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7 Febbraio 2023“Se la letteratura offende, non ci resta che leggere l’elenco telefonico”. Parla Furedi
Roma. “Quasi impercettibilmente, l’atto di leggere la letteratura è stato medicalizzato e riformulato come un rischio per la salute mentale. E’ successo tutto molto, molto velocemente”. Così parla Frank Furedi, sociologo inglese di origine ungherese professore emerito all’Università del Kent, autore di Fatica sprecata (Vita & Pensiero) e Che fine hanno fatto gli intellettuali? (Raffaello Cortina Editore), dopo che anche l’Ulisse di James Joyce è finito sotto la censura morale nelle università inglesi. Si chiamano “trigger warning”, avvisi prima di procedere a un testo, e dilagano nelle università anglosassoni, di qua e di là dall’Atlantico. Razzisti Ivanhoe di Walter Scott, Robinson Crusoe di Daniel Defoe. I sonetti di Shakespeare “prodotti della cultura bianca occidentale”. Come il padre della letteratura medievale inglese, Geoffrey Chaucer, quello dei Racconti di Canterbury. Il vecchio e il mare di Hemingway è “mascolino”. I Viaggi di Gulliver sono pieni di stereotipi. Inquietante La signora di Wildfell Hall di Anne Brontë.
“L’impulso alla censura è vivo e vegeto, sarà meglio che limitino la lettura all’elenco telefonico di Londra” ha commentato al Telegraph Furedi dopo l’editto su James Joyce. Il professor Dennis Hayes dell’Università di Derby ha aggiunto: “Una volta che avremo un paio di avvertimenti, i docenti smetteranno di presentare qualsiasi cosa controversa… gradualmente, non ci sarà discussione critica”.
“Gli avvertimenti che un testo conterrebbe dichiarazioni omofobe, razziste o bigotte sono apparsi con l’apparente scopo di proteggere i lettori” ci spiega Furedi. “La medicalizzazione della lettura converge con lo stato d’animo di censura nei campus. Presto, gli attivisti hanno insistito sul fatto che non ci si dovrebbe aspettare che gli studenti leggano La signora Dalloway di Virginia Woolf o Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald a meno che questi romanzi non abbiano un avviso”. Nel 2014, quando nei campus scoppiò la mania dei trigger warning, molti accademici credevano che si trattasse di una stupida moda passeggera. “Ricordo ancora quando tenni un discorso sulla tolleranza a Tilburg, in Olanda, e alcuni studenti respinsero questi avvisi come una stupida idea americana. Quando ho espresso preoccupazione per l’impatto corrosivo degli avvisi sulla vita accademica, molti colleghi mi hanno criticato per aver fatto un grosso problema su qualcosa che presto sarebbe scomparso. Evidentemente non sono riusciti a cogliere lo slancio potente che guida la medicalizzazione della vita pubblica”. Nel 2023, letteralmente qualsiasi cosa può essere etichettata. “C’è qualcosa di veramente surreale nel modo superficiale in cui praticamente qualsiasi romanzo e poesia può essere definito un problema di salute. L’Università delle Highlands ha deciso di avvertire gli studenti su Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway. George Orwell comprendeva meglio di chiunque altro il pericolo rappresentato dal controllo del pensiero. Ecco perché non dovrebbe sorprendere che anche 1984 sia diventato l’obiettivo di un avviso. Il personale dell’Università di Northampton avverte gli studenti che 1984 potrebbero essere ‘offensivo e sconvolgente’”.
Furedi dice ancora al Foglio: “Gli avvisi sono parte integrante del progetto di controllo di come le persone dovrebbero sentirsi e rispondere ai libri e in particolare alla letteratura. Invia il messaggio che ci aspettiamo che tu reagisca in accordo con la nostra prospettiva woke. Uno dei suoi obiettivi è svilire lo status morale della cultura occidentale”.