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21 Giugno 2022Una legge per salvare i centri storici Nardella: limiti ad Airbnb e mangificio Le tre mosse sugli affitti brevi Gli steccati anti Borgunto Obblighi e incentivi per gli immobili
Il sindaco lancia la raccolta di firme per il testo da portare in Parlamento. «Norme a prova di Tar»
Mauro Bonciani
Il sindaco Dario Nardella l’ha definita «legge salva centri storici». È la proposta presentata ieri in Consiglio comunale per una legge di iniziativa popolare che limiti gli affitti brevi turistici, blocchi i «mangifici», tuteli la diversità del commercio ed il decoro del centro e delle aree storiche. Pochi articoli, studiati per mesi, con l’obettivo ambizioso di dare ai Comuni strumenti a prova di Tar (e di Unione Europea) per una nuovo pianificazione che faccia invertire la rotta su liberalizzazioni e turistificazione di Firenze e delle città d’arte.
«Siamo contro la rendita passiva e parassitaria — ha detto Nardella nel Salone de’ Dugento — e vogliamo invertire la rotta sul turismo mordi e fuggi e la deregulation del commercio. Puntiamo a salvare i centri storici partendo anche dall’esperienza della nostra città. Il primo obiettivo è quello di incentivare il ritorno della residenza in centro, di combattere il turismo mordi e fuggi e regolare gli affitti turistici brevi come succede in altre città europee. Il secondo obiettivo è tutelare il commercio tradizionale, l’artigianato. Il terzo, favorire il decoro anche inducendo i proprietari di immobili degradati ed abbandonati ad intervenire per il loro restauro». «Serve una legge nazionale perché i sindaci e le amministrazioni regionali si sono mosse con azioni che spesso vengono attaccate nei tribunali amministrativi — ha sottolineato — Da qui a settembre ci sarà una campagna di ascolto con le associazioni delle imprese e dei residenti e porterò la proposta anche all’Anci. Dobbiamo raggiungere e superare 50.000 firme: credo che le raccoglieremo rapidamente».
La legge — che prevede la definizione di centri storici ed aree di valore storico — riguarderà i Comuni Unesco, o capoluogo di Città Metropolitane o qualificati «Città» a norma di legge. Cardine della tutela dei residenti è la possibilità, in caso di carenza di alloggi, per i Comuni di fissare limiti temporali e quantitativi per le abitazioni da usare per affitti brevi turistici, sul modello di quanto ha fatto Parigi, nonché limiti per la variazione di destinazioni d’uso. Sul capitolo del commercio ecco il ritorno della pianificazione, «con la diversificazione delle merci, così da dare servizi ai cittadini, ad esempio trovare vicino casa una ferramenta», ha detto Nardella, il rispetto delle distanze minime obbligatorie tra attività dello stesso tipo — «Non si potrà avere una strada con dieci paninoteche attaccate l’una all’altra» —, il rispetto di orari o giornate di chiusura, le limitazioni di insediamento in alcune zone, misure da varare dopo aver sentito le categorie economiche. E ancora il diritto di prelazione per i titolari di negozi e botteghe storiche in caso di vendita dell’immobile, sia di proprietà privata che pubblica. «Diritto cui poi subentrerà il Comune se l’artigiano non lo esercita — ha scandito il sindaco — E non è un esproprio stile La Pira anni ’50. Ma la tutela di un interesse generale». E sul rischio che la legge contrasti con le direttive dell’Ue su concorrenza e liberalizzazioni, Nardella si è difeso: «L’Unione Europea prevede deroghe per “motivi imperativi di interesse generale”, cosa che vale ad esempio anche per la Bolkestein, intendiamoci il governo Draghi fa bene ad applicarla, e la tutela del patrimonio storico artistico e dei beni immateriali, come l’artigianato, è un motivo imperativo. Non a caso la Corte di Giustizia Europea ha bocciato il ricorso di alcuni privati contro la norma che a Parigi ha limitato a 120 giorni il numero massimo di affitti brevi». Il Consiglio comunale è stato poi interrotto su richiesta del Pd, la discussione degli ordini del giorno è stata quindi rinviata. Intanto il sindaco ha incassato i primi sì. «La legge proposta da Nardella è un primo passo, senza lavoro città non si salvano. Con le misure proposte si potrebbe arrivare a soluzioni interessanti per il rilancio del settore», dice Jacopo Ferretti (Confartigianato). «È una iniziativa politica necessaria, è evidente a tutti che le nostre città si sono trasformate in peggio – afferma Aldo Cursano, di Confcommercio Toscana — Ai sindaci servono strumenti per rispondere alle esigenze di sostenibilità e per l’equlibrio tra residenza ed attività. Ma servono anche misure urgenti contro il consumo di alcol».
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