Lo rivelata il Financial Times grazie ai dati della svizzera Ubs. “Il reddito netto da interessi è salito da 270 miliardi di euro nel 2021 a 378 miliardi stimati per quest’anno (…) dopo che le banche centrali hanno iniziato ad alzare rapidamente i tassi”, scrive il quotidiano londinese.
Da dove arriva questa montagna di profitti? Il meccanismo è semplice. Quando è tornata l’inflazione, le banche centrali hanno alzato i tassi di interesse. Fra i tassi manovrati dai super-banchieri, c’è anche la remunerazione sui conti di riserva delle banche commerciali. Alzandola, il guadagno delle banche è salito in automatico. Ma non è finita qui. Quando le banche centrali alzano i tassi di interesse, il maggior costo del denaro tende a propagarsi in tutta l’economia: vuol dire che, progressivamente, dovrebbero crescere sia la remunerazione dei prestiti (erogati dalle banche) sia quella dei depositi (che i cittadini lasciano in banca). Il problema è che da un lato le banche hanno alzato molto i tassi che incassano sui propri prestiti, dall’altro hanno alzato poco quelli che pagano ai clienti sui depositi. Secondo un’analisi di S&P Global, fra giugno 2022 e maggio 2023 le banche dell’Eurozona hanno trasferito a favore dei clienti solo il 20% dell’aumento dei tassi (in Italia l’11%). Il resto se lo sono tenuto: ecco i famigerati extra-profitti.
Secondo Bloomberg, pian piano le banche europee stanno aumentando la remunerazione per i clienti, anche per “placare le critiche degli enti regolatori e dei legislatori”. Il regalo da 100 miliardi, però, rimane. Una specie di Reddito di cittadinanza per i banchieri, che, scrive il Ft, “ha permesso alle banche europee di aumentare i dividendi e i riacquisti di azioni proprie a 121 miliardi per il 2023, rispetto ai 90 del 2021”. In Italia, Unicredit ha distribuito dividendi sul 2022 pari a 1,9 miliardi (+63% rispetto all’anno prima) e prevede di aumentarli a 2,4 miliardi. Intesa Sanpaolo ha distribuito dividendi per 3 miliardi (+3,4%), che saliranno a 4,3.
In tutto ciò, solo pochi Paesi hanno iniziato a tassare gli extra-profitti. La Spagna ha prorogato fino al 2025 la tassa del 4,8% sul reddito delle banche da interessi e commissioni, che ha già fruttato allo Stato 3 miliardi. In Slovacchia dal 2024 le banche dovranno pagare una tassa extra del 30% sui profitti. Dovrebbe fruttare 340 milioni, riducendo il deficit di ben mezzo punto percentuale. Il governo italiano, dopo aver annunciato una misura di questo tenore, l’ha vanificata lasciando alle banche la scelta se pagare il dovuto o accantonare a riserva un ammontare pari a 2,5 volte. Il risultato? Tutti hanno scelto la seconda opzione, e lo Stato ha perso 1,8 miliardi di gettito potenziale.