Chiusa la procedura “ Sisac” potrebbero mancare 150- 160 dottori, ma qualcun altro potrebbe ritirarsi una volta assegnate le zone più appetibili. In arrivo una delibera con i benefit per chi accetta le aree più disagiate
di Michele Bocci
Ancora un bando per la medicina generale al quale si presenta un numero di candidati ridotto, che equivalgono a circa un quinto dei posti disponibili.
In questi giorni la Regione sta lavorando alla cosiddetta “procedura Sisac”. Si tratta di un nuovo concorso di questo 2023 per arruolare i medici di famiglia, che come noto sono un numero inferiore a quello necessario ormai da tanto tempo. I posti a bando erano 203 e potevano partecipare professionisti che hanno appena concluso il tirocinio per la medicina di famiglia oppure che si trasferiscono da altre regioni. Ebbene, le domande, se si sommano quelle arrivate nelle tre aziende sanitarie toscane, sono state 51 e siccome ci si poteva iscrivere in più di una Asl i professionisti dovrebbero essere circa 45. I medici devono coprire le cosiddette zone carenti e non è detto che, una volta assegnate quelle più appetibili perché in aree non troppo periferiche della Toscana, qualcuno decida di ritirarsi, cosa che farebbe ridurre ulteriormente i numeri. Proprio per contrastare questo fenomeno l’assessorato alla Salute ha pensato a dei benefit da riconoscere a coloro che accetteranno di lavorare nelle cosiddette “zone disagiate”, cioè particolarmente periferiche e isolate. A breve dovrebbe arrivare una delibera con l’indicazione degli extra, economici e non, per questi professionisti.
All’inizio dell’anno la Regione aveva calcolato 256 posti carenti, 53 dei quali sono stati assegnati prima dell’estate. Dopo la procedura Sisac ne resteranno quindi vuoti tra i 150 e i 160, a seconda di quanti accetteranno l’incarico.
I candidati sono stati pochi rispetto agli oltre 200 medici chehanno concluso il tirocinio perché ormai le leggi permettono di entrare in ruolo anche a coloro che stanno completando la specializzazione in medicina generale. Così moltissimi giovani camici bianchi sono già entrati nel sistema. Per loro, finché non concludono gli studi, è previsto un numero di assistiti inferiore rispetto ai colleghi di ruolo. Ma proprio questo criterio, utilizzato per fronteggiare la grave crisi di questo settore della sanità, rende il futuro molto incerto. Se la gran parte di coloro che si sonoiscritti al tirocinio iniziano a lavorare in anticipo, quando arriva il giorno del diploma non ci sono più camici bianchi a disposizione del sistema sanitario, un po’ come avvenuto con l’ultimo bando. Oltretutto, bisogna considerare che le carenze non sono statiche ma vanno ad aumentare rispetto alle stime fatte all’inizio dell’anno. Siamo in piena gobba pensionistica per i medici di famiglia e sono tantissimi coloro che escono in anticipo, magari di un anno o due. Ad avere un’idea della situazione aiutano idati regionali. Dei circa 2.250 medici in servizio quest’anno, saranno ancora al lavoro nel 2026 in 1588 ( sempre che qualcuno non anticipi, appunto). Significa che andranno in pensione almeno il 30% dei professionisti.
Riguardo alle carenze, visto che ogni dottore ha in media 1.200 assistiti, 160 camici bianchi in meno significherebbero 192 mila toscani senza medico. Si tratta di un dato solo potenziale. Proprio per supplire alle carenze, da tempo si è deciso di alzare il massimale dei professionisti da 1.500 a 1.800 pazienti. In questo modo si riesce ad allargare il numero dei pazienti assistiti, anche se un dottore che ha quasi 2mila pazienti ovviamente ha grande difficoltà ad essere disponibile per tutti.
Una recente verifica dell’assessorato alla Salute ha chiarito che al momento i cittadini non iscritti a un medico di famiglia ( oppure il pediatra) in Toscana sono comunque un numero ridotto, circa 27 mila. Si tratta spesso di persone il cui dottore è andato in pensione e non hanno fatto ancora una nuova scelta. L’assistenza quindi sta tenendo ma sono tante le situazioni difficili, con professionisti che hanno moltissimi assistiti, oppure cittadini che vivono lontano dall’ambulatorio del loro dottore.