Eravamo all’inizio della campagna elettorale…
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5 Giugno 2023di Pierluigi Piccini
Eravamo all’inizio della campagna elettorale, il Pd aveva scelto la Ferretti come candidata alle primarie, ma già tutti sapevamo che sarebbe stata lei a correre per la carica di sindaco. In piazza San Giovanni incontrai casualmente un personaggio, di quelli importanti con il quale entrai subito in argomento e lui mi fece questa affermazione: “C’è il rischio che il nome scelto dal Pd riporti le lancette della politica senese indietro a quel passato che è necessario superare”. E così è stato, annullando tutti gli sforzi che nel recente passato erano stati messi in piedi per superare le divisioni. Se una candidata ha fatto di tutto per far ricordare ciò che il tempo aveva solo in parte scolorito, l’altra, la Fabio, ha fatto di tutto per far dimenticare i fatti appena trascorsi: gli ultimi cinque anni, la collaborazione con il “ricciarello magico” e i trasversalismi di cui De Mossi è stato un campione. E così si è avverato il colpo di spugna dell’ennesima novità che si avvicina alla cosa pubblica, peraltro una novità trovata all’ultimo momento, dopo l’allontanamento di Montomoli. Quest’ultimo, al di là delle sue scelte personali, era difficilmente manovrabile e personalmente non credo che poi la sua appartenenza massonica fosse così decisiva. I dirigenti locali di Fratelli d’Italia non lo potevano non sapere anche perché il proprietario di VisMederi non ne ha fatto mai mistero. Molto si è giocato sul terreno del biotecnopolo e la vicinanza di Montomoli a Rappuoli, che non è piaciuta più di tanto al centrodestra, così come la vicinanza di questi all’asse della sinistra fiorentina e romana. E’ probabile che la scelta fatta da Marzucchi al secondo turno per conto di Montomoli sia stata determinata anche da questa situazione intorno alla biotecnologia. Certo i problemi per il centrodestra di governo non mancheranno tra Fratelli d’Italia e la Lega, come tra Siena, Roma e qualche città della Lombardia. Di certo c’è una sola certezza: il quadro delle alleanze politiche e di potere è cambiato, dovremo solo vedere come si ricomporranno. Il riconoscimento a Riccaboni, così come quello a Rosati, hanno tanto il sapore dell’ultimo tuffo… Ma poi ci sarà un dopo diverso? I sistemi di potere sanno sempre come ricomporre le fratture, ma non sempre ciò avviene al meglio. E a questo proposito capiremo quanta capacità e autonomia, nell’interesse di Siena, saprà praticare la Fabio nell’azione di governo. Allora non sarà più sufficiente fare appello ai sensi, impostare una campagna elettorale basata sulla continua replica di una retorica tanto cara ai senesi. Il governo della città vorrà vedere il nuovo sindaco in faccia. Finora, la Fabio si è distinta per non essere mai entrata in modo concreto sulle scelte recenti dell’amministrazione De Mossi, con l’obiettivo di fare di tutto per far dimenticare i personaggi che avevano guidato e deciso insieme all’avvocato le scelte del Comune. Oblio che i gestori della campagna elettorale della Fabio hanno alimentato con l’enfasi e i viaggi senesi dei vari responsabili del governo Meloni. Obiettivo? tranquillizzare. La Presidente del Consiglio non si è vista a Siena, una presenza giocata a distanza, con grandissimi manifesti e con il viaggio romano della candidata a sindaco. Questo modo di fare ci ha ricordato la famosa frase di Moretti: “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”. Evidentemente anche per la Presidente si è voluto cancellare l’esperienza elettorale del 2018.
Ora la situazione è diversa: siamo entrati in una fase nuova, quella del governo. E da subito si vedrà di che panni si vestirà l’amministrazione a partire dalla scelta della stessa compagine amministrativa. Quanto ci metterà di suo la professoressa e quanto il sistema dei partiti? Meglio, del partito. Quanta professionalità e capacità di amministratori e amministrativi entrerà nelle stanze del Comune e delle varie partecipate? È vero che la legge 81 è stata ormai calpestata e totalmente dimenticata, ma potrebbe ancora dare spazzi di manovra ai sindaci se solo la volessero esercitare. Le presenze negative non finiscono soltanto con un ricciarello diventato ormai “avariato”, visto che una parte di esso rimane in Consiglio, così come rimangono altre esperte nell’arte del pendolarismo politico: su entrambe vedremo come si comporterà il primo cittadino, e se l’esperienza del Centrodestra iniziata nel 2018 è stata definitivamente superata o solo rinviata e rinverdita nel 2023. I rapporti poi non si giocano solo nelle sale del Consiglio, alcuni nodi arriveranno da subito al pettine e anche su questi vedremo gli attori e i loro comportamenti. La dimensione della città consente di conoscere nel dettaglio i vari retroscena, sarà sufficiente porci un po’ di attenzione. Non ultimo, ma decisivo, sarà cosa nel concreto intenderà fare l’amministrazione Fabio. Lo vedremo nella mozione programmatica che dovrà essere presentata al vaglio dei neo eletti consiglieri molto presto.
3 – fine