di Andrea Palladino
A metà maggio i vertici del ministero dell’Interno francese erano decisamente preoccupati. Nel centro convegni del Pavillon Wagram, nel cuore di Parigi, migliaia di esponenti della destra radicale europea si erano dati appuntamento per commemorare l’anniversario della morte di Dominque Venner, il «Vate» dell’area identitaria. La convocazione era partita mesi fa dall’Institut Iliade, l’associazione nata nel 2013 come spin-off del GRECE, il gruppo di ricerca costituito alla fine degli anni ’60 e diventato da allora il motore ideologico della nuova destra. L’allarme è stato lanciato dal capo della polizia di Parigi Laurent Nuñez in una nota diffusa il 19 maggio scorso: «Esistono rischi seri che, in occasione di questo omaggio, vi sia un incitamento all’odio e alla discriminazione verso gruppi di persone in ragione della loro origine, della loro appartenenza o non appartenenza ad una etnia, ad una nazione, ad una razza o ad una religione». Nella nota ufficiale vengono ricordati i tratti meno nobili di Venner, dal suo arresto per l’appartenenza all’OAS (organizzazione eversiva della destra francese, attiva negli anni ’60) fino alla sua morte per suicidio a Notre-Dame e al testamento lasciato ai suoi seguaci: «Mi do la morte per svegliare le coscienze assopite. Insorgo contro il crimine della sostituzione della popolazione». Ovvero quella ossessione per la «grande sostituzione etnica», armamentario ideologico utilizzato dalla destra in tutta Europa. Parole, quelle del testamento di Venner, seguite alla lettera dal movimento identitario che vede nell’Istituto Iliade un punto di riferimento: «Mobilitatevi e svegliatevi, Europei!», è lo slogan del think-tank parigino. Contro chi? Nulla di nuovo sotto il cielo dell’odio, i migranti, gli stranieri, le diversità sessuali, le culture non europee che hanno l’ardire non rimanere a casa propria. Dunque, la decisione del governo francese non si è fatta attendere e l’evento è stato vietato. Troppo alto il rischio di una diffusione della radicalizzazione nel nome della xenofobia.
Le preoccupazioni del ministero dell’Interno francese non riguardano solo l’oltralpe. Dal think-tank parigino si dirama una fitta rete di relazioni in tutta Europa, nel nome di Dominique Venner. Dal 2020 l’Istituto Iliade ha avviato diverse partnership con centri culturali e movimenti politici, sviluppati con una politica di inviti mirati alle convention annuali organizzate al Pavillon Wagram. In Spagna con la Fides Ediciones, in Grecia con Logxi, in Inghilterra con l’editore di estrema destra Arktos, che nel catalogo pubblica buona parte delle opere di Julius Evola, il filosofo ispiratore in Italia del Centro studi Ordine nuovo. In Germania diffonde il verbo identitario del centro studi parigino la casa editrice di Dresda JungEuropa Verlag, fondata dall’esponente della destra radicale tedesca Philip Stein, ospitato diverse volte in Italia da Casapound e invitato dall’AfD in alcuni eventi come relatore. I rapporti più solidi, però, sono con il nostro Paese e con quell’area fiorentina della destra organica a Fratelli d’Italia. Un patto solido è stato stretto con Passaggio al bosco, società editrice fondata da Marco Scatarzi, regolare contributore del partito della premier, come risulta dai prospetti contabili che La Stampa ha consultato. Nel catalogo sono presenti diverse pubblicazioni realizzate in partnership con l’Istituto Iliade, sui temi cari al mondo identitario. L’ultima collana è dedicata alla formazione dei bambini dai sei anni in poi, Fondamenta, che promette: «Dame, cavalieri, folletti, draghi e Dei: tra storia, sacralità e fantasia, l’immaginario eroico dei nostri antenati si proietterà in avanti». L’iniziativa è stata presentata al Salone del libro di Torino, con due titoli dedicati ad Alessandro il Grande e ad Atena e la linea è quella della cultura della riconquista ultratradizionalista, basata sui valori ancestrali dell’Europa bianca.
Più politica è l’alleanza con Azione studentesca, l’organizzazione inserita come gruppo organico nello statuto di Gioventù nazionale, la parte giovanile di Fratelli d’Italia. La commemorazione di Dominique Venner era stata organizzata dall’Istituto Iliade come evento europeo, da svolgersi in contemporanea in più Paesi. E così mentre la polizia di Parigi vietava l’evento per il rischio di «incitamento all’odio razziale», in Italia Azione studentesca riempieva di striscioni e manifesti le strade: «Il tuo sacrificio per la civiltà, Dominique Venner martire d’Europa», hanno scritto i giovani militanti. Azione studentesca il 12 giugno dello scorso anno salutava con parole di entusiasmo la presentazione ufficiale della partnership con i francesi: «È stato un onore e un privilegio ospitare l’Institut Iliade a Casaggì-Spazio Identitario, ribadendo la profondità del sodalizio europeo avviato da Passaggio al Bosco Edizioni e avviando una collaborazione con gli studenti d’oltralpe».
Il rapporto con il mondo politico della destra radicale italiana è in realtà di vecchia data. Nelle convention dell’Istituto Iliade sono di casa Gabriele Adinolfi, fondatore con Roberto Fiore di Terza posizione, a lungo latitante in Francia e oggi intellettuale di riferimento di Casapound; il figlio Carlomanno, che a Roma gestisce la libreria Testa di ferro, dove è possibile trovare le principali pubblicazioni della destra più estrema. Ha partecipato alla convention del 2019 «Europa, l’ora delle frontiere», come relatore, anche Vincenzo Sofo, europarlamentare di Fratelli d’Italia dal 2021 (prima faceva parte del gruppo della Lega), marito di Marion Maréchal-Le Pen, la nipote di Marine vicinissima al mondo identitario.
Le alleanze del think-tank vanno però oltre il mondo della destra più radicale, raggiungendo anche l’area dei conservatori che – almeno apparentemente – evita con cura di mostrare rapporti con la nebulosa nera europea. Sul sito dell’Istituto Iliade viene pubblicizzata la partnership con la rivista The European Conservative, diretta da Mario-Alvino Fantini e con la partecipazione nel board editoriale del consigliere del ministro Gennaro Sangiuliano Francesco Giubilei. La pubblicazione, con sede a Budapest, ha tra i promotori l’associazione Nazione Futura, il centro studi che lo scorso aprile ha organizzato a Roma gli Stati generali della cultura nazionale, una sorta di vetrina della «controegemonia culturale» del governo guidato da Giorgia Meloni. Fantini, contattato via e-mail da La Stampa, non ha voluto confermare l’esistenza di un partnership con l’istituto francese, ma ha ammesso l’esistenza di solidi rapporti: «Ci impegniamo abitualmente in co-sponsorizzazioni con altri (inclusa Iliade) per organizzare seminari, workshop e conferenze». Il presidente dell’Istituto Iliade, Philippe Conrad, ha invece deciso di non fornire nessuna risposta alle domande inviate, che riguardavano anche i rapporti con l’Italia: «Non siamo interessati, saluti», la risposta secca. La stampa, da quelle parti, non è stata mai vista di buon occhio.