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di Massimo Franco
Due siti Usa: voteranno anche i laici. Il cardinale Ghirlanda: menzogne
C’è un documento fantasma sul prossimo Conclave che i siti conservatori statunitensi stanno evocando con insistenza. Parlerebbe dell’elezione del prossimo Papa da parte dei cardinali ma con l’aggiunta di una percentuale del 25% di laici: una novità che rimanda all’ultimo Sinodo, l’assemblea dove la presenza di una componente non religiosa ha creato sospetti e qualche malumore. Il problema è che non si capisce se questo documento esista davvero, o se invece sia frutto di una campagna di disinformazione per colpire Francesco, criticato soprattutto da quel mondo per i metodi di governo: ultimo caso, il provvedimento annunciato contro il cardinale americano e tradizionalista Edmund Burke, che sarebbe privato di stipendio e appartamento vaticano per le critiche incessanti al Pontefice argentino.
Quell’iniziativa controversa è arrivata dopo che due siti statunitensi, The Pillar e The Remnant, avevano parlato all’inizio di novembre del «documento» con dovizia di particolari. Il fatto è che il presunto estensore, il cardinale Gianfranco Ghirlanda, canonista di fiducia del Papa, ha smentito subito di avere scritto o avuto notizia di quelle carte, definite «invenzioni». Ma il tamtam è continuato, tanto da indurre il cardinale a un’ulteriore precisazione. «È una menzogna — conferma Ghirlanda al Corriere — che io stia preparando un documento sul Conclave. È falso che mi sia visto col Papa per discuterne. La realtà è che non ne so nulla, né mi è stato mai chiesto un parere. Non sono implicato. Se poi si sta elaborando qualcosa altrove, non ne sono a conoscenza…».
Nella cerchia papale si indovina una certa inquietudine. E non tanto per l’episodio in sé, quanto per l’ostilità che trasuda da questo e altri episodi nei confronti di Jorge Mario Bergoglio. Settori influenti dell’episcopato Usa e del mondo accademico tradizionalista vogliono accreditare l’immagine di un Papa che da circa un anno, dopo la scomparsa di Benedetto XVI, avrebbe accentuato una concentrazione di potere parallela, a loro avviso, al pugno duro contro i critici. Lo scontento di questa filiera si è gonfiato di concistoro in concistoro: a oggi, 99 dei 137 cardinali elettori sono stati nominati da Francesco. Secondo i suoi avversari, questo rivelerebbe l’intenzione di preconfezionare l’esito del futuro Conclave. Ma si tratta di un’accusa opinabile, se non strumentale: tutti sanno, e il Papa per primo, che nella Cappella Sistina scattano dinamiche in grado di smentire qualunque previsione.
Sembra che avessero suggerito a Ghirlanda una smentita ufficiale, ma il cardinale ha preferito non farla per non amplificare il caso, creato «da una frangia della Chiesa americana». Il canonista si limita a ribadire e rafforzare le sue precisazioni. Tuttavia, una persona molto vicina a Bergoglio bolla la «disonestà di chi arriva a queste bugie pur di screditare il Pontefice». E vede «un’azione del Maligno che vuole dividere la Chiesa con le menzogne». Additare il diavolo è un modo per far risuonare il massimo allarme. Ma dice anche quanto il tema rischi di diventare incendiario in un mondo cattolico polarizzato e con un pontificato giunto all’undicesimo anno. Quando il 4 novembre il sito The Pillar ha pubblicato il primo articolo, l’allarme a Roma è stato immediato.
E quando poche ore dopo un’altra testata conservatrice online, The Remnant ha rilanciato l’indiscrezione di un documento per «rivoluzionare» il sistema elettorale del Conclave, il quadro è diventato più chiaro. Il sito ha sostenuto che nelle bozze del documento fantasma sarebbe prevista la presenza del «25% laici, uomini e donne, e di suore», e ha citato Ghirlanda, la cui smentita immediata è servita a poco. Il dubbio era stato insinuato. E la coincidenza con i provvedimenti contro il cardinale Burke ha acuito un’agitazione in Vaticano che non si è ancora placata. In realtà, anche in passato le regole dei conclavi sono state cambiate.
Come ha notato Crux, testata statunitense specializzata nelle questioni vaticane, «tre dei quattro predecessori di Francesco» avevano già modificato le regole: a partire da Paolo VI, che aveva escluso gli ultraottantenni dal voto e fissato a 120 il numero totale degli «elettori». Ritenere che questi precedenti basteranno a fermare gli attacchi, tuttavia, è illusorio. Il tema è quello di una Chiesa polarizzata, che Francesco fatica a compattare. Di recente, c’è chi ha criticato larvatamente perfino la decisione di far ristrutturare il Monastero dove Benedetto XVI si era ritirato dopo la rinuncia del 2013. Ci andranno a abitare delle suore: un ritorno alla destinazione originaria, dunque. Si tratta, secondo Silere non possum, di monache benedettine di Buenos Aires. E questo è bastato a far lievitare voci malevole contro il «clan degli argentini».