Bonus psicologo per pochi: senza fondi 5 richieste su 6
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21 Ottobre 2022MILANO — Lavoratori in fuga da Mps: uno su cinque preferisce attendere la pensione con l’85% dell’ultimo stipendio piuttosto che vedere l’alba della settima ricapitalizzazione.
La banca, che in Borsa sta aumentando il capitale per 2,5 miliardi di euro, conferma che le richieste di esodo incentivato riguardano 4.125 dipendenti. E che se troverà l’intesa con i sindacati — che incontreranno l’ad Luigi Lovaglio i primi giorni della prossima settimana — proverà a soddisfare tutte le richieste, benché molto superiori ai 3.500 esodi stimati dal management nel piano industriale a giugno. Quel piano, base strategica per la ricapitalizzazione, non faceva mistero di avere nel taglio dei costi il suo pilastro. E stimava di utilizzare 800 milioni — quasi un terzo della raccolta di fondi in corso — per finanziare gli “scivoli” settennali del Fondo esuberi, e così risparmiare, da inizio gennaio, 270 milioni l’anno in compensi. Ai tagli è legata pure la fretta di procedere dei banchieri senesi: la norma che consente di finanziare scivoli per sette anni, due più del normale, scade il 30 novembre.
L’incontro tra Lovaglio e i sindacati era già in preparazione: ma mercoledì sera è uscita una nota sindacale congiunta, che pare prepararlo: «Ci vediamo costretti a richiamare l’attenzione sulla perdurante indeterminatezza sul numero dei futuri esodi. È necessario che a soli 40 giorni dal termine Mps si esprima sulla possibilità di accogliere tutte le domande». Le sigle concludevano l’appello «confidando che l’azienda sciolga questo nodo andando incontro alle legittime aspettative dei colleghi, coniugato alla necessità altrettanto impellente di fare luce sulla sostenibilità organizzativa e funzionale della banca post esodo». Anche per questo Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil,Uilca-Uil e Unisin chiedono di rispettare il principio di un nuovo assunto ogni due uscite, per cui Mps dovrebbe arruolare, entro il 2026, fino a 312 nuovi addetti oltre i 1.750 concordati ad agosto. Anche Lovaglio pare veda con favore la possibilità di maggiori esodi, per amplificarne gli effetti sulla redditività. Il mercato stima che fare spazio a tutte le richieste di uscita costerebbe 150 milioni in più e aumenterebbe i risparmi a 320 milioni l’anno (50 in più).
Lovaglio dovrà però evitare di intaccare l’operatività del Monte, che da dicembre potrebbe trovarsi con 17 mila dipendenti — la metà di 11 anni fa — con possibili problemi specie nelle filiali più piccole, e nel consorzio che gestisce i sistemi informatici. Secondo dati ufficiosi circa un terzo delle richieste di esubero verrebbe dalla rete delle filiali (specie in Toscana), un altro terzo dalla direzione di Siena, mentre le classi più interessate sono le più giovani. Quelli che, nati tra il 1963 e il 1967, hanno iniziato prima dei 20, potrebbero pensionarsi fino al 2029 vivendo con l’85% dello stipendio, senza contributi, buoni pasto e maturazione del Tfr. La legge Fornero prevede 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, un anno in più per i maschi.