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I sensi spesso creano illusioni e allontanano dalla realtà. Se guardiamo da lontano una asticella immersa nell’acqua ci sembra spezzata, ma se ci avviciniamo prendiamo coscienza che la rottura è solo frutto dei nostro sentire. Allora è bene prenderne atto. Nella nostra situazione l’illusione è Nicoletta Fabio e la realtà Massimo Castagnini legati in qualche modo dallo stesso passato.
Gestire una città significa avere un progetto ben preciso e conseguentemente attuare azioni atte a realizzarlo.
A fronte dei numerosi problemi che Siena si trova ad affrontare tra cui in primo luogo: la necessità di un rilancio della propria economia e l’attuazione di misure che ripropongano un welfare all’altezza delle nuove domande sociali e rispondano all’impoverimento delle casse comunali. Portare come modello virtuoso gli esempi mostrati da Castagnini dimostra in modo evidente una pratica amministrativa che ripudia la funzione stessa del Comune. L’amministrazione uscente non ha mai avuto una visione della città, dei pericoli che incombono su di essa e della necessità di un’energica azione di rilancio (Francesco Michelotti). Ha, viceversa, affrontato solo ed esclusivamente singole situazioni, in cui volta per volta si è accontentato un determinato richiedente. Gli esempi citati dal grande manager che si ispira a Wolf mettono poi in evidenza che le trasformazioni dell’esistente non possono essere valutate solo in base al fatto che non costano nulla alla pubblica amministrazione; è un atteggiamento talmente riduttivo da fare nascere il sospetto che in alcuni casi si siano accontentati dei soggetti privati senza alcuna contropartita per i cittadini. Aver aggiunto nuova grande distribuzione su assi stradali già molto carichi di traffico e a ridosso dei comuni contermini, ne è un esempio.
Il nodo sta nel cosa si intende per pubblica amministrazione: la città va amministrata e chi governa dovrebbe svolgere un’azione sia propulsiva che regolatrice. In questo la giunta De Mossi ha mostrato fortissime carenze, lasciando irrisolti per cinque anni nodi importanti, senza mostrare alcun interesse nel richiedere contropartite utili per la città. Gli stessi esempi portati mostrano solo azioni che hanno favorito la rendita, senza alcuna ricaduta in termini sociali. È mai possibile che tra tutti questi esempi non ce ne sia stato nessuno che poteva vedere l’amministrazione comunale cardine dell’operazione urbanistica, o compartecipe per azioni legate alla socialità (ad es. housing sociale?). Alcuni esempi poi non convincono: lo studentato di via del Porrione è abbandonato da anni, e la discesa in campo di soggetti privati è problematica; la trasformazione di Scacciapensieri in senior housing contrasta con l’attuale destinazione turistico-ricettiva, per gli stessi motivi che bloccarono a suo tempo la proprietà originaria. Il parcheggio alla colonna S. Marco deve essere venduto o affittato a privati? O non potrebbe rientrare nell’obiettivo dichiarato dal PUMS peraltro mai approvato con il fine di incrementare la sosta pubblica (parcheggio scambiatore)? Da ultimo una riflessione sul metodo: la città si governa con le regole, non a colpi di singole azioni; il metodo giusto è quello di fissare obiettivi, condividerli con i cittadini e poi perseguirli. Interventi singoli, magari con varianti ad hoc come quella recentissima per una RSA a S.Miniato sono lontanissimi dal rispetto delle norme che lo stesso Consiglio comunale in accordo con la Regione si sono dati e finiscono per ingenerare dubbi. E molto difficile per la candidata del centrodestra l’emotiva Nicoletta Fabio, prendere le distanze da questa pratica di governo per due motivi essenziali. Il primo perché l’artefice di tutto ciò ha un nome: Francesco Michelotti e perché la pratica della gestione ultra neoliberista dell’assessore all’urbanistica è rivendicata dall’”avversario” del centrodestra Massimo Castagnini. La realtà è ben diversa da quella che si vorrebbe avere ogni mattina al risveglio.