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27 Giugno 2024Nuovi interrogatori per gli accusati. Il dolore della famiglia Del Rio: «Ci speravamo»
Aldo Tani ,Salvatore Mannino
Arcidosso (Grosseto) La chiave di volta che ha consentito di scoprire la tragica verità nascosta dietro il giallo dell’Amiata nonché il corpo del corriere Nicolas Matias Del Rio, sequestrato, rapinato ed ucciso, è stato l’interrogatorio in carcere di uno dei tre accusati del delitto, l’albanese Klodian Gioni, 33 anni, meccanico di mestiere, un precedente di furto, sempre borse di pregio, per il quale sarà processato a settembre.
I pm di Grosseto Giovanni De Marco e Valeria Lazzerini l’hanno sentito martedì mattina a Roma, nella prigione di Regina Coeli, e il pomeriggio è diventato un susseguirsi di colpi di scena: prima lui e gli altri due arrestati accusati anche di sequestro e persona e omicidio aggravato, poi i carabinieri che vanno dritti fino alla villetta di Case Sallustri, nel comune di Arcidosso, in cui nel tardo pomeriggio hanno ritrovato il cadavere, per la disperazione della famiglia che fino all’ultimo ha sperato, anche quando tutto ormai lasciava presumere il finale peggiore.
È fin troppo facile pensare che la dritta decisiva l’abbia fornita proprio l’albanese. Il suo avvocato Alessio Bianchini conferma implicitamente: «Si è assunto le sue responsabilità». Di più però il difensore non vuol dire. Ha chiamato in causa anche gli altri della banda, specializzata secondo i carabinieri in colpi del genere, ossia i due turchi Ozgur Bozkurt, 44 anni, e Emre Kaia, 28? Ha coinvolto il padre Niko, che della villetta di Case Sallustri era il giardiniere, e il fratello di Bozkurt, Zindan, entrambi indagati ma per ora non fermati? Ha spiegato come è stato ucciso Nicolas, quando e perché? Qualche risposta potrebbe arrivare già oggi, quando Bozkurt sarà interrogato di nuovo dai Pm su sua richiesta. Ha ancora senso il silenzio dinanzi alla rivelazioni del presunto complice? E che faranno tutti e tre: cercheranno in un caso da ergastolo di spuntare l’attenuante della collaborazione o cominceranno ad accusarsi reciprocamente?
Intanto, il cadavere di Nicolas, che lascia la moglie Carolina, argentina come lui, il figlio di otto anni e il padre, è stato trasportato all’obitorio di Grosseto, in attesa dell’autopsia di domani. Una prima ricognizione del medico legale si è rivelata poco efficace: il corpo è in condizioni tali da non consentire, a prima vista, né di capire come è stato ucciso né quando ma l’ipotesi più probabile è lo strangolamento. Lo hanno ammazzato la sera stessa del 22 maggio, ipotesi di gran lunga prevalente, o solo successivamente? Di certo, i vicini di Case Sallustri parlano di un frenetico via vai nella villetta nell’ultimo mese.
Lo scenario potrebbe essere quello del corriere di Piancastagnaio, al suo primo giorno di lavoro, che viene fermato in piazza Indipendenza ad Arcidosso da Klodian, con la scusa del furgone in panne. Nicolas chiama il datore di lavoro per chiedere l’autorizzazione a trasportare anche il carico dell’altro. Poi l’albanese lo guida fino a un luogo isolato dove con gli altri due lo rapina e forse lo uccide subito. Di sicuro c’è una famiglia disperata, schiantata dal dolore: «Ci ho creduto fino all’ultimo — dice il padre — mai avrei pensato che finisse così».