionali, la Convenzione europea dei diritti umani, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – si trova menzione dei limiti necessari alla difesa della democrazia e anche al fatto che quella libertà porta con sé doveri e responsabilità. I giudici in Europa generalmente accettano che la portata dei diritti e delle libertà vada interpretata in senso ampio, mentre le limitazioni vanno ammesse in senso restrittivo. Ma si è di fronte a problemi delicati, che sono divenuti di enorme difficoltà e serietà con l’intervento dei social media. Rispetto ad essi la tutela della libertà di esprimersi, tarata sul volantinaggio per strada, è fuori del tempo presente, ove un click raggiunge milioni di persone; inutili le successive smentite e precisazioni. Semplicistiche, dunque, le affermazioni di Vance. Le fatiche dell’Unione europea nella ricerca di equilibrio ed efficacia nel contrastare la potenza delle fake news, delle menzogne pericolose per la democrazia, dovrebbero essere rispettate e non indicate come nemiche della libertà. L’alternativa al tentativo di regolamentazione è infatti il prevalere del più ricco e del più potente, anche nelle elezioni. In questo quadro va giudicata la pur problematica decisione della Corte costituzionale rumena di annullare il primo turno delle elezioni presidenziali, fondata sul trattamento privilegiato riservato da TikTok a un candidato in violazione della legislazione elettorale, con la creazione di falsi account di origine russa in suo favore e con il finanziamento di messaggi a suo supporto da parte di società legate alla Russia; il tutto capace di distorcere la correttezza e libertà del voto espresso dai cittadini. In ogni caso l’unico esempio rumeno, citato da Vance, comunque lo si valuti, non permette di farne prova della illegittimità delle procedure elettorali in Europa.
Soprattutto, nei Paesi dell’Unione europea bersaglio delle accuse di Vance, il dibattito è vivace e libero, anche a proposito della portata dei diritti e delle libertà fondamentali. Le idee della amministrazione Trump (con l’appoggio di Elon Musk) sono presenti anche in Europa, in vario modo promosse dalle destre politiche, le quali pretendono che democrazia significhi tutto il potere a chi vince le elezioni. Ma proprio al loro interno si confrontano idee diverse, addirittura opposte. Per quanto riguarda l’Italia, la recente intervista di Marina Berlusconi al Foglio è per più versi esemplare nell’esprimere chiare posizioni liberali di rispetto e tolleranza, in favore del riconoscimento di fondamentali diritti e libertà in tema di cittadinanza, matrimonio gay, suicidio assistito. Essa dimostra quanto insufficienti per la comprensione siano le vaghe categorie della destra e della sinistra, quando si tratta di libertà civili e democrazia. E certe affermazioni di Luca Zaia, governatore del Veneto, vanno nello stesso senso, pur provenendo dalla destra politica della Lega. Anche questo è un segno di libertà. Importante anche se per ora di scarsa incidenza nell’azione concreta dei partiti di riferimento. Tutto ciò indica che anche da questa parte dell’Atlantico non mancano i problemi, nella complessa materia dei diritti e delle libertà fondamentali. Ma l’americana pretesa di imporsi come esempio e la mancanza di rispetto non aiutano a discuterne e a procedere nell’affrontarli.