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18 Ottobre 2023
Tassi di fecondità “italiani”, cittadinanze in diminuzione, livelli di indigenza tra gli stranieri 5 volte superiori rispetto alle famiglie autoctone: così un dossier smonta tanti pregiudizi
Nessuna emergenza migranti, qualche novità e soprattutto un forte allarme povertà, aggravatasi dopo il Covid. Il rapporto sull’immigrazione di Caritas e Migrantes “Liberi di scegliere se migrare o restare” conferma che la vera emergenza in Italia è informativa e culturale. A 10 anni dal 3 ottobre 2013, sostengono le due organizzazioni della Cei. « Il confronto tra lo stile dell’informazione sulle vicende di Lampedusa e di Cutro mostra come il clima sociale e politico in Italia sia cambiato e quanto l’attenzione dei media al tema dell’immigrazione sia sempre più orientata all’allarmismo».
Numeri e novità
Ma i dati dicono altro. La popolazione residente straniera resta all’incirca immutata, al primo gennaio 2023 ammontava infatti a 5.050.257 persone, 20 mila in più dell’anno precedente. Il 59% dei cittadini stranieri vive al Nord, in particolare nel Nord ovest (il 34%) e nel Nord est (il 25). Seguono Centro (24,5%), Sud (11,7%) e Isole (4,6%).
La Lombardia si conferma la più attrattiva, con il 23,1% della popolazione straniera seguita da Lazio (12%), Emilia-Romagna (11%) Veneto (9,8%) e Piemonte (8,2%). Le principali nazionalità, dopo i rumeni – uno straniero su 5 – sono sempre marocchini e albanesi (l’8,4% e l’8,3% del totale), mentre la novità è la crescita delle provenienze dal Sud est asiatico, Bangladesh e Pakistan, che sostituiscono tunisini, senegalesi e nigeriani, non più presenti nella graduatoria dei primi dieci Paesi, Cina e Filippine.
Culle vuote, meno aborti
Sta, però, diminuendo l’apporto alle culle vuote dei neonati stranieri che dal 2012 al 2021 sono diminuiti del 28,7%, passando da quasi 80 mila a meno di 57 mila. « Il modello di fecondità delle straniere – si legge nel rapporto – appare
adattarsi progressivamente al contesto italiano, che non facilita la natalità». Per contro si rileva una diminuzione del tasso di abortività, dal 17,2 per 1.000 nel 2014 al 12 per 1.000 nel 2020. Si tratta, però, di un tasso di 2,4 volte ancora superiore a quello delle italiane, sottolinea il rapporto. Resta forte la componente scolastica. Gli alunni non italiani nell’anno scolastico 2021/2022, erano 872.360, 7mila in più rispetto all’anno precedente. Le regioni con la maggior presenza si confermano Lombardia (222.364), Emilia-Romagna (106.280) e Veneto (96.856).
Nuovi cittadini in calo
Le acquisizioni di cittadinanza, pur avendo raggiunto la soglia del milione negli ultimi 6 anni, sono in progressiva diminuzione e fra 2020 e 2021 sono scese del 7,5%. Un neo-italiano su cinque è albanese, quindi i marocchini. Significativa la terza posizione del Bangladesh, il 4,7% delle acquisizioni totali, la quarta e la quinta, in cui troviamo India e Pakistan.
Lavoro
Per i lavoratori non Ue, il tasso di occupazione è leggermente inferiore alla media nazionale (59,2% contro il 60,1). Si confermano parte importante della forza lavoro in settori trainanti. L’aumento occupazionale più marcato si è avuto nel turismo e nella ristorazione (+16,8% e +35,7%) e nelle costruzioni (+13,8%). La maggiore incidenza di stranieri nel 2022 si registra in agricoltura (39,2% del totale). L’87% degli occupati stranieri è dipendente, il 75,2% dei non Ue è un operaio (contro il 31,6% degli italiani). La forza lavoro straniera è mediamente meno istruita e pagata degli italiani.
Stranieri poveri
In Italia, secondo l’Istat, vivono in povertà assoluta un milione e 600mila stranieri residenti, in tutto 614mila nuclei familiari che equivalgono a circa un terzo delle famiglie povere in Italia. La percentuale di chi non ha accesso a un livello di vita dignitoso risulta essere tra gli stranieri cinque volte superiore rispetto ai nuclei italiani. Svantaggio aumentato e consolidato dal Covid. Peggiora in modo preoccupante la condizione dei disoccupati, uno su due dei quali è povero mentre solo un anno fa toccava circa
uno su quattro. Se si considerano le famiglie di stranieri con minori i dati appaiono drammatici: secondo Caritas e Migrantes qui l’incidenza della povertà raggiunge il 36,2%, più di 4 volte la media delle famiglie italiane.
Sanità
Le dimissioni di stranieri registrate nel 2021 sono pari al 6,4% del totale e la quota più significativa dei ricoveri ha come diagnosi principale le complicazioni della gravidanza (25,6%). Nel settore sanitario lavoravano 77.500 professionisti di origine straniera nel 2022. Di questi, 22mila erano medici, per la maggioranza laureati in Italia, e 38mila infermieri, cui si aggiungono odontoiatri, fisioterapisti, psicologi e farmacisti. Nessuno può partecipare ai concorsi per il Servizio sanitario nazionale e negli ultimi 6 anni circa il 30% è tornato nel Paese di origine.
Sicurezza
Nel 2022 la componente straniera dietro le sbarre è rimasta in linea con il dato dell’ultimo anno, con 17.683 detenuti stranieri su 56.196, pari al 31,4% della popolazione carceraria. Prevalgono i reati contro il patrimonio. Rispetto all’anno precedente, si è assistito a un consistente aumento degli ingressi di minori in carcere, fenomeno connesso alle baby gang.
L’appartenenza religiosa
I cristiani sono il 53,5% degli stranieri grazie alla componente ortodossa. Si contano poco più di un milione e mezzo di ortodossi stranieri in Italia, poco meno della medesima cifra di musulmani, seguiti da circa 844 mila cattolici. Guerre, violenze e persecuzioni in Medio Oriente sono state le ragioni principali di un esodo che ha visto centinaia di migliaia di cristiani in fuga dalla terra d’origine.