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26 Novembre 2022di Lorenzo Marretti
Ieri, Giovedì 24 Novembre, presso i locali della saletta Pluiriversum di Via Roma, si è tenuto un interessante incontro sulla gestione del patrimonio artistico e sul concetto di produzione culturale. Sono intervenuti Sergio Risaliti, attuale Direttore artistico del Museo del Novecento di Firenze e Donatella Capresi, in anni passati Capo delegazione FAI di Siena. Capresi, ripercorrendo il suo lavoro, ha fatto rivivere ai presenti all’incontro le sensazioni di una Siena che sulla gestione museale e sulla produzione culturale all’epoca poteva competere con i più grandi centri nazionali ed internazionali: dal restauro dei locali dove oggi sorge Opera Laboratori che gestisce il Duomo alla realizzazione della mostra sul grande artista senese Duccio di Buoninsegna. Risaliti, anche lui un passato nella Città del Palio a Palazzo delle Papesse, ha fatto un focus sul suo lavoro come Direttore di un Museo del Novecento nella città del Rinascimento. Compito per nulla facile come si può ben immaginare. Tuttavia un territorio come quello senese o fiorentino che ha giustamente la pretesa e la volontà di vivere con un occhio rivolto alle bellezze di un tempo, non può ignorare dei secoli allo stesso tempo grandi e terribili come il Novecento e il nostro contemporaneo che tanto sono stati influenzati dal passato e che altrettanto fortemente continuano ad influenzare il presente e il futuro. Tuttavia non è stata una serata all’insegna della nostalgia e del rimpianto, c’è stato modo e tempo di immaginare un futuro che è ancora alla nostra portata se facciamo le scelte giuste. Si è parlato di bio-politica e di bio-cultura e dello straordinario ruolo che in questo senso potrebbe giocare il complesso del Santa Maria della Scala. E’ stato affrontato il tema di come le potenzialità della digitalizzazione possa aiutare nella gestione e valorizzazione dell’immenso, e purtroppo anche decentrato, patrimonio archivistico e bibliotecario senese. Un incontro dunque stimolante e piacevole che più della cultura e dell’arte oserei dire che ha avuto protagonista il tempo della scelta e della responsabilità. Il tempo della coscienza collettiva non sempre quantificabile ed eterno. Esso è in grado di influenzare passato, presente nulla è perduto, tutto si può modificare ed il futuro da costruire è in grado di riscattare anche il passato (Dilthey).