J.J. Cale – Cocaine
13 Luglio 2022Mi fa paura il silenzio su Mps
13 Luglio 2022“ Guadagno 6,70 euro l’ora lordi 10 mesi su 12, quest’estate sarei voluta andare via due giorni ma non posso”, dice Lucia Fa parte di un esercito di persone in difficoltà censiste da Ires- Cgil. Rappresentano il 37% dei contribuenti della regione
diAzzurra Giorgi
« Bisogna un po’ arrangiarci, sennò non ce la facciamo». Lucia (nome di fantasia) lavora da circa 10 anni nelle mense scolastiche. All’ora guadagna 6 euro e 70. Lordi, e con un contratto part- time verticale per cui non lavora 2 mesi e mezzo ( quelli estivi). Come lei, ci sono altri 600mila lavoratori poveri in Toscana: persone che, pur avendo un impiego, hanno un reddito lordo da lavoro sotto i 12mila euro. Il dato viene da una ricerca condotta dall’Ires- Cgil Toscana che ha analizzato le dichiarazioni dei redditi del Mef e le contribuzioni Inps del 2021 (su dati 2020): in totale, i ricercatori Sandra Burchi e Roberto Errico hanno calcolato 596.585 lavoratori a rischio di essere o diventare “ working poor”. Più di 1 su 3 tra i contribuenti toscani ( a esclusione dei pensionati), con un reddito medio lordo di 6.774 euro annui. Un valore molto basso, sul quale pesano probabilmente lavori stagionali, “ lavoretti” vari e gli assunti negli ultimi 3 mesi dell’anno. Ma è rilevante, almeno per due motivi: in primis perché se il 2020 è stato un anno fortemente condizionato dalla pandemia, « il 2021, di cui ancora non abbiamo dati completi, ci dice che circa mezzo milione di persone, ovvero il 28% dei contribuenti, è in un’area strutturale di lavoro povero » spiega Errico. E poi perché, dice il rapporto annuale Inps presentato due giorni fa, «chi è povero lavorativamente oggi sarà povero pensionisticamente domani».
I più a rischio sono, come sempre, donne e giovani ( anche laureati). Tra le figure, invece, lavoratori domestici e operai agricoli, seguiti da autonomi agricoli e collaboratori delle gestioni separate. Dalla parte opposta, a rischio “ nullo”, amministratori in gestione separata e dipendenti pubblici.
Ma i numeri non sono soltanto tali, hanno un risvolto nella vita quotidiana: « Avremmo voluto andare da qualche parte 2- 3 giorni, ma non è possibile – spiega Lucia -. Il Covid è stato devastante: la cassa integrazione è arrivata in ritardo ed era comunque più bassa di quel che prendiamo. Eppure le responsabilità sul lavoro sono maggiori: nelle mense c’è sempre più attenzione per le diete, anche salvavita, dei bambini, ma gli stipendi, in proporzione ai costi, sono diminuiti». Nei mesi in cui non lavora, Lucia – che vive col marito e il figlio, che lavora a chiamata – si arrangia, ma non è facile, anche perché su di lei, e sul marito, ricade lacura dei genitori: « Non possiamo permetterci di prendere qualcuno che li segua, purtroppo gira tutto intorno alla capacità di spendere».
« Una così alta percentuale di contribuenti con un reddito medio lordo inferiore ai 12mila euro è significativa di una frammentazione del lavoro e di una de- standardizzazione non solo nel lavoro autonomo, ma anche di quello dipendente » dice Burchi. Nel 2021, per dare un’idea, i contratti attivati sono stati per il 65% a tempo determinato e c’è stato un + 76,5% dei contratti determinati dalla durata di un giorno (dati del Ministero del Lavoro). « Siamo in un contesto in cui anche lavorare non garantisce la possibilità di vivere dignitosamente – dice il presidente Ires Toscana Gianfranco Francese -. L’emergenza è sociale e aumenta le incognite sulle prospettive di sviluppo della regione».
Per cambiare la situazione, «c’è bisogno che la Toscana decida dove vuole andare: che tipo di lavoro vuole, quali politiche industriali promuovere, ricordando che oltre a moda e turismo c’è un manifatturiero da rafforzare » dice la segretaria regionale Cgil Dalida Angelini. «A livello nazionale bisogna mettere in discussione le leggi che hanno consentito i contratti di un giorno e i part-time involontari, e avere un unico contratto di inserimento lavorativo finalizzato all’indeterminato – continua -. E il cuneo fiscale deve andare a favore del mondo del lavoro, cosicché vengano aumentate le retribuzioni » . Una riforma complessiva, dunque, che diventerebbe anche « una risposta alla detanalità » dice Angelini. Tenendo a mente un dato Istat: al 1° gennaio 2022, gli over 65 toscani erano più del doppio dellapopolazione tra gli 0 e i 14 anni.