L’INTERVISTA
di CONCETTO VECCHIO
Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto affari internazionali, lei ha capito qual è la strategia di Giorgia Meloni nel rapporto con Trump?
«No. Lei sembra sincera nella convinzione di potergli fare cambiare idea. Ma io penso che in cuor suo sa benissimo che lui alla fine andrà per la sua strada.
E allora deve essere molto brava a fingere».
AlFinancial Times ha detto che è infantile dover scegliere tra Usa ed Europa.
«E qui mi pare che si stia arrampicando sugli specchi.
Perché prima o poi una scelta va fatta. E non potrà che essere pro Europa».
I dazi rischiano di travolgere la nostra economia ?
«Perciò l’Europa sarà una scelta obbligata. Lei è ancora convinta di poterla spuntare sul parmigiano o sui nostri vini, ma le scelte di politica commerciale sono di pertinenza europea, e non potremmo sfuggire ad eventuali dazi alla Ue».
E quindi?
«E quindi dovrà scegliere con la testa e non col cuore».
Il cuore è con Trump?
«La sua è una posizione molto scomoda. Quello di Trump è il suo campo. Perciò non può smarcarsi. Come hanno fatto altri leader, i quali, da Macron a Zelensky, da Starmer al canadese Carney, ne hanno avuto subito un beneficio in termini di sondaggi. Il loro coraggio ha pagato».
Lei è convinta di poter dialogare con gli Usa.
«Ma Trump non lo convinci!»
Nella freddezza con cui guarda ai volenterosi pesa il fatto che non le viene riconosciuto il ruolo di pontiera?
«Ma anche lì a ben vedere aveva le mani legate. Perché la sua agenda è nazionale. E una pontiera deve tenere contoanche dell’Ucraina, della Groenlandia, insomma mettere in campo una visione europea che a lei alla fine manca».
Insomma, non potrà andare contro la nazione.
«L’Italia è in Europa. I dazi colpiscono la nostra economia. Sarà la geografia a imporle questa scelta».
Mattarella ha invocato determinazione.
«Le sue parole peseranno spero nella scelta che sarà fatta, insieme a geografia, economia e Costituzione».
Fino a quando potrà restare in questo limbo?
«Fino a quando non avrà la pistola puntata sulla testa».
Ieri ha fatto pure l’elogio di
Vance.
«Ma Vance ci detesta. La classe dirigente trumpiana dice in privato le cose che poi spara in pubblico. Non c’è nessuna differenza. Io ebbi modo di parlare con Vance un anno fa a Monaco e questo atteggiamento era già evidente allora».
Pensano davvero che siamo dei parassiti?
«Sì, certo, e mi chiedo come Giorgia Meloni non possa non avvedersene».
L’Europa ha delle carte da giocare contro Trump-Putin?
«Certo che sì. Siamo trenta tra i Paesi più ricchi al mondo. L’errore più grande che possiamo fare è quello di avere una mentalità da colonizzati».