A sette anni dalla scomparsa dello scrittore, filosofo e semiologo La Nave di Teseo pubblica due raccolte di articoli sulla comunicazione Una riflessione sulla cronaca e l’immaginazione narrativa
Del decennio dalla propria scomparsa che nelle sue disposizioni testamentarie Umberto Eco ha stabilito dovesse passare prima che gli fossero dedicati convegni e altre iniziative scientifiche, più di due terzi saranno già trascorsi il prossimo 19 febbraio. Sette anni precisi, proprio come quelli «di desiderio» cui lui aveva intitolato la raccolta di articoli e saggi in cui registrava la svolta dal movimento del ‘77 al disimpegno dei primi anni Ottanta. In copertina, un Altan già sublime: “Mi sorprende questo riflusso moderato, mi devo esser perso il flusso progressista”. Oggi possiamo commentare che questi riflussi moderati non finiscono mai. Casomai smarriscono la moderazione.
Non che in questi primi sette anni della sua mancanza di Eco non si sia parlato, anzi. La Scuola Superiore di Studi Umanistici da lui fondata all’Università di Bologna è stata reintitolata Centro Internazionale di Studi Umanistici “Umberto Eco” e ospita lezioni e seminari sui temi della sua semiotica. A Bologna stanno per arrivare i libri della biblioteca moderna di Eco, mentre la preziosa collezione di libri antichi è già stata trasferita alla Biblioteca Braidense di Milano, dove l’anno scorso si è tenuta una mostra bibliografica. Fra un mese arriverà poi nelle sale il bellissimo film di Davide FerrarioUmberto Eco – La biblioteca del mondo , che nello scorso autunno si è visto in anteprima a BookCity.
La casa editrice fondata per impulso di Eco alla fine del 2015, La nave di Teseo, ha fatto il proprio debutto proprio ai funerali milanesi del semiologo del 23 febbraio2016, quando fu mostrata la prima copia del libro che sarebbe stato l’ultimo da lui licenziato, il primo a uscire postumo, nonché il primo in assoluto pubblicato dalla casa editrice. Si intitolava Pape, Satàn, Aleppe. Cronache di una società liquida ed era una raccolta diBustine di Minerva , cioè di articoli per la sua pluridecennale rubrica per l’Espresso. Sette anni dopo escono ora altre due raccolte di scritti occasionali, anche questi tutti editi e in gran parte pubblicati originariamente sull’ Espresso .
In questi sette anni, la Nave di Teseo ha ripubblicato molti scritti di Eco, seguendo due impostazioni diverse. Il primo filone è quello delle riedizioni canoniche: i libri editi lui in vita ritornano nella forma testuale originaria in cui li aveva pubblicati per la casa Bompiani. Un secondo filone comprende invece nuove raccolte tematiche di testi pure già editi. A questo filone vanno ricondotte le due vasti sillogi di testi anche dispersi curate in anni recenti da Gianfranco Marrone sul tema della televisione e da Vincenzo Trione sul tema dell’arte.
Le ultime due raccolte che escono adesso sono pure raccolte tematiche, ma in un formato minore, adatto per affondi tematici e piccoli carotaggi cronologici nella scrittura dell’autore.
La prima si intitola L’Era della Comunicazione. Dai giornali a WikiLeaks e si apre con il testo di una storica relazione del 1967 a un congresso newyorkese, quella in cui Eco proponeva una “guerriglia semiologica” e che segna il passaggio dall’epoca della comunicazione come strumento all’epoca della comunicazione come bene in sé. In una fase di dominio verticale assoluto dei media la guerriglia proposta da Eco consisteva nel diffondere codici di ricezione dei messaggi capaci di pervertire l’intenzione di chi li aveva emessi. Si trattava allora di rompere il meccanismo per cui l’intenzione del potere dominante si trasmetteva a masse rese pubblico passivo e acritico.
L’ultimo testo raccolto è del 2010: quarant’anni dopo il caso di WikiLeaks è reso possibile dal fatto che non c’è potere che abbia pieno controllo della comunicazione. Due estremi che più lontani non si potrebbero immaginare, nell’evoluzione che ha portato dai monopoli alle reti.
La seconda raccolta si intitolaQuale verità. Mentire, fingere nascondere e comprende alcuni dei tasselli del vasto mosaico composto dai numerosissimi interventi che Eco ha dedicato al tema delle menzogne, dei complotti, delle manipolazioni, dei falsi, argomento che lo appassionava in misura superlativa. Dalla Donazione di Costantino a Nixon e il Watergate, passando dal caso Braibanti (a cui Gianni Amelio ha appena dedicato il film Il signore delle formiche) Eco applica i suoi strumenti interpretativi per mostrare cosa fa di un falso un falso.
Leggendo o rileggendo questi articoli, chi conosce l’opera di Eco potrà vedere come la comunicazione massmediale e la menzogna siano stati temi che lo hanno accompagnato in tutto lo spettro della sua attività: riflessione sulla cronaca (come nei testi delle due raccolte), ricerca sul campo, approfondimento e sistemazione teorica, immaginazione narrativa. A testi occultati o occultisti è dedicata la maggior parte dei suoi romanzi e al giornalismo l’ultimo romanzo, Numero zero.