Il litio, l’oro bianco di cui il Portogallo è il principale produttore europeo e il settimo nel mondo, è uno dei due involontari protagonisti dell’improvvisa crisi di governo che ha costretto il premier Antonio Costa, 62 anni, in carica dal 2015, a dimettersi. L’altro è l’idrogeno: sono infatti gli investimenti “verdi” ad essere finiti nel mirino di un’inchiesta per atti di corruzione e traffico di influenze. Il blitz delle forze dell’ordine ha prodotto ieri mattina l’arresto del capo di gabinetto Vìtor Escaria, del sindaco di Sines Nuno Mascarenhas, dell’imprenditore Diogo Machado e di due alti dirigenti della società Start Campus. Tra gli indagati, il ministro delle Infrastutture Joao Galamba – già coinvolto in primavera nello scandalo della compagnia aerea Tap -, quello dell’Ambiente Duarte Cordeiro ed il responsabile dell’agenzia ambientale. I presunti illeciti riguardano progetti legati alle miniere di litio di Montalegre e a quelli dell’idrogeno verde a Simes. Sono state effettuate 42 perquisizioni, compresa la residenza del premier a Sao Bento, la sede del ministero dell’Ambiente e quella delle Infrastrutture. Nel corso dell’inchiesta, sono state registrate tre telefonate di Costa: la Corte Suprema ha dato il via libera all’uso di una delle conversazioni.
Una giornata di caos per il Portogallo, ultima bandiera socialista del Sud Europa. Dopo gli arresti e le perquisizioni, Costa è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa. Due ore dopo, in diretta tv, il premier si è dimesso: “In queste circostanze ovviamente devo dimettermi, ma voglio dire ai portoghesi che non ho sulla mia coscienza il peso di alcun atto illecito. I procedimenti penali non hanno tempi rapidi e per questo me ne vado. Si chiude una fase della mia vita. Non mi ricandiderò”. Il pallino è ora nelle mani del presidente, il conservatore Rebelo, criticato nei giorni scorsi per le sue dichiarazioni sulla guerra in corso a Gaza. Oggi Rebelo riceverà i leader dei partiti e domani presiederà il Consiglio di Stato, poi parlerà al paese. Le opposizioni chiedono le elezioni anticipate. Il voto rappresenta un salto nel buio per un Portogallo riemerso dalla crisi del 2008 smarcandosi dai diktat dell’Ue. I socialisti hanno la maggioranza assoluta: il problema è trovare in poche ore una figura credibile da proporre a Rebelo per scongiurare le elezioni e mantenere la guida del paese.