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6 Giugno 2022Riconoscimenti L’Università Kore di Enna assegna il titolo all’autore di «Annientare» (La nave di Teseo)
La Sicilia laurea Houellebecq
di Ida Bozzi
Nei ringraziamenti in calce al romanzo Sottomissione del 2015 (Bompiani), Michel Houellebecq scriveva, dopo 250 pagine sconvolgenti, ambientate con vivido realismo tra i docenti dei più prestigiosi atenei francesi: «Non ho studiato all’università».
Ora, l’Università Kore di Enna conferisce a Houellebecq la laurea magistrale honoris causa in Lingue per la comunicazione interculturale: la cerimonia si svolgerà mercoledì 15 giugno nell’ateneo, alle ore 11, con una laudatio di Vittorio Sgarbi. Un riconoscimento a un autore che «con la sua narrazione e la sua presenza intellettuale ha segnato la storia letteraria e culturale a cavallo dei due millenni». Bene illustra il rettore dell’Università Kore di Enna Giovanni Puglisi le motivazioni del riconoscimento: «Personalità controversa, è stato, però, sempre attento a non varcare il perimetro della sua scrittura: incisiva, attraente, colta. La trasversalità della produzione letteraria di Houellebecq non è data solo dalla complessità culturale della sua storia intellettuale ma anche e soprattutto dalla capacità della sua scrittura, che, oltre la conflittualità che talvolta ne emerge o che se ne vuole evidenziare, è riuscita a cogliere e a rappresentare la dimensione più profonda dell’interculturalità dei processi, politici, religiosi, etici, economici che oggi attraversano, spesso anche drammaticamente, il nostro tempo, come parimenti attraversano i suoi romanzi». E conclude: «È un onore, per la nostra università e la cultura italiana, annoverarlo tra i suoi “Immortali”».
Una scrittura «incisiva, attraente, colta» e pure molto provocatoria, senza infingimenti. Non c’è suo romanzo che non abbia suscitato discussioni e polemiche, talvolta accuse che vanno dalla misoginia al razzismo, a partire dal primo libro uscito in Italia nel 1999, Le particelle elementari (ora riedito da La nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi, che pubblica la sua opera) continuando con La carta e il territorio del 2010, con cui vinse nello stesso anno il Premio Goncourt, fino ai recenti Serotonina, del 2019, e Annientare, uscito quest’anno . Nel 2019, Emmanuel Macron gli ha conferito la più alta onorificenza francese, la Legion d’onore.
Anche poeta e saggista oltre che romanziere — è del 2019 il volume di saggi Cahier, e La nave di Teseo pubblicherà in settembre la nuova raccolta Interventi — ha sempre riservato alla cultura occidentale critiche forti. Lo ricorderà anche Vittorio Sgarbi nella laudatio che pronuncerà a Enna: «Siamo davanti a trasgressivi convinti e sereni, senza traumi, senza ribellioni, con assoluta naturalezza, sgualciti dalla vita. Il disordine è il loro ordine: un metodo. Il pensiero di Houellebecq è chiaro: “La letteratura non serve a niente. Se servisse a qualcosa, la marmaglia di estrema sinistra che ha monopolizzato il dibattito intellettuale durante tutto il XX secolo non sarebbe nemmeno potuta esistere”». Lo sguardo dello scrittore, prosegue Vittorio Sgarbi, è dirompente, anche se (o proprio perché) osserva un tempo in disfacimento. «È euforico il gesto letterario di Houellebecq, euforica la sua parola, accesa, esaltata; ma intorno il corpo e il tempo sono vecchi: la senescenza è la nostra condizione; nostra, personale; nostra, della società in cui viviamo. È l’autunno del corpo ma anche delle idee».
Elisabetta Sgarbi, sua editrice da sempre, prima in Bompiani e ora per la sua Nave di Teseo («Acquisii Estensione del dominio della lotta quando ancora era edito da Maurice Nadeau, un piccolo editore indipendente, e lui era un autore di nicchia»), riferisce le reazioni di Houellebecq al riconoscimento: «L’ha accolto con piacere e con ironia. Ha scritto a me e a Teresa Cremisi (che è stata sua editrice in Francia per Flammarion, ndr) che il nostro ruolo sarebbe stato di farlo esercitare per la prima (e certamente per l’ultima) lectio magistralis».
Al di là della battuta, rivela anche le emozioni dell’autore: «È uno scrittore tra i più liberi che conosca, ma anche una persona molto attenta alle forme e alle istituzioni. Sa essere molto rispettoso, è un paradosso, forse, ma neppure troppo. Quindi, a parte l’ironia, l’idea di ricevere una laurea honoris causa da un’università italiana gli ha fatto particolarmente piacere. È tra i grandi scrittori del panorama letterario mondiale, dell’ultimo scorcio del secolo scorso e di questi primi decenni. Pochi sono in grado di interpretare l’epoca che vivono come lui sa fare, pochi riescono a restituire l’integralità dell’essere umano: il dolore, la malattia, il sesso, il piacere. Il suo romanzo più recente, Annientare, ha una verticalità che ogni tanto dà le vertigini».