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Lunga discussione in Palazzo Vecchio. Nardella: non è la panacea ma uno dei nostri atti più importanti
Mauro Bonciani
Alla fine la delibera sullo stop ai nuovi affitti brevi turistici nell’area Unesco di Firenze è passata. Nessuna defezione nel Pd, neppure da chi ha espresso forti dubbi come il consigliere Massimiliano Piccioli, vicino all’ex assessore all’urbanistica Cecilia Del Re, alla fine tra i banchi dem nel Salone de’ Dugento è anche partito l’applauso.
Il sì all’adozione della delibera urbanistica sul blocco degli affitti brevi — iniziano ora i 60 giorni per le osservazioni, poi ci sarà il voto per l’approvazione definitiva in aula — è arrivato dopo trenta minuti di discorso del sindaco Dario Nardella, che si è tenuto le deleghe all’urbanistica, e due ore di dibattito con l’opposizione di centrodestra sulle barricate e Italia Viva che ha confermato il suo no, già annunciato nei giorni scorsi, ma con toni meno aspri di quanto ci si poteva immaginare, anche se le schermaglie non sono mancate. Una discussione preceduta dal tweet mattutino di Nardella che ha diffuso un sondaggio secondo il quale il 66% dei fiorentini è favorevole al blocco degli affitti brevi in centro. «Questo è uno degli atti più importanti e significativi della consiliatura, è un atto di responsabilità verso famiglie, giovani, anziani, lavoratori che sono alle prese con l’emergenza abitativa: abitare e lavorare a Firenze non può essere un lusso — ha esordio Nardella — La delibera non è una panacea ma abbiamo la responsabilità di proporre al Consiglio comunale una strada con un significato politico. In molti hanno denunciato inammissibili limitazioni della proprietà privata, forse non sapendo che è proprio la nostra Costituzione, all’articolo 42, a prescrivere che il diritto di proprietà sia assoggettato ai limiti che ne assicurino “la funzione sociale”. L’unica cosa che non vogliamo permetterci è stare a guardare. È un dovere fare qualcosa di concreto. E già 15 amministrazioni mi hanno chiesto questa delibera». Sulla necessità di una misura urgente, il sindaco ha ricordato che la ministra al turismo Santanchè ha annunciato che non ci sarà un decreto legge, ma un disegno di legge e dato i numeri: «Nel 2016 avevamo 6 mila appartamenti inseriti su Airbnb, oggi ne abbiamo 14.378, nello stesso lasso di tempo il costo medio dei canoni mensili per le locazioni ordinarie è aumentato del 42%. E i fiorentini che vivono in centro, 40 mila persone, non si lamentano della Ztl ma per essersi trovati a vivere in condomini-alberghi a causa degli affitti brevi».
Il sindaco non ha convinto però Italia Viva, che fa parte della sua maggioranza. «Si sta in maggioranza, anche con idee diverse. Vorrei citare Seneca quando dice “Non si ferma con le mani il vento”. Il turismo non lo possiamo fermare. E secondo me ora verso piazza Beccaria (fuori dell’aerea Unesco, ndr ) qualcuno brinda con lo champagne — ha detto la capogruppo di Iv, Mimma Dardano — Con questa delibera si creerà una bolla immobiliare gravissima. Campo di Marte e Rifredi diventeranno luoghi di trolley».
Per Federico Bussolin (capogruppo della Lega) «la proprietà privata è sacra, non decide Nardella se affittare a breve o lungo termine», mentre Emanuele Cocollini (gruppo Centro) ha detto «si vuole pianificare l’economia invece di rispettare il mercato». Anche Forza Italia ha difeso la proprietà privata e la libertà di impresa, mentre Andrea Asciuti (gruppo Misto) ha annunciato il suo sì «per difendere l’identità della città». Sinistra Progetto Comune ha votato a favore del provvedimento pur confermandole critiche all’amministrazione, mentre il M5S si è spaccato: Roberto De Blasi ha votato sì, Lorenzo Masi si è astenuto. Nardella ha ribadito che se arriverà una buona legge nazionale sugli affitti brevi «il nostro provvedimento potrà essere radicalmente cambiato» e poi è arrivato il sì. «L’unica cosa importante è portarlo a casa», aveva detto in mattinata ai suoi: risultato, tutti i consiglieri Pd e Lista Nardella presenti, così da essere autosufficiente con i voti di maggioranza (21 su 40), senza aiuti delle opposizioni. Dopo i 24 sì — 20 del Pd, Stefano Di Puccio si è assentato per un impegno istituzionale — e gli 8 no Nardella ha abbracciato la vice sindaca Alessia Bettini, dato platealmente il «cinque» ai consiglieri e stretto la mano anche alla sua ex capogruppo Dardano.
UN PERICOLOSO CONDONOE UN EFFETTO BOOMERANG
di Cecilia Del Re
Caro direttore, alla luce della variante che introduce un nuovo genus di «residenza», quella temporanea per turisti, mi preme svolgere alcune considerazioni che spero possano essere utili al dibattito pubblico. E ciò al netto di una premessa, ovvero la mancanza di una normativa nazionale da tempo invocata (anche dalla sottoscritta) per regolamentare le locazioni turistiche. Se leggiamo la delibera con le lenti della «sostenibilità», ci accorgiamo infatti che si tratta di un atto per lo più «insostenibile» rispetto all’intento dell’inversione di rotta sul fronte degli affitti turistici, concentrati per l’80% nel solo centro storico. Con questa variante, infatti, gli oltre 13 mila appartamenti del centro registrati sul portale delle locazioni turistiche verranno autorizzati dal Comune a svolgere (per sempre, salvo intervento del Tar) l’attività, quelle mura acquisiranno automaticamente la nuova destinazione d’uso introdotta: «residenza per finalità turistiche». In altre parole, il primo effetto di questa delibera è quello di un «condono» rispetto all’uso (senza neppure il pagamento di un onere) e quello della legittimazione di un nuovo genus di «residenti» in città: i turisti, che diventeranno quindi i nuovi «residenti temporanei» del centro, che continueremo a riconoscere solo per il rumore dei loro trolley. Oltre a legittimare gli Airbnb già esistenti, la variante ha prodotto un altro effetto distorsivo, l’impennata di iscrizioni di nuovi immobili sul portale delle locazioni turistiche dopo l’annuncio del futuro blocco. Se l’amministrazione non voleva intaccare (per ragioni di consenso o timore di ricorsi) chi già affittava ai turisti, e voleva vietare solo i nuovi Airbnb, non era sufficiente bloccare le iscrizioni sul portale per indubbie esigenze di interesse pubblico, senza spingersi a riconoscere ai 15 mila immobili già registrati la destinazione d’uso turistica? Chi già affittava ai turisti non solo si vedrà aumentato il valore del proprio immobile, ma neppure sarà incentivato a tornare indietro, avendo in mano adesso un immobile turistico. Non c’è abbattimento Imu che tenga, la rendita avrà la meglio perché affittare a turisti è assai più conveniente che affittare a famiglie, studenti e lavoratori. Nel nuovo Piano operativo, avevamo posto due principi (tra gli altri), sui quali delineare il futuro modello di sviluppo: non un mq in più di superfici destinate all’uso turistico in centro storico e in tutta la zona A; lotta alla rendita per una Firenze più giusta. Principi che vengono disattesi con la variante adottata ieri, laddove i metri quadri destinati al turismo in centro saranno migliaia in più; e laddove introduce una nuova cultura della rendita, con la creazione di un nuovo uso — a numero chiuso — che solo artificiosamente è legato alla parola «residenza», perché legato in realtà al turismo. Infine, sono altresì da considerare gli effetti che la variante produce nella misura in cui non è retroattiva e limita il suo campo di applicazione al solo nucleo storico: gli effetti sono quelli di un centro ancor più inaccessibile alle fasce più deboli della popolazione, per l’incremento del valore degli immobili; e poi, un aumento del numero di affitti turistici fuori dal centro storico, specie nelle zone servite dalla tramvia, ovvero quelle universitarie. C’è quindi da augurarsi che nella fase delle osservazioni alcuni aspetti possano essere presi in considerazione per rendere gli effetti della variante più sostenibili; così come si spera che questa variante possa avere il merito di velocizzare l’arrivo di una norma nazionale che dia ai Comuni gli strumenti più idonei per intervenire. La proposta di legge presentata da Alta tensione abitativa (che ricorre alle licenze ed impatta sull’esistente) va nella giusta direzione perché mira non a consolidare rendite di posizione legandole al mattone, ma a restituire immobili a chi ne ha bisogno, e a considerare attività economiche le locazione turistiche per una città davvero più giusta.
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