“Uccidono anche i piccoli come facevano i nazisti ma la vendetta non serve”
11 Ottobre 2023Evie Sands – Angel Of The Morning
11 Ottobre 2023Fino a qualche tempo fa si sentiva dire spesso – nei talk show, nelle conversazioni, negli editoriali dei giornali – che l’estrema destra tedesca era soprattutto un problema della Germania Est, quasi a confortare quella parte di Paese che si percepiva meno arretrata o meno risentita. Ma il sussiego con cui a Berlino si è sempre pensato che all’Ovest e nelle grandi città l’AfD non avrebbe mai superato la soglia critica si è trasformato domenica scorsa in una smorfia di sconcerto: Alternative fuer Deutschland è diventato il secondo partito in due Laender occidentali come l’Assia e la Baviera, tradizionalmente ricchi e benestanti. E tra le ragioni della vittoria c’è una chiara sanzione nei confronti del governo in particolare per la situazione dei richiedenti asilo, e delle conseguenze legate a un’immigrazione sempre più consistente.
Sono i giovani tra i 18 e i 34 anni, secondo le statistiche elettorali di Infratest Dimap, per lo più maschi e residenti nei piccoli centri ad aver formato lo zoccolo duro del consenso nei confronti di AfD: «Trovo giusto che vogliano frenare gli arrivi di migranti e richiedenti asilo», ha risposto il 48% degli elettori bavaresi alla domanda sulle ragioni della vittoria dell’estrema destra. Il fatto che molti Comuni stiano raggiungendo il limite all’accoglienza dei rifugiati è stato uno degli argomenti su cui l’AfD ha impostato la sua campagna elettorale, e i dati aiutano a spiegarne le ragioni: nel 2023 fino ad agosto compreso, l’Ufficio federale per la migrazione ha registrato 204.461 prime domande di asilo, ovvero un aumento di circa il 77% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Calcolando che in Germania vivono circa 1,1 milioni di profughi di guerra ucraini che non devono chiedere asilo, si capisce come la proposta dell’AfD di abolire il diritto individuale d’asilo – animata dallo slogan «Il numero dei richiedenti spesso supera quello della gente del posto» – abbia riscosso un certo successo tra la popolazione. Come hanno osservato diversi analisti, le soluzioni semplici sono quelle con maggior probabilità di successo in campagna elettorale, indipendentemente dalla loro praticabilità; il diritto d’asilo è garantito infatti dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, una sua abolizione è praticamente impossibile.
Impaurito dalla recessione in corso, stretto nella morsa di una difficile transizione economica, l’elettore tedesco era l’elemento mancante per portare a segno la vittoria della politica anti-immigrazione dell’AfD. Il partito di estrema destra ci lavora dal 2015, quando Angela Merkel pronunciò il suo storico discorso a sostegno dell’accoglienza: «Questa crisi è un regalo per noi», commentò allora il leader Alexander Gauland. Da quel momento l’immigrazione è diventato il punto centrale della strategia politica dell’AfD, da articolare in due punti: aumentare a ogni occasione il livello di allarme, battendo sul tasto dell’insicurezza percepita e della criminalità, e sottrarre consensi alla Cdu. Quest’ultimo punto dell’agenda è stato perseguito con particolare abilità, sollevando il caso di richiedenti asilo che avrebbero avuto accesso a cure dentistiche là dove i tedeschi erano costretti a lunghe file d’attesa (celebre, all’epoca della prima campagna elettorale di Angela Merkel, uno spot della Cdu dove si associavano le dentature al livello di benessere). «Non ci resta che aspettare gli elettori alle urne», si dicevano tra loro i vertici dell’AfD prima del voto. E loro ci sono andati.