Lenny Kravitz – Again
16 Ottobre 2023NEWS
16 Ottobre 2023di Pierluigi Piccini
È sempre più presente negli articoli di stampa la considerazione che le due guerre parallele – quella dovuta all’invasione Russa dell’Ucraina e quella tra Israele ed Hamas – siano attacchi alla democrazia. Ed essendo ritenuti tali, gli Stati che hanno subito un’aggressione vadano comunque difesi perché rappresentano una presenza occidentale avanzata nel sistema delle ex repubbliche sovietiche, o l’unico intervento democratico nel contesto mediorientale. Analisi a cui segue, inevitabilmente, una difesa acritica dell’Occidente intorno a quella, che da sempre, viene considerata la democrazia per eccellenza: gli Stati Uniti. Saremmo di fronte a una grande guerra non dichiarata (Usa, Russia, Cina) con, a cascata, i vari sottosistemi e le decine di guerre sparse per tutto il globo: da una parte, quindi le autocrazie e dall’altra i valori dell’Occidente. E quando si pensa a quest’ultimi allora non si fa riferimento alla gestione quotidiana della democrazia, ma ai valori teorici che fondano l’Occidente: da quel dubbio originario del Figlio nei confronti del Padre che attraversa tutta la nostra cultura che passa per Spinoza, arriva ai diritti della persona e si consolida nella forma dello Stato che ha nella separazione dei poteri la sua forma massima e assoluta. Bene! E chi potrebbe dire diversamente visto che, nei fatti, è così? Ma è proprio vero che la democrazia occidentale applichi correttamente le tante conquiste ottenute nel tempo e difenda l’individuo come espressione massima della cittadinanza? Che non sia toccata dalla corruzione né dal privilegio? Non subisca un restringimento nella partecipazione a vantaggio di oligarchie? Le democrazie non hanno forse poteri al proprio interno che annullano in pratica la stessa divisione canonica? Se si prende il rapporto dell’Economist (Democracy IDEX 2022) si vedrà che le cose non stanno proprio come si vedrebbe e che “l’Italia non è una full democracy ma una flawed democracy, ovvero una democrazia imperfetta… Tra i 48 Paesi a democrazia imperfetta troviamo l’Italia, che occupa la 34esima posizione globale con un punteggio di 7,69, soprattutto grazie al processo elettorale e al pluralismo (9,58), ma in calo di tre posti rispetto al 2021, risultando meno adeguata dal punto di vista del funzionamento di governo (6,79) e negli altri parametri. Seguono 36 regimi ibridi e 59 autoritarismi, con l’Afghanistan che chiude la classifica”. Ma nella stessa Ucraina il livello di corruzione è altissimo o nello Stato di Israele (Likud) dove l’interesse personale è prevalente, esempio ne è lo stesso Netanyahu, a cui fa bella compagnia il governo Palestinese. Insomma, la democrazia nel quotidiano, salvo rari casi, finisce, non avendo l’autorevolezza necessaria, per alimentare le stesse autocrazie che dovrebbe contrastare, siano esse di natura religiosa o secolare. In questa mancanza di credito si inseriscono le divisioni e i conflitti. Quindi quello che sta accadendo, con la debolezza dell’Europa, dovrebbe insegnarci che abbiamo bisogno di ben altro rispetto alle armi che arricchiscono alcuni indebolendo le democrazie e di credere ancora disperatamente, come comunità, nei nostri valori. Non resta che citare Winston Churchill: “La democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora”