Giulia Periccioli: Comunicazione commissione ASP
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31 Dicembre 2022di Pierluigi Piccini
Il documento di bilancio che è stato presentato oggi costituisce è l’ultimo Bilancio dell’amministrazione De Mossi e, in un certo senso, rappresenta o dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello, il meritato riconoscimento dei frutti e dei risultati di un quinquennio di amministrazione De Mossi nei riguardi della nostra Città.
In effetti, sul piano formale dei dati, le molteplici descrizioni che vengono riportate sembrano declinare una situazione contabile-finanziaria sostanzialmente sana in virtù dei risultati di amministrazione e della gestione che si propone sia sotto il profilo delle Entrate e Spese correnti, sia sotto l’aspetto degli Investimenti.
In realtà anche questo Bilancio esprime, ancor più dei precedenti, una situazione “PIATTA” dell’Amministrazione, adagiata sul mero dato economico-finanziario e incapace di esprimere la vitalità che chi è chiamato a gestire, dovrebbe essere in grado di infondere e di raccogliere.
L’impressione che si ricava dalla lettura dei dati riportati, se non per per mera auto vetrina, è quella di una Città senza una strategia e dunque di un Bilancio che ancora una volta è incapace di interpretare la forza di questa Città, che ha saputo difendersi durante la vicenda del COVID.
Tasse, trasferimenti dallo stato e dalla regione, gettito IMU, Gestione dei rifiuti e sanzioni del Codice della strada: come se questa fosse solo questa la realtà della nostra Città.
Un Bilancio PIATTO rispetto alle idee, ai programmi, agli obiettivi, alle strategie, agli indirizzi da fornire alle nostre Partecipate, all’ammodernamento che si richiede in tutte le strutture amministrative, agli investimenti in materia di cultura, valorizzazione digitale, crescita e tutela ambientale, prospettive di sostegno all’imprenditoria locale, al sistema Famiglie ed alle nuove povertà.
Leggendo questo Bilancio si ha l’idea di una Città, chiusa, involuta in se stessa, decadente che ha come unica aspirazione l’esistente e il passato. L’esatto opposto di quello che ci sarebbe bisogno di avere. Siena è distante dalla rappresentazione che ne da questa sommatoria di numeri, non la contiene, non la rappresenta, non ne esprime la fecondità e la vitalità fondamentale della convivenza civile e sociale di cui è portatrice.
Leggere il Bilancio 2023 è noioso e forse anche improduttivo, è lo stesso Bilancio 2022 ribaltato forse per la fretta di arrivare a dire l’abbiamo approvato entro il 31 dicembre. I dati sono sostanzialmente gli stessi e francamente commentare il semplice spostamento degli stessi nelle nuove caselle del 2023 è compito che il Consiglio Comunale non merita. nUn semplice esercizio contabile.
Parliamo della gestione relativa allo smaltimento dei rifiuti. Con molta enfasi si cita da tutte le parti che vi sarebbe da registrare una diminuzione della spesa dell’11,46. Senza entrare nel merito, il dato che si registra è quello di una generale reazione negativa della Città ai metodi messi in campo ed alla gestione che riguardano questo settore.
L’Assessore di riferimento è stato più volte sollecitato a chiarire anche la posizione del Comune rispetto Gestore e tutte le volte la reazione è stata come di lesa maestà semplicemente per aver chiesto spiegazioni. Anche in questo caso progetti per il futuro: zero. Il Bilancio si limita ad annotare le nuove disposizioni ARERA che entreranno in vigore dal 1 gennaio 2023 ma nulla si dice a proposito dei servizi ai cittadini, quasi si parlasse per teoria, applicabile a qualsiasi Comune. Come si intende conseguire l’innalzamento degli standard di qualità e di efficienza? Come si intende intervenire nel centro storico? Come riorganizzare l’URP? Come riappropriarsi del controllo dei servizi e del rapporto con i cittadini?
Il dato relativo ai recuperi TARI su cui si tessono lodi sperticate a Sigerico, in realtà è molto basso e celebrativo solo di scelte fatte negli esercizi precedenti ma manca qualsiasi riferimento alla qualità del rapporto con l’utenza, al suo grado di soddisfazione, alla tempistica nelle risposte e così via. Insomma è assente tutta la parte vera e viva del servizio di come migliorare il rapporto con i cittadini che vengono considerati semplici portatori di denaro.
Non soddisfacente neppure il dato riferito al gettito per l’imposta di soggiorno, calato in maniera un po’ improvvisata in un aumento del 14% rispetto alla previsione dell’anno 2022, influenzata dal COVID. Manca qualsiasi riferimento statistico, una stima ponderata delle risorse che si dovrebbero incassare anche rispetto all’evoluzione delle attività sul territorio e in definitiva viene omessa qualsiasi motivazione sugli incassi previsti, privando il consiglio comunale ma anche gli Organi di controllo dei necessari riscontri in termini di trasparenza e di rendicontazione.
Per quanto concerne la previsione dei proventi dalla vendita di beni e servizi si è in presenza di una programmazione che risulta eccessiva per svariate ragioni. Intanto sarebbe occorso tenere conto che la previsione incontra il limite della gestione ormai prossima alla scadenza in secondo luogo sarebbe risultato utile, se non forse necessario, che venisse indicata la copertura finanziaria di destinazione cui i proventi vengono indirizzati a Bilancio. Qui si tocca il tema degli investimenti che vedremo a seguire ma è del tutto evidente che la programmazione delle alienazioni deve avvenire ricomprendendola all’interno di scelte di valorizzazione economico-finanziaria. Valorizzazioni che dovrebbero puntare, in definitiva, ad assicurare un uso del proprio patrimonio in funzione della migliore riutilizzazione delle risorse anche e soprattutto in termini di sostenibilità. In sostanza, che cosa si aliena, perché si aliena e come si ricava l’utile di Bilancio in funzione della crescita del patrimonio. Accennare solo alla vendita del patrimonio priva la soluzione riposta in Bilancio della necessaria motivazione sia nei riguardi del Consiglio Comunale che degli Organi di controllo.
Per gli oneri di Urbanizzazione va detto a chiare lettere che la previsione di destinare l’importo di euro 610 mila agli investimenti qualifica o meglio de-qualifica l’azione dell’Amministrazione. E’ incredibile che un Comune come Siena possa destinare un importo così esiguo ai propri investimenti, senza fornire alcuna spiegazione sensata a questo tipo di scelta. Si tratta di un importo ai limiti del ridicolo neanche per la sistemazione di qualche panchina o di qualche gioco per ragazzi. In generale è assai limitato il gettito di questi proventi rispetto alla capacità di sviluppo di questo Territorio, con una previsione che colloca Siena fra gli ultimi posti dei Comuni di provincia e attesta, ove ce ne fosse ancora bisogno, che il recente piano operativo comunale ha fallito sia nelle sue scelte attuali sia nelle sue prospettive. Il Piano, almeno nelle intenzioni “gloriose” con cui è stato presentato avrebbe dovuto incentivare l’attività edilizia e rilanciare l’economia. In realtà siamo di fronte ad una soluzione che complessivamente non riesce a decollare, comporta deludenti prestazioni di resa produttiva e priva la collettività di risorse importanti anche per il futuro.
A ciò si aggiunge la cifra destinata a coprire l’andamento delle spese correnti per euro 1.785.000 assai rilevante rispetto all’andamento finanziario complessivo dell’Ente, che, come già detto, impoverisce di risorse fresche la gestione e le impiega per carenza di disponibilità correnti, impiegate altrove e dunque carenti. Un dato che meriterebbe una analisi ben più profonda in quanto attinente agli equilibri complessivi di parte economica del Bilancio e che rischia di consegnare alla prossima Amministrazione una situazione non esattamente positiva.
Sarebbe stato ottimale non fare ricorso per la copertura di spese correnti agli Oneri di urbanizzazione e convogliare queste risorse sugli investimenti o spese una tantum, così almeno da avviare un percorso virtuoso di riequilibrio di parte corrente. In tal senso la stessa relazione del Collegio dei Revisori avrebbe potuto meglio disegnare ed evidenziare questa situazione anche con indicazioni a carattere programmatico-prescrittivo per le future gestioni.
Il Fondo redditi di dubbia esigibilità è fermo a 12.127.717 permanendo così una situazione di scarso utilizzo delle ricchezze di cui l’Ente dispone che è il vero tema che caratterizza l’azione o meglio l’inattività dell’attuale Amministrazione.
La mancata utilizzazione delle risorse, che grava come un macigno sul Bilancio di previsione e che rischia di fissarlo a terra rispetto al dinamismo delle esigenze e delle prospettive socio-politiche, rappresenta il fallimento della gestione di questa Amministrazione ormai ahimè consolidato anche rispetto all’altro aspetto fondamentale che è quello degli investimenti.
L’Assessore ne liquida la portata estremamente negativa dichiarando che l’ambito viene interamente ricoperto dagli fondi del PNRR per oltre 45 milioni di Euro.
La prima domanda che ciascun consigliere dovrebbe porsi è che cosa sarebbe Siena oggi senza l’intervento di questi Fondi. In realtà prevale ancora l’orientamento di non fornire risposta alcuna e di proseguire con la tattica dell’alzata di mano talvolta o eventualmente anche non ispirata al solo scopo di non far vedere le crepe di questa Amministrazione. Resta il fatto che come purtroppo più volte ribadito, il Comune di Siena non è pronto ad investire e le sue capacità organizzative sono spente rispetto alla velocità ma anche alla complessità delle procedure e degli adempimenti in materia e il rischio concreto è che tutti questi finanziamenti rimangano in sospeso, come avvenuto fino ad oggi.
Incredibile che una tale entità di finanziamenti siano accumulati da questa Amministrazione e alla fine consegnati alla prossima Amministrazione, per incapacità propria e nonostante le risorse a Bilancio. La capacità di contrarre i mutui viene caricata di ulteriori 10 milioni di euro, con un indebitamento complessivo di oltre 60 milioni di euro proprio nel momento in cui Sindaco e attuale Amministrazione sono nella condizione di dover lasciare.
Sul mondo delle Società partecipate si allega il prospettino di positività che dovrebbe consentire di far stare tutti tranquilli ma nulla si dice sulle vicende che riguardano Sigerico, anche nella sua gestione allargata ai servizi della Fondazione e sul suo futuro direzionale. La Società viene sostanzialmente caricata di quella che sembra sempre più assomigliare ad una gestione “fuori bilancio” di interi pezzi di amministrazione, laddove si manifestino criticità e contraddizioni. L’ultimo affidamento, che ha riguardato anche i servizi dei bagni pubblici, manifesta forti dubbi di legittimità soprattutto per l’affidamento di due milioni di euro da parte del Comune al netto di ogni indagine comparativa di mercato e delle relazioni che non sono mai passate dall’esame del Consiglio Comunale, ai sensi degli artt. 192 del 192 del Decreto Legislativo 50/2016 e dell’art. 34, comma 20, del DL. n. 179/12, convertito con modificazioni con la L. 221/201. Anche su questa operazione sarebbe stata auspicabile una segnalazione da parte del Collegio dei Revisori sia rispetto al sistema di competenze sia rispetto ai contenuti dell’affidamento, con rischio di una alterazione del rapporto fra Comune e Società Partecipata in house, che si è costretti a segnalare agli Organi di controllo.
Anche di tutto ciò nessuna traccia, anzi un costante e imbarazzante silenzio che mal si concilia con le operazioni di verifica del sistema società partecipate, che in modo un po’ rocambolesco, all’ultimo momento si cerca di presentare in Consiglio per raccomandarsi sull’approvazione e sottrarsi al regime delle sanzioni,
In realtà, proprio su questo argomento, si evidenzia all’Assessorato ed agli Organi di controllo, che l’operazione di cui all’art. 20 del TUSP di razionalizzazione periodica delle partecipazioni pubbliche, non si può portare in approvazione in extremis alla fine dell’anno senza che mai il Consiglio Comunale si sia potuto occupare seriamente della materia, con una attenta verifica delle condizioni richieste dalla Legge. L’impressione e forse più di una impressione – visto che l’adempimento non è mai stato messo in esame né entro il 30 settembre, né entro il 30 novembre 2022 – è che in realtà più che ai contenuti effettivi del controllo si miri ad evitare le pesanti sanzioni della Corte dei Conti.
Resta inoltre il fatto con le accuse molto gravi che l’Amministrazione ha rivolto nei confronti dell’ASP Città di Siena e che sembrano essersi rivelate del tutto infondate, senza alcuna contromisura mai presa.
Resta l’aggravarsi del contenzioso che proprio in questi ultimi giorni ha riguardato l’Istituzione Biblioteca Comunale ed in particolare la Direttrice con una netta presa di posizione da parte dei sindacati e su la quale si dovrà valutare a parte pur evidenziandone la gravità. Nota che in effetti denuncia una attività amministrativa che sembra coinvolgere in gravi responsabilità anche di natura antisindacale, figure dell’amministrazione stessa.
A proposito della Istituzione Biblioteca Comunale si eccepisce la mancata approvazione in questa sede del Bilancio di Previsione 2023, con inevitabile interrogativo sul fatto se sia legittimo e possibile poter approvare il Bilancio Comunale. Si tratta infatti di una Istituzione Comunale ai sensi degli artt. 114 e segg. del TUEL 267/2000 il cui Bilancio fa parte integrante del Bilancio Comunale e la cui mancanza ne determina la relativa incompletezza ai fini dell’approvazione. Negli esercizi precedenti, infatti, sempre detto Bilancio, anche in applicazione del principio del Bilancio consolidato, è stato approvato insieme col Bilancio Comunale. In assenza della Direttrice era precisa funzione e responsabilità di qualcuno assicurare che venisse predisposto. Così come era precisa funzione e responsabilità di qualcuno assicurare che venisse predisposta la Variazione finale, con possibili conseguenze dal punto di vista del danno erariale. Su tutto questo sarebbe bene avere dal Segretario Comunale una relazionare scritta, con segnalazione dei fatti al Collegio dei Revisori ed all’Organo di controllo.
Sempre sul tema della Istituzione Biblioteca si evidenzia che in violazione dell’art. 19 del vigente Regolamento Comunale di funzionamento, l’Istituzione gode di trasferimento ordinario diretto dei fondi di funzionamento, con imputazione sul Centro di Responsabilità SK5. Nella Relazione dell’assessore si parla di “contributo” al pari del Siena Jazz in contrasto con la norma citata e con la natura dell’Istituzione invece che di “trasferimento ordinario” (Il Siena Jazz non è una Istituzione Comunale !) e nel PEG approvato dalla Giunta si viola l’assegnazione diretta a favore di altro centro di Responsabilità. La richiesta è di riportare l’intero finanziamento dentro il Centro di Responsabilità SK5 e di attenersi al rispetto delle vigenti disposizioni legislative e regolamentari, nel rispetto dell’autonomia dell’Istituzione.
VALUTAZIONE FINALE
Si è in presenza di un Bilancio PIATTO e privo di MOTIVAZIONI STRATEGICHE che si rivela frutto di un percorso privo di una vera direzione di politica di bilancio e che comunque, al di là delle gravi carenze evidenziate, presenta aspetti di dubbia correttezza sia con riguardo alla procedura sia con riguardo ai contenuti.
Un Bilancio che non ha nulla a che vedere con le esigenze della Città di Siena, che non fotografa e non aiuta una città in trasformazione. Che non aiuta le prospettive della sua crescita e della sua identità, con gravi carenze dal punto di vista dei contenuti, strategie e programmi e privo soprattutto nel settore investimenti di qualsiasi riferimento a valutazioni di impatto ambientale e di collegamento alle effettive capacità gestionali presenti e future per la sostenibilità sia del patrimonio sia delle eventuali nuove realizzazioni.